Le parole del Direttore Generale della Roma, Mauro Baldissoni, ai microfoni di Sky Sport dopo il sorteggio degli ottavi di finale di Champions League che hanno deciso che sarà il Porto l’avversario dei giallorossi nella doppia sfida di febbraio-marzo.
Un giudizio sul sorteggio?
“Bisogna essere in grado di affrontare qualsiasi avversario, poi è evidente che le opzioni, essendo un ottavo di Champions, erano tutte molto difficili. Tra queste forse ognuno di noi avrebbe scelto il Porto che è poi quella che abbiamo pescato, ma questo giudizio vale solo sulla carta. Sarebbe anche sciocco ora preoccuparci dell’avversario prima di occuparci di noi. Perché oggi come oggi siamo preoccupati di sfidare l’Entella in Coppa Italia, quindi figuriamoci se non siamo preoccupati di sfidare il Porto. Squadra che tra l’altro ha il record di punti di tutte le squadre che hanno giocato la fase a gironi ed è anche una squadra che ci ha eliminato due anni fa nei preliminari. Per cui poteva andare peggio, ma noi dobbiamo tornare ad essere la Roma per poter tornare ad affrontare con serenità una sfida che comunque siamo felici di poter affrontare”.
Cosa vi ha portato in questa situazione che vi fa più pensare più all’Entella che al Porto?
“Io ho detto più volte che la squadra ha delle potenzialità che non sono espresse con continuità. Ma anche negli anni passati, in cui abbiamo fatto degli ottimi campionati finendo sempre nei primi gradini della classifica e avendo tra l’altro anche fatto un’ottima Champions League la scorsa stagione, abbiamo avuto dei momenti bui. Quindi è evidente che questa squadra ha delle potenzialità che rimangono inespresse per una parte di ogni stagione. E’ una caratteristica che non riusciamo a correggere e sulla quale dovremmo lavorare. Quest’anno evidentemente abbiamo fatto qualche errore in più perché la situazione è più difficile rispetto alle stagioni passate. Purtroppo abbiamo anche avuto tanti infortuni, arrivati tutti insieme, di giocatori che contiamo di recuperare per presentarci ad una sfida così importante che per fortuna ci sarà a febbraio e non ora. Ma è più importante riuscire ad essere la migliore Roma possibile prima ancora di vedere chi è l’avversario”.
Chi ha sbagliato per arrivare in questa situazione? Di Francesco cosa deve fare per allontanare l’ombra di Paulo Sousa?
“A voi piace puntare il dito sulle singole persone ma non è mai giusto personalizzare. Il nostro è un lavoro che si fa in tanti, in molte più persone di quelle che poi sono visibili e che hanno la possibilità di finire davanti allo schermo e in campo. Quindi quando si parla di sbagli questi possono essere dovuti a varie ragioni e combinazioni di motivi. L’importante è cercare di lavorare per saper trovare le soluzioni, che è quello che stiamo facendo e non abbiamo mai smesso di fare”.
Su Di Francesco e Paulo Sousa?
“Ripeto, a voi piace personalizzare e semplificare una tematica che ritengo sia più complessa. Poi il calcio insegna che i risultati sono determinanti in primis per chi ha la responsabilità tecnica immediata, ossia l’allenatore, e questo vale anche nel nostro caso. Le valutazioni si fanno quotidianamente ma non stiamo ogni settimana a decidere se deve essere uno o l’altro l’allenatore. Il tecnico che è alla Roma in questo momento l’altro anno scorso è arrivato terzo e ha fatto una semifinale di Champions e ha quindi dimostrato di poter allenare la Roma. Quest’anno, ripeto, abbiamo avuto delle difficoltà che sono evidenti anche nel numero di giocatori che sono disponibili: non dimentichiamoci che nelle ultime 4-5 gare hanno giocato sempre gli stessi perché avevamo i calciatori contati e parte di questi scesi in campo hanno una età media sotto i 21 anni. Quindi è evidente che è più difficile in queste condizioni affrontare un momento di difficoltà. Vediamo quindi di risolvere prima tematiche di contorno e di ricompattarci e poi vedremo quello che sarà opportuno fare”.
Si vedono ottimi giovani in rosa. Parlando di mercato: volevate prendere Herrera ad agosto, a questo punto non conviene prenderlo a gennaio così lo togliete al Porto?
“Intanto la scelta dei giocatori dipende dalla direzione sportiva che sta facendo un lavoro costante, dall’inizio alla fine di ogni stagione. Non so se ha mai pensato di prendere Herrera o sta pensando di prenderlo ora. Però, a parte il riferimento al singolo giocatore, noi dobbiamo prima cercare di sfruttare al meglio le potenzialità già esistenti della Prima Squadra e poi valutare se sia il caso di colmare qualche lacuna data dal campo o da situazioni di salute di alcuni giocatori. Ma, ripeto, ci sono giocatori che per vari motivi, tra cui gli infortuni, non sono stati in grado di dare un apporto importante a tutta la squadra. E in questo caso potrei fare tanti nomi. Parlando dei giovani, oltre al fatto di avere un’età bassa, io dico che loro sono da definire come giocatori validi e questo è dovuto non solo alle loro qualità tecniche ma anche a quelle morali, visto la personalità che stanno dimostrando. Siamo infatti molto felici di loro, visto che gli è stato chiesto un compito difficile in queste settimane delicate. In un momento di difficoltà non è facile far crescere i ragazzi, ma loro hanno invece dimostrato di avere tanta sfrontatezza e questo li rende forse ancora più validi di quello che si possa pensare”.
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