Abbonarsi è un atto di fedeltà. Abbonarsi il giorno di una finale europea, con la mente e il cuore a Tirana, è un atto d'amore. Abbonarsi durante la finale è ancora di più: è un atto straordinario, irrazionale solo agli occhi di chi non è romanista.
Abbiamo chiesto a chi lo ha fatto di raccontarci la propria testimonianza.
Cara Roma,
Me lo chiedo anche io cosa mi abbia fatto scattare la molla di abbonarmi durante la finale. Me lo sono spiegato così: mancavano cinque minuti al fischio finale dell’incontro, la tensione era a mille e mi è venuta l’idea di rinnovare. Ho acceso il pc, mi sono collegato e ho confermato la tessera per il campionato 2022-23.
Lo definisco un atto d’amore e di fiducia verso la Società, l’allenatore e i ragazzi della squadra. Volevo contribuire con un gesto semplice a rendere magnifico un momento meraviglioso che si sarebbe avverato da lì a poco.
"Volevo contribuire con un gesto semplice a rendere magnifico un momento meraviglioso"
Sono abbonato dalla stagione 2019-20. Quasi tutte le domeniche mi muovo da Salerno per venire a vedere le partite all’Olimpico. Vi lascio solo immaginare cosa ha significato per me recarmi allo Stadio per la partita di semifinale con il Leicester, tornare a casa in macchina alle 2:30 del mattino e poche ore dopo andare a lavorare.
Mi piace ricordare questa citazione di Agostino Di Bartolomei: "Esistono i tifosi di calcio e poi esistono i tifosi della Roma".
Io faccio parte della seconda categoria. Quelli che tifano AS Roma. Quelli che non perdono mai.
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