La Roma esce sconfitta dalla gara di andata degli ottavi di finale di Champions League contro il Real Madrid ma gli uomini di Spalletti hanno comunque dimostrato di attraversare un processo di crescita e di progredire in maniera costante.
La sua seconda avventura sulla panchina giallorossa è appena iniziata ma il tecnico di Certaldo ha già mostrato il suo contributo, utilizzando diversi moduli di gioco e spostando di ruolo alcuni giocatori, utilizzando ad esempio la difesa a tre e spostando Rudiger sulla fascia. Contro uno dei club più potenti dal punto di vista finanziario e una delle squadre più forti d’Europa, il Real, Spalletti ha rispolverato uno stile di gioco simile a quello proposto durante il suo primo ciclo alla guida della Roma, con quattro uomini nel reparto arretrato e una linea offensiva più fluida, senza un attaccante di riferimento.
In campo la squadra ha giocato bene, mostrando una delle migliori prove della stagione. La palla ha girato senza intoppi e i giocatori, per gran parte dell’incontro, hanno tenuto bene la posizione: da notare come Salah sia stato spesso l’uomo più avanzato, con Perotti libero di attaccare la profondità e svariare sul fronte d’attacco, o come uno tra Vainqueur e Nainggolan si sia proiettato spesso in avanti, ma mai entrambi nello stesso momento.
Senza Totti, Strootman, Castan, Maicon e Dzeko nell’undici titolare, Luciano Spalletti è stato comunque in grado di motivare i titolari e infondere in loro un senso di sicurezza, basandosi sulla corsa degli esterni e sulla comprensione di come – e quando – accelerare il ritmo.
Se un attaccante come Dzeko non viene impiegato dall’inizio, è chiaro che la squadra abbia bisogno di giocatori come Salah, El Shaarawy, Perotti e Pjanic per cercare di sostituirlo in fase realizzativa. Contro il Real Madrid non è stato così, anche ci è mancato poco. Salah ed El Shaarawy sono infatti andati molto vicino a infilare la palla alle spalle di Navas ma, tra il portiere delle merengues e gli interventi provvidenziali di Sergio Ramos e Varane, la squadra ospite ha fatto il proprio dovere per impedire alla compagine giallorossa di trovare la via del gol.
Il mancato fischio su quello che avrebbe dovuto essere un rigore su Florenzi avrebbe potuto rimescolare le carte in tavola, ma una squadra che si affida ai calci da fermo per andare in rete nella più prestigiosa competizione europea finirà certamente per rimpiangere la scelta e, come dimostrano i gol messi a segno dal Real, il calcio di alto livello è spesso questione di particolari.
Potrebbe sembrare strano affermare una cosa simile dopo una sconfitta, ma il centrale greco ha completato il 97% dei passaggi effettuati, contribuendo con sette disimpegni e tre interventi decisivi a impedire che il Real Madrid trovasse il vantaggio, prima che una deviazione di Florenzi su una conclusione di Cristiano Ronaldo non andasse a infilarsi sotto l’incrocio. Non è difficile pensare che, senza Manolas, la squadra giallorossa avrebbe certamente faticato a contenere un attacco così prolifico come quello madrileno; con lui in campo, invece, per la prima volta in cinque stagioni il Real Madrid non è riuscito a tirare nello specchio della porta nei primi quarantacinque minuti di gioco.
Ci sono poche cose più gratificanti che vedere un giovane calciatore cresciuto nel settore giovanile indossare la fascia di capitano durante una sfida a eliminazione diretta della Champions League e dare tutto in entrambe le fasi del gioco. La sua capacità di prendere decisioni in una frazione di secondo si è rivelata, a tratti, sublime: Florenzi ha inoltre effettuato 5 recuperi, comportandosi in maniera encomiabile contro uno dei giocatori più forti della storia del calcio come Ronaldo.
Rimuginare sulla sconfitta minerebbe i progressi fatti nelle ultime settimane e la squadra deve immediatamente pensare ai prossimi impegni, a partire dalla gara contro il Palermo in programma questo fine settimana. In campionato con la lotta per i primi tre posti che sta entrando sempre più nel vivo, la concentrazione giocherà un ruolo fondamentale e così la gara di domenica non deve essere data per scontata. La freschezza di giocatori come Dzeko, Keita e Totti potranno consentire di tirare il fiato a chi recentemente ha speso molte energie e assicurare che lo stile di gioco fluido e rapido proposto dalla Roma nelle ultime uscite rimanga costante.
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