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Roma Review 2017, Parte 4: Di Francesco torna a Roma


La rassegna del 2017 giallorosso continua con il ritorno di Di Francesco nella Capitale: dopo la sua esperienza da calciatore, Eusebio diventa l’allenatore della Roma

Francesco Costa / @francescocosta: “Parliamo di un allenatore che in quattro stagioni ha portato il Sassuolo dalla Serie B all'Europa League, e senza una società spendacciona alle spalle. Arrivato in Europa League, alla prima giornata rifila un tre a zero a una squadra esperta e blasonata come l'Athletic Bilbao con una prestazione perfetta. Il tutto lavorando moltissimo sull'identità della squadra e proponendo un gioco coraggioso, aggressivo e moderno. Pensavo fosse destinato a una grande panchina, non necessariamente la nostra”.

Daniele Trombetta / @Dtrombetta87: “Di Francesco era destinato ad una piazza importante. Era nell’aria già da tempo, ma lui ha saputo aspettare e maturare, non farsi ingolosire da “chiamate” importanti, lavorare duro mostrando tante qualità al Sassuolo, per poi approdare alla Roma quando ha deciso che era il momento giusto per lui. Al Sassuolo ha sempre difeso i suoi pensieri, le sue scelte, anche nei momenti più complicati, avendo sempre ragione, e portando il club emiliano a risultati inaspettati”.

Bren / @BrenCdT: “Il ritorno di Eusebio di Francesco a Roma è stato senza dubbio qualcosa di romantico, ma devo ammettere che inizialmente ero un po’ scettico, innanzitutto perché ero un grandissimo ammiratore di Luciano Spalletti ed ero convinto fosse l’allenatore ideale per questo gruppo di giocatori. Poi c’era l’inevitabile pressione portata dal passaggio dal Sassuolo alla Roma, quindi non ero così favorevole all’arrivo di Di Francesco come invece avrei dovuto essere, considerando che non aveva soltanto portato alla salvezza gli emiliani ma gli aveva anche fatto disputare una coppa europea. Aveva fatto un gran lavoro. Il Sassuolo era una sorta di mina vagante, un pericolo costante per qualsiasi avversario e, inoltre, era anche divertente vederlo giocare”.

“Essere in grado di portare nella massima serie un club con i mezzi del Sassuolo e riuscire poi a fargli disputare una competizione europea è qualcosa di straordinario. Tuttavia, devo ammettere di essere stato al tempo stesso felice e in ansia quando ho saputo del suo ritorno alla Roma”.

- John Solano

Wayne Girard / @WayneinRome: “In una scala da uno a dieci gli do dieci per quello che ha fatto a Sassuolo. Ha fatto rendere la squadra alla grande, facendola giocare un calcio bello da vedere e utilizzando talenti ancora acerbi. Portare il Sassuolo a disputare l’Europa League è stata un’impresa e il loro gioco dinamico era una meraviglia per gli occhi. Quando è stato scelto come allenatore della Roma, avevo paura, ma ero al tempo stesso speranzoso. Non credevo fosse il momento giusto per farlo tornare, il salto da una squadra di metà classifica a uno dei migliori club italiani è un passaggio delicato che solo i grandi allenatori riescono a sostenere.

“Pensavo che forse una squadra come il Milan o la Fiorentina sarebbe stata la soluzione più adatta in quel momento. Pensavo anche che, essendo Di Francesco una persona molto tranquilla ed educata, avrebbe potuto essere “preda” dei media romani e che quindi questo avrebbe potuto influenzarlo. Roma non è una piazza semplice da gestire. Sono contento di essermi sbagliato”. “I was thinking maybe a team like Fiorentina or Milan would have been a more appropriate step. I was also afraid that with him being such a nice guy, the Roman media would chew him up and affect his psyche – Rome is a hotbed like no other. I’m glad to have my instinct proven wrong.”

@francescocosta: “Sarò sincero: quando Di Francesco è arrivato a Roma ero allo stesso tempo curioso e preoccupato. Curioso di vedere dove ci avrebbe portato il mix tra la chiarezza di idee e i principi di gioco mostrati a Sassuolo, e la rosa di una squadra come la Roma forte e ambiziosa di questi anni. Preoccupato perché il salto da Sassuolo a Roma è come un salto tra due pianeti diversi, nascondeva e nasconde ancora cento insidie e poteva non essere semplice nemmeno per il migliore degli allenatori”.

@Dtrombetta87: “Il suo arrivo alla Roma ha portato freschezza e rinnovamento ad un ambiente provato da un finale di stagione impegnativo, ricco di dubbi e discussioni sulla figura del mister, su chi era e chi sarebbe stato. Il suo arrivo, assieme a quello di Monchi, ha letteralmente aperto un capitolo del tutto nuovo. E poi sapevamo che Di Francesco era uno “di casa”, uno che l’ambiente lo conosceva già bene, e che probabilmente sapeva già come poterlo gestire, e questo è stato un fattore senza dubbio importante quando la società ha dovuto fare la scelta dell’allenatore”.

