Concluso il campionato, Luciano Spalletti ha lanciato il suo messaggio ai tifosi in vista dell’estate.
“I nostri sostenitori possono stare tranquilli”, ha dichiarato il tecnico a Roma Radio. “La Roma negli ultimi tre anni ha lavorato molto bene, ha fatto ottime partite e ottimi risultati, dirigenti forti, giocatori fortissimi e sarà così anche la prossima stagione”.
I giallorossi hanno concluso il campionato al terzo posto in classifica, assicurandosi il playoff valido per l’accesso alla Champions League della prossima stagione.
“Io non ho fatto niente, ha fatto tutto la Roma. Io ho già trovato questi giocatori e la situazione apparecchiata. La differenza vera l’ha fatta la loro qualità, la loro disponibilità. Io posso solo aiutare nel modo di lavorare sul campo e di ragionare fuori dal campo. Nell’ultimo match a Milano abbiamo fatto vedere il nostro modo lavorare: i ragazzi hanno dimostrato di avere solidità mentale”.
C’è una lezione che la Roma deve imparare da questo girone di ritorno?
“Il piccolo dettaglio che può fare la differenza è crescere a livello caratteriale, ogni tanto nelle partite abbiamo abbassato la qualità e non deve succedere. Non è capitato una sola volta in cui si potrebbe dare il merito l’avversario, ma è successo in differenti situazioni, quindi fa parte della nostra impostazione mentale. Abbiamo passato dei momenti che capitano a tutti, ma è lì la differenza della squadra solida e tosta. È l’addizione dei caratteri dei calciatori. Se li guardi nome in faccia te ne accorgi dopo due minuti che carattere hanno”.
Presto si aprirà il mercato e sarà il momento delle scelte.
“Fa parte dei giochi, si dice la verità ai calciatori e si va avanti. Ognuno può spiegarla come vuole, ma è così. La Roma ha bisogno di determinate caratteristiche. Per alcuni la Roma potrebbe anche essere poco invece: c’è del più o del meno e per valutare le situazioni bisogna prendere in considerazione tutti questi aspetti”.
C’è un calciatore che conosceva solo da lontano e che l’ha colpita?
“Questo vorrebbe dire fare solo alcuni nomi e non sarebbe giusto. Ho visto un buon gruppo. Un calciatore che non ho mai fatto giocare come Uçan, per esempio, ha grandissime qualità nel modo di giocare la palla e ha dimostrato tanta furbizia sul campo. Però mi dispiace tantissimo che non l’ho fatto giocare. Qualcuno è venuto anche a chiedere “perché non gioco?” e la risposta è stata “perché voglio vincere””.
È stata simbolica l’esultanza al gol di Palmieri.
“Come ho già detto, questo è un buon gruppo, sono dei buoni ragazzi, eccetto qualche soggettività. Sono tutti contenti delle performance del compagno e dei risultati. E' una cosa fondamentale. Se uno vuole far gol e non la passa al compagno si innescano meccanismi per cui s'inizia a pensare al proprio orticello che non vanno bene. Si gioca per la squadra e migliorarsi per i risultati del collettivo. Bisogna restare squadra. Squadra, squadra, squadra”.
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