Una vittoria importantissima, per partire con il piede giusto: la Roma conquista i primi tre punti della stagione al match di esordio della Serie A 2017-18, sul difficile campo dell’Atalanta.
“Ho visto una squadra che aveva il desiderio di portare a casa i tre punti: questa è una mentalità da grande squadra. Spesso quelle che stanno davanti portano a casa vittorie sporche, questa è stata così. So che può ancora crescere questa squadra”, le parole di Eusebio Di Francesco al termine del match.
“Oggi avevo chiesto carattere rispetto all'ultima uscita nel precampionato. L’anno scorso qui hanno vinto in poche, la stessa Roma aveva perso. L’Atalanta riesce sempre a fare questo forcing impressionate, dovevamo essere più bravi nel palleggio e nel possesso palla. Capisco però che all’inizio la condizione non è al massimo e il fatto di non aver presto gol e di aver lavorato come ho chiesto io mi ha dato grandi soddisfazioni. Se palleggi meglio ti abbassi di meno, ma al di là dell’altezza della squadra io ho visto una formazione corta in tutte le situazioni con grande voglia di soffrire. Vi posso assicurare che la capacità di soffrire è il grande salto di qualità che può fare la squadra”.
Qualche errore l’ha fatta infuriare?
“Meglio che non facciamo rivedere le mie arrabbiature in panchina. Io credo che al novantesimo, con l’esperienza che abbiamo in campo, non si può battere una punizione e darla al loro portiere per farli ripartire. Ci serviva malizia e noi ce l’abbiamo grazie ai nostri giocatori di livello internazionale: hanno la possibilità di fare una giocata e di tenerla lì, cosa che fa la differenza. Non siamo stati bravi a gestire certi palloni. Però nel complesso abbiamo preso subito le loro misure, siamo stati bravi ad offenderli e a prenderli alti. Abbiamo dimostrato di non aver paura”.
La preoccupano le poche occasioni da gol create?
“Io credo che l’Atalanta abbia preso solo un palo nel secondo tempo, vuol dire che la squadra ha giocato bene. I nostri avversari ci hanno creato difficoltà negli errori commessi da noi, c’è stata poca qualità nella manovra, troppi errori tecnici. In questo senso noi possiamo fare meglio. Le occasioni in cui poteva sfruttare meglio la palla, poi, ci sono state. Sono sereno e perché oggi sono più bravo a difendere che ad attaccare. Da domani sarò anche più bravo ad attaccare”.
Ci è rimasto male per lo scetticismo che c’è stato in questa settimana?
“No, so il lavoro che faccio, ci momenti in cui si è incudine e in altri si è martello. Io ho una dote interiore: l’equilibrio. E spero che questa sia anche forza della mia squadra. Nel precampionato abbiamo fatto ottime cose e all’ultima partita ho fatto scelte per tutelare giocatori che dovevano scendere in campo oggi. Questo giudizio è stato orientato alla totalità, ma qui è cambiato allenatore, io ho un’altra mentalità, cerco di portare una squadra che ha sempre voglia di giocare. Dobbiamo migliorare, ma io voglio questo: una squadra aggressiva e corta, cosa che abbiamo fatto, tranne negli ultimi minuti in cui abbiamo sofferto e loro ci hanno messo all’angolino. Ma onestamente questo stadio ti crea sempre difficoltà negli ultimi 20 minuti, ti mettono nella tua metà campo e hanno questa capacità di spingere. Dovevamo essere più bravi a partire con qualità”.
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