Andrea Cardoni / @andrecardoni: "Ho pensato che tornava a casa uno che qui aveva lasciato il ricordo di essere una brava persona: uno che ha fatto il calciatore, il team manager, l’allenatore partendo sempre da lontano e guadagnandosi col lavoro ogni singolo pezzo di quello che poi ha ottenuto e, soprattutto, che questo suo modo d’essere, e di comunicare, fosse coerente con l’essere della Roma. Sul modo di gestire la squadra penso che sia il suo modo di gestire la squadra e, in virtù di quanto detto sopra, sono contento che, uno così, sia l’allenatore della Roma e, soprattutto per lui, che si sia andato a prendere una bella soddisfazione in Champions League. Ah: e sono contento che abbiamo la miglior difesa".

@BrenCdT: “Se mi ha sorpreso? Assolutamente. Quando la Roma gioca bene, si può chiaramente vedere la sua mano; la tattica funziona bene e ogni azione offensiva crea molteplici occasioni da gol. La difesa, poi, si è dimostrata impenetrabile. Per quanto riguarda la Champions League, bisogna togliersi il cappello. Non avrei mai pensato che la Roma riuscisse a passare il girone, figuriamoci vincerlo. Ma i giallorossi non hanno sofferto il grande palcoscenico, anzi. Le due partite contro il Chelsea sono state tre le prestazioni più entusiasmanti che abbia mai visto da quando seguo la Roma”.

John Solano / @Solano_56: “Mi ha sorpreso. Il campionato della Roma è stato sinora molto positivo ma chiudere al primo posto il girone di Champions League è stato un traguardo straordinario”.

@francescocosta: “Non mi ha sorpreso in assoluto la qualità del suo lavoro, ma mi ha sorpreso il poco tempo che gli è stato necessario per metterlo in pratica, per prendersi il rispetto dei giocatori e diventarne il capobranco. Credo che tutti, lui compreso, avessero messo in conto la possibilità di un inizio di stagione un po' lento: guarda come iniziò Sarri a Napoli, per esempio. Invece chiudiamo l'anno in una posizione di classifica che lascia tutto aperto e dopo aver vinto il nostro girone in Champions League. La rapidità con cui si è dimostrato pronto mi ha sorpreso”.

@Dtrombetta87: “Le premesse nel momento del suo arrivo erano già ottime, ma aspettarsi un cammino del genere in campionato, e soprattutto in Champions, era obiettivamente difficile. Ha dato fiducia a tutto l’ambiente, soprattutto a giocatori poco motivati, ottenendo finora il massimo da tutti, utilizzando indipendentemente tutta la rosa tenendo la tensione sempre al massimo in ogni calciatore. E questo è senza dubbio stato uno dei segreti della strada percorsa finora. Infondere un certo tipo di mentalità non è un lavoro da poco, ma lui ci sta man mano riuscendo”.

@WayneinRome: “La Roma di Di Francesco non è assolutamente un prodotto finito. L’allenatore lavora duramente ogni giorno assieme alla squadra e le sue parole dopo le gare più difficili non lasciano adito a scuse. Continua a ripetere come la risposta sia il duro lavoro. Questo approccio pragmatico è stato accolto molto bene. Finire il girone di Champions League al primo posto è stato un sogno. Fare meglio di Chelsea e Atletico Madrid? Siamo seri? Quello che è mancato alla Roma nel passato recente è stato non solo un allenatore che crede nella squadra ma anche un allenatore che riesce a far capire ai giocatori come questi possano ambire ad essere i migliori. È importante che i tifosi si ricordino come questo sia il suo primo anno, come in estate se ne siano andati un forte centrale di difesa e uno degli esterni d’attacco più forti del mondo e come la Roma stia ancora facendo i conti con la grana infortuni”.

@Solano_56: “Non sono sorpreso dalla sua tenacia, l’aveva già dimostrata alla guida del Sassuolo. Mi ha piacevolmente sorpreso l’intenzione di ruotare i giocatori per mantenerli freschi”.

@BrenCdT: “Saper ruotare i giocatori è certamente un’arte e non sono sicuro che sia già riuscito a padroneggiarla del tutto; non ha mai avuto a disposizione una rosa così ampia quindi era ovvio che ci sarebbe stata una fase di apprendimento. Se con la difesa è riuscito a fare un lavoro egregio, a volte mi lascia perplesso la gestione del centrocampo. Nonostante questo, mi piace molto la sua voglia di mescolare e assemblare le diverse formazioni e sono sicuro che a un certo punto riuscirà a trovare la quadra”.

@WayneinRome: “Mi aspettavo una rotazione importante dei giocatori, dopo che questa estate aveva più volte detto di avere bisogno di sei attaccanti. Anche Daniele De Rossi ha affermato che Di Francesco gestisce molto bene i rapporti all’interno dello spogliatoio e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Stephan El Shaarawy è in gran forma e sostiene che questo sia dovuto alla fiducia che l’allenatore ripone in lui. Diego Perotti è stato sino ad ora uno dei migliori attaccanti del campionato, perché Di Francesco ha capito come utilizzarlo al meglio”.

@francescocosta: “Dal punto di vista tecnico il turnover che adotta di Francesco è la cosa meno scontata della sua gestione fin qui. Credevo che almeno all'inizio avrebbe lavorato soprattutto con un gruppo ristretto di giocatori, per rendere più facile l'introduzione dei suoi principi di gioco. Non dimentichiamo che questa è la prima volta che Di Francesco allena una squadra con i campioni e gli obiettivi della Roma: eppure ha dimostrato di saper gestire una rosa importante e i molti impegni come un veterano. Ed evidentemente ha ancora margini di miglioramento. Abbiamo un allenatore in grado di aprire un ciclo”.