Dopo una prima stagione in giallorosso in prestito dal Manchester United, Chris Smalling è stato acquistato a titolo definitivo dalla Roma. Nel pomeriggio di mercoledì, il difensore ha parlato in conferenza stampa.
Queste sono le sue parole.
Pensi che questa Roma sia più forte di quella dell'anno scorso?
"Assolutamente sì, siamo più forti di un anno fa. Nella passata stagione sono arrivato piuttosto tardi, verso la fine del mercato, e già erano arrivati tanti giocatori nuovi e c’era anche un nuovo mister. Ora, forti di un anno di esperienza e dell’affiatamento di un gruppo che ha mantenuto la sua ossatura, credo che siamo in una posizione migliore. Non vedo l’ora di cominciare questa stagione, nella quale vogliamo toglierci tante soddisfazioni”.
Quali sono le tue prime sensazioni dopo il tuo ritorno a Trigoria?
“Pura felicità. L’accoglienza ricevuta all’aeroporto e la gioia dei tifosi sono qualcosa che non ho mai provato in vita mia. C’è voglia di ricambiare l’affetto del pubblico, aiutando la squadra a sollevare un trofeo”.
Molti tifosi vorrebbero che diventassi capitano: accetteresti di indossare la fascia?
“Io ritengo che la Roma abbia uno dei migliori capitani che qualunque squadra al mondo vorrebbe avere: Edin Dzeko. Ma soprattutto, le grandi squadre hanno bisogno di leader che possano aiutare in campo ma anche fuori dal campo. Ed è quello che intendo fare, assolutamente: mi ripropongo di lavorarci, migliorando il mio italiano. Sono convinto che questa squadra abbia molti leader e uno di questi è sicuramente Edin, che è il nostro capitano”.
Un’altra ragazza è stata ritrovata grazie alla campagna “Missing children”: era legata al video della tua presentazione. Tu sei impegnato anche con una tua “charity”. Ce ne puoi parlare?
“Quando sono arrivato era in corso questa campagna, che era stata avviata la scorsa stagione e aveva già riscosso dei ragguardevoli successi. Non posso che esprimere il mio orgoglio per far parte di questa campagna ed è chiaro che questi temi vanno al di là del calcio. Sono anche più importanti del calcio. Ma è vero che il calcio è uno strumento molto importante per diffondere nel mondo questo tipo di messaggi e la Roma in questo senso è un esempio. Per quanto riguarda la mia associazione benefica, essa si occupa di bambini vulnerabili, dedicando loro un’attenzione individuale. Molto spesso ci sono classi numerose, dove non è possibile prestare attenzione ai bambini più fragili. La Roma si è subito dimostrata disponibile a collaborare con la mia associazione. Ancora una volta, la nostra si è rivelata un’accoppiata perfetta”.
Quanto ha contato la città e la squadra, ai fini della tua scelta?
“Innanzitutto, sono un calciatore e avevo voglia di rivivere le gioie provate la scorsa stagione con questi compagni e con questo mister. Poi c’è anche una vita al di fuori del calcio e quindi il piacere di vivere in una città come Roma. È stato un pacchetto completo. È vero, è stata una trattativa particolarmente lunga e sofferta, e non posso che esprimere la mia soddisfazione e gratitudine alla Roma per avermi acquistato. Ora spero di poter ricambiare, aiutando la squadra”.
Hai trovato i Friedkin, una nuova proprietà. Avverti delle differenze rispetto alla passata stagione?
“Quando sono arrivato, sono stato accolto in maniera splendida dai tifosi. È stato davvero bellissimo. Quando sono arrivato a Trigoria ho avuto modo di incontrare Guido (Fienga, ndr), il vicepresidente Ryan ed è stato un piacere per me ritrovare dei volti noti e fare la conoscenza dei nuovi proprietari. Sono sempre presenti a Trigoria e l’altro giorno hanno seguito il nostro allenamento. In questo senso, ci fanno sentire molto uniti e compatti: una vera e propria famiglia. Mi è capitato poche volte di vedere dei proprietari di club presenti, al fianco di una squadra. Credo che sia importante avere questo tipo di esperienza, per poter raggiungere i nostri obiettivi”.
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