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eSports: 17 domande a Insa, il primo giocatore italiano FIFA della Roma


Insa è il primo giocatore italiano del team eSports della Roma. Ecco com'è nata la sua passione per FIFA...

Insa è il primo giocatore italiano del team eSports della Roma. Ecco com'è nata la sua passione per FIFA...

Quando hai iniziato a giocare a FIFA?

"A livello amatoriale ho iniziato a giocare a FIFA nel 2008. Ho iniziato a competere nel 2010, ma in un altro gioco, Gears of War. Poi nel 2014 ho iniziato con i tornei di FIFA".

Descrivici il tuo stile di gioco.

Ho un gioco in cui faccio girare molto il pallone, caratterizzato da molto possesso. Non sono molto legato alle skill e alle finte: cerco di fare solo quelle giuste, al momento giusto, ma non sono mai troppe. Mi piace variare il gioco sia centralmente, sia sulle fasce. Il mio gioco è dinamico e se non riesco a trovare spazio per il passaggio verticale, preferisco sempre tornare indietro. Tanto prima o poi in FIFA qualcuno sbaglia…

Qual è il tuo sistema di gioco preferito su FIFA?

"Ogni partita ovviamente ha una storie a sé, ma io in generale uso due sistemi di gioco: all’inizio parto con un 4-2-3-1 e poi, se sulle fasce non trovo spazio, schiero un rombo stretto, il 4-1-2-1-2".

Quando hai capito che saresti potuto diventare un giocatore professionista di FIFA?

"Non vorrei sembrare spaccone, ma dal momento in cui ho iniziato a competere. Come detto, facevo tornei di un altro gioco. Un mio amico competeva a FIFA ai tempi e vinceva, mi sono scontrato con lui e in qualche occasione sono riuscito ad avere la meglio. Lì ho capito che allenandomi avrei avuto tante possibilità di vincere. Dopo un mese ho vinto un torneo alla Game’s week di Milano".

Quando hai fatto il tuo esordio da professionista?

"Un piccolo evento che si chiamava Videogames Party, a Mantova nel 2014. Era il giorno prima in cui uscisse FIFA 15, era una prova del gioco".

Quanto spesso ti alleni e in cosa consiste il tuo allenamento?

"Tutti i giorni. Dal venerdì alla domenica si giocano di solito 40 partite, fondamentali per la qualificazione al mondiale. Nel weekend sei attaccato 10 ore al giorno alla consolle. Di solito il lunedì mi prendo una pausa di mezza giornata e mi rivedo tutte le mosse sbagliate. Dal martedì al venerdì mi alleno sempre, almeno 3 o quattro ore al giorno. L’allenamento consiste in tanti aspetti: posso vedere dei tutorial di ragazzi molto forti, tramite i quali riesco a carpire delle cose che non sono solito fare o che metto in pratica in maniera sbagliata: guardare gli altri aiuta sempre. Nella prima mezz’ora cerco di correggere tutti i miei errori, mi vedo tutti i match importanti in cui ho sbagliato. La prima parte di allenamento è caratterizzata al miglioramento. Poi gioco online, sempre con gente più forte: solo così si riesce a crescere giorno dopo giorno. E poi ogni sera c’è un torneo".

Hai qualche rituale pre-partita o qualche gesto scaramantico?

"Per un periodo ho seguito un consiglio che mi aveva dato il mio mental coach. Giocavo ad Hexagon, un esercizio che ti aiuta ad allenare i riflessi, era utile per arrivare già pronto a pensare a tutte le mosse in anticipo nel corso della partita. Ultimamente ammetto che lo sto facendo molto meno: sto cercando di imparare a non pensare a niente, voglio essere solo concentrato. Se non ti leghi a superstizioni e ad abitudini particolari riesci a dare anche di più".

Qual è il tuo risultato più importante che hai conseguito a livello professionale finora?

"Difficile a dirlo, ma penso sia stata quella accaduta venerdì scorso a Zurigo: sono stato invitato assieme ad altri sei gamer dalla FIFA al primo players workshop della storia. Si è parlato del futuro delle competizioni, abbiamo fatto un tour privato nella loro struttura. È stata una soddisfazione immensa, perché vuol dire che secondo la FIFA siamo noi i miglior in questo campo”.

Cosa ti piace fare nel tempo libero?

"Ammetto che più si va avanti, più ne manca. Mi piace stare con gli amici, andare al cinema, un concerto, vedere una partita con una birra. La cosa che mi piace di più è viaggiare. Oltre a Roma che è una grande città, quella che mi ha impressionato di più è Londra come città".

Chi sono i tuoi modelli all’interno della community FIFA?

“Come livello di bravura c’è un solo player sopra agli altri, il nostro Ronaldo o Messi. Si chiama Gorilla, è il più bravo di tutti. Può perdere ogni tanto, non è imbattibile, ma se esce sconfitto è solo per un demerito suo. Citerei anche Tass, un gamer molto professionale e una leggenda di FIFA: anni fa vinceva di più e quest’anno sembra essere tornato alla ribalta”.

Se potessi dare un consiglio ai giocatori di FIFA che cercano di migliorare lo stile di gioco, quale sarebbe?

“Questa è un consiglio soprattutto per la community italiana e cioè non cercare alibi. La sconfitta è la miglior strada per il successo. Quando perdi devi capire cosa sbagli e dagli errori c’è sempre da imparare”.

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Qual è il tuo giocatore giallorosso preferito, passato o presente?

“Totti. Sono cresciuto con lui, da quando sono ragazzino c’è sempre stato ed è sempre stato allucinante, anche sui videogiochi. L’ho visto a San Siro e dal vivo è ancora più forte”.

Qual è il giocatore che ti piace usare di più su FIFA e perché?

“Nainggolan. Perché è perfetto per FIFA. Ha statistiche alte, è veloce, ha un buon dribbling, nel gioco si sfrutta sia a livello difensivo sia come trequartista. Non ha una caratteristica che non funzioni”.

Qual è stata la tua reazione quando sei venuto a conoscenza dell’interesse della Roma?

Avevo chiesto al mio agente di mettersi in contatto con la Roma, avendo proprietari americani pensavo ci potesse essere un punto di contatto tra il nostro e il loro mondo. Non ci credevo e non ci credo ancora. Ho avuto tante soddisfazioni della vita, ma questo vuol dire entrare nel professionismo a tutti gli effetti. È una “ficata”, un’emozione unica. Ancora non me ne rendo conto e questo forse spiega ancora di più la portata della cosa”.

Perché hai deciso di firmare per la Roma?

È un club tradizionale, la squadra della nostra capitale. Una delle squadre più importanti a livello europeo. Ci sono tanti motivi, tra questi c’è l’onore che ho nel vestire la stessa maglia di Totti”.

Come ci si sente a essere uno dei primi acquisti eSports ufficiali della Roma?

“Ne sono onorato: siamo pionieri, il primo grande Club in Italia a fare questo passo. Questo mi mette in un’ottica: voglio iniziare a scrivere subito la storia della Roma in questo campo. Per ispirare la gente ad arrivare dove vogliamo arrivare noi, più club entrano questo mondo si sviluppa”.

Quali sono gli obiettivi professionali che speri di raggiungere con la Roma quest’anno?

“Voglio cercare di arrivare al mondiale e di fare risultato. È questo l’obiettivo. Se punti in alto, cadi sempre in piedi. Se puntassi solo a un campionato italiano e perdessi non avrei nient’altro in mano. Puntato a livello mondiale hai comunque tanti altri eventi in cui competere”.

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