Cinque anni fa sei arrivata in panchina. Oggi da dirigente ha portato lo scudetto a Roma?
“Sì, è vero. Vivere questa gioia così grande, che mi fa sentire così orgogliosa e fiera di questo traguardo, mi porta a fare dei ringraziamenti. Perché sono veramente, profondamente, grata a questo Club, all’AS Roma. Al mio presidente, Dan Friedkin, a Tiago Pinto, la nuova amministratrice delegata, Lina Souloukou, tutte le persone che ci sono dietro all’interno del Club ci hanno sempre supportato con il loro lavoro per farci vivere questi momenti magici.
E poi grazie ai nostri tifosi. Sono tifosi incredibili, ci hanno seguito sempre e dovunque, nei posti più lontani in Europa, in Italia, sono stati un valore in più sul campo. Questo titolo lo dedico a loro, al mio Club, alle persone che ho citato”.
È veramente magico vincere a Roma?
“Sì, è una gioia profonda, ti prende le viscere. A volte i romani, i romanisti, mi spiegano che cosa significa. All’inizio non riuscivo a capire bene, ora ho capito qual è la differenza. È un pubblico passionale, li devo ringraziare per ogni partita e per ogni cosa che ci dimostrano quotidianamente”.
Questa vittoria è anche una crescita per il movimento.
“Sicuramente. Per noi, per l’AS Roma è un traguardo storico. Ma non dobbiamo dimenticare il percorso che è stato fatto in questi ultimi anni. Quello che tutte le società professionistiche hanno contribuito a fare. Il fatto di essere entrati nel campionato pochi anni fa, il passaggio al professionismo dell’anno scorso.
Sono passi da giganti. Noi, come addetti ai lavori, sappiamo cosa bisogna fare per migliorare le cose, per cercare di costruire sempre di più. Ma dobbiamo ringraziare davvero tutte le componenti. Si vince come gruppo e si continua a investire come gruppo”.
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