Per Antonio Rudiger la Roma ha un solo risultato in vista del Derby, la vittoria. Il difensore tedesco vuole continuare la sua personale tradizione positiva nelle stracittadine, che finora lo ha visto due volte in campo e due volte vittorioso.
“Anche pensando alla classifica, noi dobbiamo sapere che domenica c'è soltanto un risultato: la vittoria” ha detto Rudiger in una intervista rilasciata al quotidiano ‘Il Tempo’.
Il difensore, nonostante sia rammaricato per l’assenza dei tifosi allo stadio, sente molto presente la passione del popolo giallorosso in vista di Lazio-Roma: “Ho capito subito che la città è pazza di calcio e quindi che il Derby è una partita speciale. In questi giorni la gente ti avvicina e cerca di scambiare due parole, tutti mi dicono: "Mi raccomando!". Così senti la passione dei tifosi. E' un po' triste non avere il sostegno dei tifosi allo stadio, anche se so che guarderanno tutti insieme la partita da un'altra parte. Se fossero presenti ci darebbero una spinta in più”.
Siete pronti?
“Ci siamo allenati bene in settimana, ma non ci voleva questo infortunio di Salah”.
Tu invece sembri completamente guarito…
“Sì. ho passato quattro mesi lunghi e difficili, ora sono tornato in carreggiata, ringrazio tutti quelli con cui ho lavorato e anche me stesso”.
Cosa significa farsi male all'improvviso al primo allenamento con la Germania in Francia?
“E’ stato uno shock, ho capito subito che non avrei giocato l'Europeo. Dopo una buona stagione con la Roma avevo voglia di partecipare a quel torneo, ma ho pensato subito positivo. Quella sera a cena con i compagni di nazionale regnava il silenzio mentre io ridevo e sembravo quello più sereno. A loro dicevo: "Tranquilli, è successo a meno non a voi". Mi era capitato un brutto incidente, vero, ma sono un ragazzo positivo, vengo da una famiglia povera, e so che significa lottare per ottenere qualcosa. Non mi arrendo mai, che sia un infortunio o una partita. L'intervento e successiva riabilitazione sono andati bene, il professor Mariani mi ha detto che in 4 mesi sarei potuto tornare in campo, all'inizio tutti mi facevano notare che era un tempo molto breve per un crociato rotto invece a me sembrava tantissimo. Adesso sto bene e ringrazio il chirurgo. Mi devono ammazzare per fermarmi, non è nella mia natura, io voglio sempre vincere”.
E cosa dovrà fare la Lazio per impedirtelo?
“La stessa cosa, uccidermi”.
Vi fanno paura quest'anno?
“Non conosco il club, tantomeno il loro allenatore, sicuramente saranno molto motivati, è una partita importante per entrambi. E' un derby con una grande storia, ma non mi preoccupo e non guardo in casa della Lazio, preferisco concentrarmi sul nostro obiettivo: vincere e basta”.
Avete studiato con Spalletti come fermare Immobile?
“Non ancora, lo faremo. Sappiamo che lui è in forma in questa stagione, ma siamo la Roma e secondo me abbiamo una squadra migliore della loro. Adesso lo dobbiamo dimostrare sul campo perché possiamo parlare e parlare per ore, ma l'unica cosa che conta è dare tutto domenica alle 15 per 90 minuti. Ci sarà da combattere parecchio in campo”.
Senza la Curva Sud, mentre i tifosi laziali ci saranno. Vi sentite soli?
“Da quando sono arrivato la nostra curva piena l'ho vista solo su Youtube e in tv. Non posso dire molto rispetto alle emozioni che potrebbe trasmetterci, Ma Totti De Rossi e Florenzi mi hanno spiegato che sarebbe completamente diverso. Così invece è un vero peccato, a Dortmund ad esempio 80 mila spettatori presenti in ogni partita rendono l'ambiente infuocato, non riesci neanche a sentire la tua voce in campo”.
Almeno in città il tifo lo percepisci?
“Roma è incredibile. Il primo giorno che sono arrivato qui una signora anziana mi ha riconosciuto dentro la clinica dove stavo facendo le visite mediche. Ha detto: "Sei Rudiger!". Sono rimasto scioccato... in Germania non succederebbe mai una cosa del genere. Devi essere Schweinsteiger, Lahm o Klose e forse, ripeto forse, ti potrebbe riconoscere”.
Nei derby dell'anno scorso ti sei accorto dei 'buh' razzisti provenienti dalla curva laziale?
“Ho sentito qualcosa, ma preferisco non dare importanza a questa gente. Tra l'altro devono avere qualche rotella mancante visto che anche nella Lazio giocano calciatori di colore come Keita. Quindi che senso ha? Se insultano me dovrebbero capire che stanno facendo lo stesso con un ragazzo della loro squadra”.
Se dovesse sceglierne una sola, preferiresti battere la Lazio o la Juve a Torino?
“Preferirei vincere il Derby perché è la prossima e perché è la partita più importante per i romanisti, ma se dovessi ragionare in ottica scudetto forse sarebbe più funzionale fare tre punti in casa della Juve”.
I bianconeri vi sembrano più deboli quest'anno?
“E’ vero che non stanno giocando benissimo, ma onestamente la Juve ha quello che manca a molte squadre italiane: la mentalità vincente. Per esempio lo scorso anno ha vinto 2-0 a Bergamo difendendosi, noi abbiamo preso tre gol lì e quest'anno abbiamo addirittura perso. E' questa la differenza tra loro e le altre. Noi abbiamo lasciato troppi punti sciocchi per strada, tipo Empoli, dove invece Fiorentina e Milan hanno segnato quattro gol”.
Però guardando le partite di questo campionato il divario non sembra così grande…
“Vero, se non avessimo perso punti per strada saremmo davanti, in ogni caso adesso siamo a -4. Un anno fa di questi tempi loro non stavano giocando bene ma erano comunque davanti dopo che a settembre non avevamo più di dieci punti di vantaggio. E a fine stagione: Juve 91 punti e Roma 80. Ma quest'anno per me possiamo riprenderli: dobbiamo crederci”.
Manca solo tornare a vincere qualcosa di importante a questa Roma…
“Sì, è tempo di vincere assolutamente: sono passati 15 anni dall'ultimo Scudetto, troppi. Il nostro è un club con una bella tradizione, in un momento in cui in Bundesliga alcuni grandi club lottano per la retrocessione, noi abbiamo ancora la fortuna per competere per il titolo. Dobbiamo provarci fino in fondo”.
Stai migliorando con Spalletti?
“Basta vedere il mio rendimento di prima con Rudi e quello di adesso. Sono onesto, all'inizio non ho fatto bene, da quando c'è Spalletti credo di essere cresciuto molto tatticamente ed è il motivo per cui sono venuto: sapevo che in Italia avrei imparato molto sotto questo profilo. Ho fatto anche un assist per Dzeko, anche se non è il mio mestiere. Neppure segnare lo è, ma in un derby non conta chi fa gol”.
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