“I periodi sono sempre delicati. Adesso che ci sono sempre meno partite da giocare va diminuito il margine di errore. Dobbiamo fortemente volere il terzo posto e anche passare il turno di Champions contro lo Shakhtar. È un periodo molto importante”.
“Credo che il Milan abbia un’ottima rosa e Gattuso è riuscito a sfruttarne al meglio le qualità. Giocano un buon calcio con una buona organizzazione. Il 4-3-3 esalta il loro organico. Rino sta facendo un ottimo lavoro, gli faccio i complimenti”.
“Vorrei chiarire visto le cose che sono uscite. Non ho parlato con la squadra né con i dirigenti nel post partita. Anche il giorno dopo non ho parlato con la squadra, volevo esaminare le cose a freddo e non a caldo. Ho riparlato con la squadra ieri cercando di dare come messaggio il fatto che abbiamo possibilità di passare il turno come dimostrato nei primi 50 minuti. Dobbiamo anche ributtarci nel campionato con convinzione, cercando di avere continuità in tutta la partita. Se c’è qualche discorso personale, resta personale”.
“Dico che non è una questione di sistema d gioco ma di condizione mentale. Radja deve ritrovare forza e convinzione al di là del sistema di gioco. Io voglio il bene della Roma non del singolo giocatore. Io alleno la Roma, una squadra in cui l’importante non è il singolo ma la squadra, fare prestazioni di squadra importanti. 4-3-3 o 4-2-3-1 l’aspetto che conta è l’interpretazione. Sono convinto che tornerà ad essere il Nainggolan che conosciamo, al di là dei gol, come prestazione. Ha avuto qualche problemino al polpaccio ma è stato superato. Quella con lo Shakhtar è stata una delle sue prestazioni migliori a livello fisico. È in crescita come lo è tutta la squadra”.
“Le caratteristiche dei calciatori sono alla base del sistema di gioco. Si potrebbe anche tornare al 4-3-3, la squadra deve avere la forza di cambiare anche in corsa. È l’interpretazione nei momenti della gara che conta. La cosa che mi ha fatto arrabbiare a Kahrkiv è la ricerca meno convinta nella ripresa di quello che avevamo preparato. Io cerco sempre la continuità, e in questo dobbiamo migliorare. Va stimolata costantemente l’attenzione e l’applicazione, come nel primo gol. Nell’attimo in cui abbiamo avuto meno attenzione e ti hanno fatto subito male. L’attenzione è alla base della continuità, è una cosa inconscia. Ma abbiamo la capacità di leccarci le ferite e farne tesoro”.
“Non è mai facile allenare una grande squadra e ne ero consapevole. Ci sono sia grandi gioie sia difficoltà nel percorso, quello che non mi piace è che si tirino le somme troppo prematuramente. Arriviamo a fine stagione. Con tutti questi allenatori qualche problemino ci sarà stato, ma ribadisco che sono contentissimo di affrontare questa avventura, rimanendo me stesso sempre, coerente sia fuori sia dentro lo spogliatoio e continuerò ad esserlo, con pregi e difetti”.
“Più che il pedigree contano le condizioni psicofisiche di un calciatore. Stephan è uno che ci ha portato agli ottavi, ma non lo vedevo fisicamente e mentalmente al top della convinzione. Davanti ho dovuto scegliere: Schick ha la capacità di determinare le partite anche in poco tempo, Defrel è più un jolly. Non l ho fatto volentieri. Ho parlato con Stephan ed è un ragazzo di grandissima intelligenza. Sono convinto che tornerà molto importante per noi. Mi dispiace sempre mandare un giocatore in pallone, è stata una scelta tecnica”.
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