Tornano le grandi sfide europee. Giovedì 16/2 alle 18:45 i giallorossi se la vedranno con il Salisburgo per l’andata del play-off di Europa League.
Sarà una gara tosta per gli uomini di José Mourinho, che hanno concluso la prima parte della competizione con il secondo posto nel gruppo C alle spalle del Betis Siviglia e saranno perciò costretti a giocarsi il passaggio agli ottavi di finale contro una formazione giunta nel torneo direttamente dai gironi di Champions League.
La Roma sarà l’ottava squadra italiana diversa affrontata durante dal Salisburgo nelle competizioni europee: gli austriaci hanno perso 11 delle 20 sfide contro avversarie italiane, inclusa la più recente (0-4 contro il Milan lo scorso novembre). In questo parziale, inoltre, solo una volta il Salisburgo ha mantenuto la porta inviolata, nello 0-0 contro la Juventus nei gironi dell’Europa League 2010-11.
Il club del gruppo Red Bull sta vivendo un buon momento di forma nel proprio campionato, nel quale ha inanellato una striscia nove vittorie consecutive, portandosi a sei lunghezze di vantaggio sullo Sturm Graz secondo. I biancorossi dovranno fare i conti con le recenti delusioni vissute proprio in Europa League, competizione in cui non trovano il successo da quattro partite (1 pareggio, 3 ko).
L’ultima volta in cui gli austriaci hanno infilato una serie più lunga di match senza vittorie, nella competizione, risale al periodo tra febbraio 2015 e ottobre 2016, quando persero cinque gare consecutive.
Per il Salisburgo la differenza di rendimento tra campionato e Champions League nella prima parte di stagione è stata, come ampiamente pronosticabile, piuttosto evidente. In Bundesliga gli austriaci hanno il miglior attacco con 37 gol all’attivo e la miglior difesa con appena nove reti subite, le stesse che il club ha incassato in Europa in un girone particolarmente ostico con Chelsea, Milan e Dinamo Zagabria.
Nella massima competizione europea gli uomini di Matthias Jaissle hanno pensato soprattutto a giocare di rimessa, tenendo poco il pallone e sfruttando gli spazi concessi dagli avversari in ripartenza. A dimostrarlo il 39% di possesso palla (quarto peggior dato della competizione) e gli appena 1963 passaggi effettuati: solo il Viktoria Plzen (1593) ne ha tentati meno della compagine austriaca.
Nonostante la scarsa propensione a costruire, il Salisburgo ha però creato diversi pericoli agli avversari con un approccio aggressivo alla fase offensiva sfociato in ben 85 tiri in sei partite, nono totale assoluto nonché terzo tra le squadre che non hanno passato il turno alle spalle di Atletico Madrid (97) e Barcellona (90).
Di questi inoltre ben 36 sono arrivati da fuori area, quinto miglior dato in questa edizione della competizione.
Viste le difficoltà realizzative di Benjamin Sesko a prendersi la squadra sulle spalle, quest’anno sono stati Junior Adamu e Noah Okafor, ultimi giovani rampanti del gruppo Red Bull. L’austriaco è ad oggi il capocannoniere stagionale della squadra con 11 reti (7 in Bundesliga, 3 nell’OFB-Cup e uno in Champions).
Notevole anche la stagione dello svizzero, a quota 10 reti totali di cui sette in Bundesliga e tre in Champions. Considerando per di più i giocatori delle squadre che hanno segnato più di una rete nella stagione 2022-23 della massima competizione europea, Okafor quello che ha realizzato in percentuale più marcature per la propria squadra in tutta la fase a gironi: il 60%, avendo siglato tre delle cinque marcature complessive degli austriaci.
Attenzione anche a Maurits Kjaergaard: il giovanissimo centrocampista centrale risulta infatti primo tra i suoi per numero di occasioni create 11 (almeno quattro in più di ogni altro compagno di squadra).
Per quanto sia uno dei quattro giocatori della Champions League con almeno 11 chance prodotte senza neppure un assist all’attivo – assieme a Grealish, Alexander-Arnold e Rafa Silva – ha già mostrato a più riprese una visione di gioco a una capacità di ricerca della verticalità fuori dal comune.
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