Serie A, Domenica, 15 DIC, 18:00 CET
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Grazie di tutto, Ninja


Se ne va dopo quattro anni e mezzo vissuti da romanista, specificabili meglio in 1631 giorni

Se ne va dopo quattro anni e mezzo vissuti da romanista, specificabili meglio in 1631 giorni. Dal 7 gennaio 2014, da quando mise piede a Trigoria per la prima volta arrivando dal Cagliari in un freddo pomeriggio romano.

Radja Nainggolan fu il colpo di mercato migliore della sessione invernale di quell’anno. Difficilmente a stagione in corso si fanno affari importanti o da salto di qualità immediato, lui rappresentò l’eccezione che conferma questa regola non scritta.

Se ne va dopo 203 presenze e 33 gol con la maglia della Roma tra Serie A e coppe. Se ne va dopo aver dimostrato di essere stato uno dei migliori interpreti del ruolo che abbiano vestito la divisa giallorossa. Arrivò già con il soprannome di Ninja, nella Capitale ha confermato di meritare un appellativo tanto impegnativo: in campo ha sempre dato tutto senza risparmiarsi mai. Mediano di sostanza e qualità, il belga si è guadagnato la titolarità con impegno e dedizione alla causa.

Già, perché Nainggolan arrivò come prima alternativa degli allora titolari di centrocampo Pjanic, De Rossi e Strootman. Se ne va dopo aver collezionato numeri importanti per il club. Più di 200 partite disputate (203 al pari di Vucinic), superando nella graduatoria “all time” mostri sacri come Voeller, Balbo, Rocca, Manfredini, Da Costa e tanti altri. 33 reti realizzate come Selmosson, Batistuta e Krieziu.

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La prima partita ufficiale la giocò all’Olimpico negli ottavi di finale di Coppa Italia contro la Sampdoria (9 gennaio 2014), in maglia nera e senza cresta sui capelli. Un simbolo, la cresta, che diventerà presto tendenza tra i piccoli sostenitori giallorossi. Si diceva, Coppa Italia con la Samp: vinse la Roma 1-0 con rete di Torosidis e lui uscì dopo 69 minuti di gioco per far posto a Strootman. Il debutto in Serie A avvenne tre giorni dopo sempre in casa, contro il Genoa (12 gennaio). Finì 4-0 e Florenzi segnò in rovesciata con una giocata da urlo.

Il gol numero uno con la Roma è datato 22 gennaio 2014 e valse tre punti contro il Bologna, in trasferta (curiosità: pure il primo gol assoluto in campionato lo segnò al Bologna, ma col Cagliari). Tra gli altri sigilli più importanti, quello alla Fiorentina del 19 aprile 2014 (1-0 Roma) che diede alla squadra di Garcia l’aritmetica qualificazione alla Champions League dopo tre anni dall’ultima volta.

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Due graffi al derby contro la Lazio (2016 e 2017), una doppietta da impazzire all’Inter a San Siro nel 2017 e nello stesso torneo uno “schiaffo” alla Juventus con tanto di esultanza ad hoc. Ma pure i due gol malinconici al Liverpool nel 4-2 finale che non bastò – ahinoi – per la finale di Champions League. Era il 2 maggio 2018 e fu quello il suo primo timbro nella massima competizione europea e l’ultima firma ufficiale su un tabellino dei marcatori da calciatore della Roma. Nel mezzo pure un derby vinto 2-0 del novembre 2015 vissuto con la fascia di capitano al braccio.

Se ne va dopo tutto questo, Radja Nainggolan.

Grazie di tutto, Ninja, è stato bello.

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