Dopo 56 giorni, ce l’ha fatta. Emanuele Mazzucco è arrivato a Capo Nord in bicicletta. Pedalando, giorno dopo giorno. Ora dopo ora.
Macinando chilometri (oltre 5mila), con la Roma in fondo al cuor, proprio come il coro dell’anno del terzo scudetto. Partendo dalla Capitale d’Italia, con la forza esclusiva delle gambe, percorrendo una distanza siderale da compiere con un mezzo a due ruote. Ha attraversato l’Italia, l’Austria, la Germania, la Svezia e, infine, la Norvegia. Ha potuto ammirare paesaggi mozzafiato da vicino. Fino all’arrivo sospirato.
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Nonostante i tanti buoni propositi all’inizio, con il passare del tempo Emanuele si è dovuto confrontare soprattutto con se stesso. Combattendo le intemperie, gli imprevisti e anche la solitudine. Non è stato facile giungere a meta. Quella meta lì.
“Ci sono stati diversi momenti in cui ho pensato di mollare. In Germania ho preso tantissima acqua. In Svezia non lo dico nemmeno. Ma ho sempre continuato ad andare avanti. E ringrazio tutti. La mia famiglia, mia figlia. Quelli che mi hanno sostenuto, ma anche coloro che hanno sorriso quando hanno saputo di questo mio progetto. Forse con il loro scetticismo, mi hanno dato la forza di continuare”.
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Capo Nord, Nordkapp in lingua madre. È il punto estremo dell’Europa. “Dopo Capo Nord non c’è niente. C’è il mare. C’è il vuoto. Di più non si può fare. Oltre non si può andare. Ho voluto superare me stesso. Mettermi alla prova. Sono stato più forte di tutto, ce l’ho fatta. Ora la prima cosa che farò una volta tornato a Roma è tagliarmi la barba. Mi è cresciuta tanto, è l’ora di sfoltirla”. E la Roma? "L'ho seguita sempre. A volte vedendo le partite integrali in streaming, a volte potendo leggere solo gli aggiornamenti live. Non vedo l'ora di tornare per riprendere anche queste abitudini".
Emanuele tornerà presto a Roma, con l’aereo. Lascerà per un po’ da parte la sua Geronimo. “Geronimo è la mia bicicletta. L’ho ribattezzata così. Abbiamo vissuto in simbiosi questa esperienza magnifica, anche se non era un mezzo adattissimo per questo tipo di traversate, è andata lo stesso alla grande. E nemmeno io sono un ciclista professionista, tengo a ribadirlo”. Bentornato a Roma, Emanuele.
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