Ecco le sue parole.
Vittoria importantissima, per voi. Quanto pesava quella palla sul rigore?
“Pesava come un rigore da segnare. Non ho mai avuto dubbi. Era successo ad Empoli di sbagliare, forse per la troppa voglia di sbloccarmi in campionato. Oggi sapevo di fare gol”.
La Roma ha trovato una quadra?
“All’inizio abbiamo sempre detto che mancasse un po’ di equilibrio, soprattutto nel finale delle partite. Oggi è una grande vittoria. Non tanto per il mio rigore. E non solo per il primo tempo, ma soprattutto per il secondo tempo dove abbiamo dimostrato di volerla portare a casa, di vincere a ogni costo”.
Hai stretto i denti da capitano nel primo tempo. Cosa era successo?
“Ho preso una “vecchietta” (una ginocchiata, ndr). Dà sempre molto dolore, ma sapevo di riuscire a finire la partita”.
200 partite in Serie A. A chi dedichi questo traguardo?
“Alla mia famiglia. Non solo mia moglie, i bambini, mia madre e mio padre, ma tutte le persone che mi hanno accompagnato fino a qui”.
Oggi tanti tifosi giallorossi qui a Genova. Cosa ti senti di dirgli? Dove può arrivare questa Roma?
“Sono vicino ai tifosi, lo dimostrano ogni domenica. Non so dove possiamo arrivare, ma lottiamo su ogni pallone fino al 98’, non molliamo un centimentro, mai. Mi auguro che i tifosi siano orgogliosi di noi”.
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