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Visti dall'avversario: Salernitana


L'analisi del giornalista salernitano Michele Spiezia alla vigilia della seconda giornata di campionato

Per 23 anni ha fatto la spola tra desk e campi di calcio, appresso alla Salernitana, per il quotidiano "La Città". Michele Spiezia è uno dei giornalisti locali più noti del pianeta granata.

Queste sono le sue sensazioni in vista della sfida tra Salernitana e Roma, in agenda il 29 agosto alle 20:45 allo Stadio Arechi.

Per ora, che giudizio dà del mercato della Salernitana?

"Ingessato dalla contingente, stringente e complicata situazione societaria - le quote sono confluite in un trust che dovrà cederle entro il 31 dicembre - è ancora incompleto. Giudizio complessivo sospeso, rimandato al 31 agosto. Piazzato il colpo Simy - il nigeriano però ha caratteristiche diverse da Djuric - Castori attende i rinforzi che completino e adeguino la rosa al campionato di A: annotate le difficoltà e il budget, per ora è discreto".

"Azzeccati alcuni innesti (la gioventù di Ruggeri e la voglia di vetrina di Bonazzoli su tutti) insieme a qualche scommessa estera (Strandberg, Lassana Coulibaly, Kechrida) che si sommano al nocciolo della scorsa stagione: in difesa le servirebbero due innesti, l’aiuterebbe poi un centrocampista che conferisca un po’ di qualità (ma Castori vuole solo martelli) e la rinforzerebbe un altro attaccante che non sia solo di complemento, però".

Che squadra è questa Salernitana? Quali sono i suoi punti di forza?

"Tosta, tenace. Consapevole certo dei limiti ma anche dei mezzi in dotazione. Del fatto che per coltivare speranze di salvezza debba sì spremersi per 90’ in corse e rincorse ma che solo questo non possa bastarle. Per restare aggrappata alla A, deve avere uomini dislocati con struttura e organizzazione, deve coltivare anche sfrontatezza e la capacità di ribaltare il gioco con velocità e cambi di campo. Difendere il fortino non le servirebbe".

"A Bologna è stata punita da una fase rem durata due minuti, i 2’ da cui sono nati i due gol da piazzato di De Silvestri. Per il resto ha mostrato segnali incoraggianti, e un’impostazione leggermente più audace: poco possesso palla come al solito, però possesso nella metà campo avversaria e squadra corta. Molto corta, raccolta e con baricentro mai troppo basso. I punti di forza? Zero costruzione dal basso, ferocia, pressing e ribaltamenti. Cuore, carattere, cattiveria: il mantra di Castori, insomma".

Castori si è indispettito per i gol presi dal Bologna nella prima giornata. Sulla difesa c'è da lavorare?

"Sicuramente, come negli altri reparti. Il gruppo è cambiato del 50% rispetto alla scorsa stagione, i meccanismi sono ancora da sistemare. I tre gol subiti - per una squadra che lo scorso anno ha costruito la promozione sulla solidità del reparto, specie sui piazzati - sono una ferita che ancora sanguina".

"Arnautovic ha capitalizzato le carenze difensive di Jaroszynski con un lampo da campione. Il Bologna ha poi per due volte segnato da calcio d’angolo, torri granata sorprese come sorpreso Belec che sul tris ha responsabilità al pari dei compagni".

"Disattenzioni letali, catalogabili come errori di piazzamento e mancanza di concentrazione. Dettagli. Dettagli che però fanno la differenza, che scrivono il risultato, che hanno acceso Castori. Perché per il resto il pomeriggio di Belec al Dall’Ara era stato senza pericoli".

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Che modifiche potrebbero esserci - in termini tattici e di uomini - in vista della Roma?

"La squalifica del perno centrale difensivo Strandberg e l’infortunio della pertica Djuric in attacco amplificano le carenze di un organico in via di completamento. L’ex giallorosso Gyomber scalerà al centro della difesa, Bogdan a destra e ballottaggio Jaroszynski-Aya a sinistra.

A metà campo torna il capitano Di Tacchio. In avanti il dubbio che potrebbe portare a un cambiamento del modulo. Castori non deroga mai dal 3-5-2, però Simy è in evidente ritardo di condizione e in panca non ha alternative. Quindi o Simy dal 1’ con Bonazzoli, oppure attacco con Bonazzoli e a supporto un interno che faccia da collegamento: Capezzi dieci metri più avanti con Obi al suo posto. O viceversa".

Quali sono i calciatori chiave della Salernitana?

"Come lo scorso anno, la forza sta nel gruppo. Per condizione, si può però dire come l’avvio di stagione abbia messo in luce la freschezza del baby Ruggeri, elastico a sinistra che difende e attacca. L’elevata soglia aerobica di Mamadou Coulibaly che copre il campo senza sosta, prima diga in mediana e poi stantuffo che s’inserisce e s’insinua da interno. Infine gli scatti, il brio e il sinistro corrosivo di Bonazzoli. Tre gol in due partite, tra Coppa e Bologna".

Quale giocatore leverebbe alla Roma di oggi?

"Pellegrini. Di solito i giocatori senza un ruolo specifico sono considerati un po’ tutto e un po’ niente. Pellegrini invece ribalta l’adagio, come ribalta ogni volta interpretazione al ruolo di universale. Vede, contrasta, cuce, ricama, finalizza. Unico. Non solo universale".

Ci fa un pronostico?

"Sulla carta e sul prato, non ci sarebbe nemmeno da perderci un secondo. Scontato, ha il colore giallorosso. Agonisticamente sarà però un bel banco di prova per la Roma. L’Arechi - sebbene pieno di un terzo rispetto alla capienza effettiva - ritrova la A dopo ventidue anni. Tenace e tosta, la Salernitana sarà dura a morire".