“Nura da giovedì ha ripreso ad allenarsi con la Primavera, Strootman invece è a disposizione: è con noi e ieri si è allenato, ha fatto anche abbastanza bene, ma poi è chiaro che va pensata in maniera corretta la sua convocazione. Rudiger lo avete visto tutti, ha giocato, ha fatto bene e ha fatto gol. Poi qualcuno stamattina mi ha chiesto se lo porterò domani, ma meglio non rischiare: mercoledì, però, viene con noi. Vermaelen, infine, sta dando piccole risposte positive”.
Ritiene questo turno particolarmente favorevole per la Roma? Anche in vista di Milan-Juventus?
“È favorevole se riusciamo a vincere, contro un avversario che in casa ha sofferto un po’ e fuori casa ha costruito l’attuale classifica: il Palermo è una squadra insidiosa. Dipenderà dalla nostra prestazione, perché ogni tanto ci succede di abbassare il livello. De Zerbi è un allenatore promettente ed è già forte. Il tanto nominato Zamparini ha una grandissima qualità nel saper scegliere i tecnici e poi quando li manda via e li riprende li fortifica anche caratterialmente”.
Ogni volta che si subisce una rimonta si parla di cali di tensione e di mentalità. Come si costruisce una mentalità vincente?
“Servono velocità, forza, qualità tecnica, ma anche il carattere della persona. Ci sono questi calciatori che non mollano mai, mentre ce ne sono alcuni che abbassano il livello e si compiacciono di quello cha hanno fatto precedentemente e non continuano nella ricerca del risultato. Questa deve essere una qualità del professionista in generale: saper scegliere il momento di difficoltà che ti fa portare il risultato a casa. A noi ogni tanto succede di riposarci in momenti di fatica ci riposiamo: ci fermiamo, ma poi ripartiamo”.
“Il livello che dobbiamo raggiungere è quello di Napoli-Roma. L’anomalia è stata l’altra sera contro l’Austria Vienna. Non si tratta solo della difesa: un solo reparto non è responsabile, è anche dovuto a quello che fanno gli altri reparti. È successo. È doloroso, però gli episodi dolorosi non ci toglieranno mai la voglia di fare qualcosa di importante per la nostra squadra e domani lo faremo vedere”.
Garcia ha detto che è stato un errore chiamare i preparatori al suo terzo anno. Che idea hai e come ti trovi con loro?
“Io quando vado a lavorare in un posto porto sempre il mio metodo ma ascolto anche gli altri, ma è chiaro che in questo casa sono loro a doversi adeguare al mio modo di lavorare. Darcy Norman ed Ed Lippie sono sensibili, intelligenti, mi danno un contributo importante. Lavorando senza la valutazione degli esercizi si rischia di sconfinare a volte, loro sono perfetti a documentare sempre il lavoro che stiamo facendo: questa per me è una conferma, un valore aggiunto che mi dà la possibilità di lavorare bene. Per me loro sono due buone persone. È chiaro che devono accettare di allinearsi con il mio metodo di lavoro”.
Rudiger per caratteristiche gioca meglio come terzino destro o come difensore?
“Può farli tutti e due, ha quella velocità sui 50 metri, ha una progressione facile, è bravo con i suoi piattoni puliti giocati in avanti. Magari quando gli chiedi di fare il terzino destro fluidifica ma non con la qualità di Peres, quando difende però lo fa con la qualità di Rudiger. Low quando è venuto a Roma mi ha chiesto un consiglio sul suo ruolo e gli ho risposto che la scelta va fatta in base all’avversario e alla partita”.
La Roma deve fare di più in Europa? Ha vinto solo quattro partite negli ultimi cinque anni in Europa.
“Ci ha anche passato qualche periodo in Europa, la Roma è stata brava a crearsi lo spazio in certe competizioni. È chiaro che se i dati sono questi doppiamo migliorarli, ma noi in Europa ci siamo, ci vogliamo restare, vogliamo far bene. È un’altra necessità che abbiamo quella della visibilità in Europa, come ho anche detto l’altra volta noi portiamo sulle spalle il nome della capitale d’Italia e di conseguenza a fare anche buoni risultati per essere all’altezza della nostra bellezza”.
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