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    Mourinho: “Ho una squadra incredibile, si merita qualcosa di speciale”


    La Roma è in finale di Europa League 32 anni dopo la doppia sfida con l’Inter! Mister Mourinho ha commentato così la prestazione dei nostri ragazzi!

    È una notte fantastica, di un gruppo di uomini veri, di una squadra che ha un’anima, perché i gruppi che hanno un’anima raggiungono spesso gli obiettivi.

    “C’è un messaggio che tutti vogliamo mandare all’Emilia-Romagna: forza! Perché è nelle difficoltà che riesci a tirare fuori il meglio di te stesso. Sicuramente è un momento di grande festa a Roma, però non possiamo dimenticare la tristezza e le difficoltà della gente in Emilia-Romagna. E anche in questo momento di grande gioia per noi, come gruppo non possiamo dimenticarlo. 

    Tornando alla mia squadra: la mia squadra è questo. La mia squadra cura i piccoli dettagli. Ti dico che, se non avessimo avuto Smalling in panchina, magari non saremmo riusciti a qualificarci. Perché quando perdi Spinazzola, e inizi a muovere la panchina, e poi perdi Celik, se non avessimo avuto in quel momento Smalling, sarebbe stato molto difficile. Questo per spiegare l’importanza dei piccoli dettagli, come il modo in cui ha lavorato Smalling e di chi ha lavorato con Smalling, che ha fatto di tutto per cercare di recuperarlo. E ho fatto l’esempio di Smalling, ma avrei potuto parlare di Bove, che giocava su un campo di plastica e adesso gioca anche quinto di destra, che non è mai stata la sua posizione. Sono ragazzi che danno tutto, sono dotati di grande intelligenza. 

    Penso che questa partita rappresenti la somma del nostro lavoro, della nostra esperienza, della nostra saggezza tattica, del fatto di sapere stare nelle partite, di prendere la partita nella direzione delle nostre forze e di cercare di nascondere i nostri problemi. È una squadra veramente incredibile. E se posso chiedere davvero qualcosa di più ai romanisti – e non so cosa, e non so se posso farlo – ecco, questi ragazzi meritano qualcosa di speciale lunedì (il giorno di Roma-Salernitana, ndr), quando partiamo da Trigoria per andare all’Olimpico. Se lo meritano”.

    Due finali in due anni: si rende conto di essere nella storia della Roma?

    “Magari sì, non lo so. Ma la mia preoccupazione non è stare nella storia della Roma, ma aiutare i ragazzi a fare delle cose importanti, aiutarli a crescere, e aiutare i romanisti, che mi hanno dato tanto dal primo giorno, facendo sempre il massimo per portare gioia a questa gente. E oggi sicuramente questa finale è una gioia molto grande”.

    Stasera, dopo la finale non hai corso per la gioia: è esperienza o ti è mancata l’agilità?

    “No, non è un problema di agilità. E l’esperienza non gioca un ruolo, perché in questi momenti qua la pressione si sente uguale, la gioia si sente uguale, non cambia niente. Se ti devo dire la verità, per me è molto difficile giocare contro i miei amici (Xabi Alonso, ndr), perché durante la partita si dimentica, ovviamente, però dopo è dura. Non mi piace festeggiare in faccia dei miei. E questo ragazzo che sta facendo un lavoro straordinario, come Xabi, è uno dei miei. Quindi faccio un po’ fatica”.

    La Roma affronterà il Siviglia: un commento?

    “Tre italiane in tre finali europee penso che sia una cosa fantastica per il calcio italiano. Nel nostro caso, Juve e Siviglia sono due squadre fortissime. La mia preoccupazione è sempre stata quella di andare in finale e non il nome dell’avversaria. Il Siviglia è fortissimo, con una grande esperienza in queste finali. Sarà sicuramente durissima, però andiamo là. Ci penseremo dopo. Adesso abbiamo Salernitana e Fiorentina”.