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    Abraham: "Questo è il momento di mostrare la mia leadership"


    Le parole dell'attaccante inglese alla vigilia della partita di UEFA Europa Conference League con il Bodo/Glimt

    Alla vigilia di Roma-Bodo/Glimt, quarta giornata della fase a gironi della UEFA Europa Conference League, si è presentato in conferenza stampa Tammy Abraham.

    Queste sono state le parole dell'attaccante giallorosso.

    Come valuta il suo momento attuale, sta incontrando delle difficoltà? E poi: Gianluca Mancini ha detto che in Premier avrebbe definito “ridicolo” il rigore concesso al Milan. Qual è la sua opinione?

    “Nel calcio capita di avere alti e bassi, momenti buoni e momenti peggiori, ma è proprio nei momenti peggiori che si impara di più di se stessi e della propria squadra. Per quanto riguarda me - un giocatore del mio calibro inserito in un contesto di squadra con tanti leader - questo è il momento migliore per mostrare la propria leadership e cercare di aiutare la squadra. È chiaro che ognuno vorrebbe disputare la stagione perfetta. Tutti vorrebbero vincere tutte le partite, ma capita di attraversare dei periodi difficili e questo è il momento di superarlo.

    Per quanto riguarda le decisioni arbitrali dell’ultima partita, mi limito a dire che i direttori di gara sono sotto una pressione enorme e commettere degli errori è umano. È evidente che, in quanto parte in causa e calciatore della Roma, non vorrei che decisioni sbagliate venissero prese contro di noi, ma capita”.

    Come sta fisicamente, dopo l’infortunio in nazionale. E cosa le trasmette l’inno della Roma?

    “In merito all’infortunio con la nazionale, adesso le cose vanno meglio. Ho avuto qualche problema alla caviglia e qualche altro problemino, però sono un giocatore che vuole esserci sempre, che vuole aiutare sempre la squadra e che in qualche modo mette da parte qualche problema fisico. Sono un calciatore al quale non piace avere delle scuse, ogni giocatore vorrebbe sempre giocare al 100% della condizione fisica e senza dolori, ma anche grazie all'aiuto dei fisioterapisti e dello staff medico spero di poter tornare al 100% il prima possibile.

    Quanto all'inno della Roma, mi sono innamorato di questo Club dal primo giorno. Quando vado in campo, penso che si veda bene. È anche il modo per dimostrare la mia passione per questo Club, per come mi hanno fatto sentire dal primo giorno. La Roma ha investito molto su di me, quindi sta a me ripagare con le prestazioni. La speranza è che i tifosi continuino ad aiutarci e a sostenerci sempre. È chiaro che noi, dal canto nostro, dobbiamo rispondere con le prestazioni in campo, per dimostrare in campo quanto teniamo a loro e questo Club".

    Quali difficoltà sta riscontrando nel passaggio dalla Premier alla Serie A?

    “Non direi che sto incontrando delle difficoltà in termini di ambientamento. Il calcio comporta sempre delle sfide, e per me in particolare che ho cambiato campionato, Paese e tipo di calcio.

    Per quanto riguarda il rapporto con il mister, ho avuto la fortuna di giocare contro di lui in Inghilterra e di allenarmi con lui in qualche circostanza: direi che è di nuovo un contesto di sfida, un contesto nel quale si impara ogni giorno. Tutta la squadra si sta conoscendo ogni giorno e nel momento in cui avremo acquisito completamente la filosofia del mister, saremo diventati una grande squadra. Fino ad allora dovremo continuare a lavorare duro. Ci stiamo conoscendo sempre meglio, ogni giorno. Del resto - e voi lo sapete meglio di me - Roma non è stata costruita in un giorno".

    Si aspettava un campionato così chiuso tatticamente?

    "Sono cresciuto giocando contro le squadre nazionali, soprattutto a livello giovanile. Sapevo quello che mi sarebbe aspettato: conosco benissimo la criticità delle difese italiane. Ma credo che questo faccia parte del processo di apprendimento e di crescita. Sono ancora giovane, vengo da un calcio più aperto, più propositivo, più offensivo. Fa parte del mio processo di crescita imparare a conoscere i punti deboli di certe squadre e di certi giocatori. È un processo che richiederà del campo, ma da sfide come questo sono sicuro che verranno in futuro cose molto belle".

    Sinceramente, pensava di poter perdere 6-1 una partita di Conference League? E domani vi basta vincere anche 1-0 o sentite di dover dimostrare anche qualcosa in più?

    "È evidente che quando scendi in campo non ti aspetti mai di perdere, non vuoi mai perdere, e sicuramente non in quel modo. La gara di andata è stata una partita a dir poco negativa. Domani abbiamo l’occasione per dimostrare quello che valiamo davvero perché non siamo quelli dell'andata. Lotteremo per mettere le cose a posto. Domani affronteremo un’ottima squadra, come abbiamo visto. Mi aspetto una bella partita. Giocheremo per la vittoria, perché è quello di cui abbiamo bisogno".

    Vorrebbe tirare il prossimo rigore? Si era già proposto al Derby e soprattutto a Torino con la Juventus.

    “No, in quanto attaccante io vorrei sempre segnare. In quel momento sentivo di avere fiducia, a Torino avevo appena conquistato il rigore ed ero pronto a calciarlo. Ma prima delle partite sappiamo bene qual è la gerarchia. Tra l’altro, Jordan è un rigorista straordinario. Era un momento un po’ particolare, eravamo tutti sotto pressione. Io spero di tornare presto a fare dei gol e che Jordan continui a calciare bene i rigori come sempre”.

    In qualche modo la Roma è stata sorpresa nella gara di andata e come si è preparata a replicare alla sconfitta?

    “Il modo migliore per prepararsi è di lavorare con fiducia nella squadra, nel collettivo. Domani non solo ma tutta la squadra si aspetta di giocare una bella partita. Dobbiamo essere pronti, dobbiamo giocare al nostro meglio e cercare di voltare definitivamente quella pagina”.


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