Cosa hanno in comune i laziali Maximiliano Emilio Faotto, Franco Janich e Paolo Negro? Semplice. Tutti e tre hanno deciso un Derby, consegnandolo alla Roma. E il primo fu lui: fu Maximiliano Emilio Faotto. Esattamente 80 anni fa.
L'11 gennaio 1942 è in agenda il Derby numero 30 della Storia. La Roma è in piena lotta per lo Scudetto, assieme al Torino e soprattutto al Venezia, che quella domenica - 12a giornata di Serie A - batterà 2-0 la Triestina e resterà così al comando della classifica. Assieme proprio alla Roma.
La Roma passa in vantaggio al 14' con Amadei. La Lazio replica al 26' con Piola. Ma i giallorossi, guidati in panchina da Alfred Schaffer, non sembrano essere in giornata. Le cronache dell'epoca parlano di "estro annebbiato" delle mezze ali "cervello motore di ogni squadra".
Al 79' Mornese ha comunque tra i piedi la palla del 2-1. Il centromediano romanista si presenta dal dischetto, per battere un rigore concesso ai giallorossi per fallo in area sul nostro Krieziu, commesso da Monza o da Ferri (va' a sapere: i giornali riportano entrambi i nomi, ma sulla bontà del rigore non ci sono dubbi...).
Gol? Macché. Palo. Questa straordinaria foto rivela tutta la disperazione di Masetti.
Il Derby pare quindi incanalarsi sul binario del pareggio. Ma al 91' accade l'imprevidibile. "Il Littoriale" descrive così l'azione che porta alla vittoria romanista:
"Una palla da destra, centro di Krieziu, Gradella (il portiere, ndr) esce, un azzurro (Monza?) lo precede e rilancia. Una schiena azzurra (quella di Romagnoli?) ribatte. La palla si alza di poco a candela. Accorre Romagnoli, accorre Fazio, accorre Monza, accorre Pantò (Romagnoli, Fazio e Monza sono della Lazio, ndr). Che è, che non è, la palla è in rete: l'ha toccata un azzurro (questo è certo: si indovina che è Faotto, e se ne avrà conferma poi) ed è rotolata in rete nell'angolino a destra, piano piano".
Gooooool!
Con la sua autorete, lo sfortunato Faotto darà così il suo contributo alla conquista del primo leggendario Scudetto della Roma. Esattamente come accadrà a Paolo Negro, 58 anni più tardi.
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