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Totti: “Spero che i nostri tifosi tornino allo stadio”

Totti: “Spero che i nostri tifosi tornino allo stadio”

Sarà la sua ultima stagione da calciatore quella che ha appena preso il via e Francesco Totti vorrebbe passarla con i tifosi al suo fianco

“Sono 25 anni che mi seguono con affetto e con amore e per me è lo stesso nei loro confronti", ha dichiarato il numero 10. "Spero che quest’anno ci possano dare un aiuto, ritornare allo stadio e trovare una soluzione per questa curva, non se ne può più: se c’è bisogno di qualsiasi cosa, potrei scendere in campo anche io per aiutarli e far tornare la situazione come era una volta. Tutti uniti per un obiettivo".

Sarà la sesta stagione con Spalletti per il Capitano, che in vista del ritiro di Pinzolo ci ha parlato dei metodi di lavoro del tecnico toscano.

“Lo conosco molto meglio rispetto a tutti gli altri, so a cosa si va incontro. È una preparazione differente da tutte le altre. Si lavora duro, ma bene: ti fa faticare il giusto. Quando c’è il sorriso, il dialogo e il rispetto reciproco, lavori con molta più serenità”.

Che emozioni provi in vista di questo ritiro?

“È il venticinquesimo consecutivo con la stessa maglia e dovrebbe essere davvero speciale per me: non so quanti giocatori lo abbiano fatto. Per me è un orgoglio, una cosa che ho sempre voluto. Sin da bambino ho sempre pensato di indossare la stesa maglia e fortunatamente ci sono riuscito”.

A settembre compirai 40 anni, cosa vedi quanto guardi indietro?

“Tante belle cose, fatte con la squadra. Trofei vinti, anche se alcuni li considerano pochi, ma non lo sono. Spero di poterne aggiungere ancora di più, anche so che non è facile. Però io cerco sempre di dare il massimo, di mettermi a disposizione del mister e quando lui valuterà, se avrà bisogno di me, io sarò sempre a disposizione come ho sempre fatto”.

Ci racconti un aneddoto sui passati ritiri?

“Una cosa che ricordo è legata a Brunico, quando c’era Spalletti e la sera ci ritrovavamo lì fuori l’albergo, al bar. Stavamo con Mexes, Menez, Cassetti e Vucinic, poi c’erano i fisioterapisti e uno di loro faceva le scommesse su chi mangiava più lucciole, uno schifo (ride, ndr). Vinse Mexes, ne mangiò sette o otto: aveva tutta la bocca fosforescente”.

Quanto è importante Strootman per la prossima stagione?

“Kevin è un rinforzo, non è stato con noi per un paio d’anni per questi infortuni al ginocchio. È un giocatore fondamentale perché è un leader, sia in campo sia fuori dal campo: è un trascinatore, anche in amichevole gioca al cento per cento e fa la stessa cosa in allenamento. Dà sempre il massimo e non vuole mai perdere: ci darà sicuramente tanto”.

Vedendo come è finito lo scorso campionato, cosa pensi possa fare la Roma dalla prima giornata?

“Prima dell’inizio della stagione si parla sempre di obiettivi e quando parli speri sempre di ottenere il massimo, però sappiamo che è dura perché di fronte a noi abbiamo una squadra più forte, che è la Juve, lo ha dimostrato negli ultimi anni. Spero, però, che con il mister e la Società si possa riuscire a diminuire il gap, per poter ambire a uno dei trofei più importanti”.

Con voi ci saranno diversi giocatori della Primavera di Alberto De Rossi, freschi campioni d’Italia. Ti sentiresti di consigliare loro qualcosa?

“Ormai sono grandi e vaccinati, ma il consiglio che posso dare è portare rispetto ai giocatori più grandi. Sono cambiate le abitudini, oggi sono cambiati i modi e i tempi per un giovane. Ma loro non hanno bisogno di questo, sono ragazzi eccezionali, educati e quando c’è rispetto nei confronti dei più grandi si possono fare tante belle cose”.

Pochi giorni fa è stata presentata la nuova maglia: che ne pensi?

“Ogni anno scoprire la maglia nuova della Roma è una bellissima sensazione, io ho avuto la fortuna e la possibilità di indossarla per 25 anni di seguito. Ne ho cambiate tantissime, ma questa ha la novità dei calzettoni gialli e ha anche i calzoncini rossi: si ritorna al vecchio stile, che mi gratifica molto”.