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Falsini: "Il 17 giugno 2001 vidi una città invasa da persone felici"


Gianluca Falsini è il tecnico della primavera della Reggina. Di recente, ha provato per un paio di allenamenti l’esperienza di lavorare con la prima squadra dopo l’esonero di Domenico Toscano, in attesa dell’arrivo di Marco Baroni.

Ma il suo posto, da una decina di anni, è il calcio giovanile. Ha fatto parte anche della Roma guidando gli under 16 nella stagione 2017-18. Un anno solo, ma molto intenso, al timone dei 2002. Tommaso Milanese, Filippo Tripi, Riccardo Ciervo, ragazzi passati sotto la sua egida e oggi nei ranghi della rosa di Paulo Fonseca.

Falsini è pure un ex calciatore di Serie A. Ha girato tanto in carriera, partendo da Parma, passando da nord a Sud, arrivando anche a vestire la maglia dell’Atalanta nel 2002. In vesti diverse, ha conosciuto a fondo sia Trigoria, sia Zingonia. “Due centri evoluti, io li ho visti e vissuti in momenti storici diversi”.

Trigoria, anno 2017.

“Arrivai alla Roma dopo aver sostenuto tre colloqui con Massimo Tarantino, che mi aveva conosciuto al Bologna. Mi prospettò la possibilità di prendere la squadra degli under 16 e accettai molto volentieri l’incarico. Andai ad abitare all’Eur, vicino Trigoria. Ero a pochi chilometri dal lavoro. Il “Bernardini” è una struttura unica”.

Unica come?

“Io l’ho definita Gardaland. Una figata. È un centro ideale per fare calcio. Ti dà la possibilità di sviluppare le tue idee contando su campi e attrezzature all’avanguardia. Inoltre, sapevo di poter allenare talenti di una qualità superiore, importante”.

Alcuni di loro sono cresciuti, oggi.

“Eh, ho visto i miei ragazzi debuttare in prima squadra e fare gol in Europa, anche”.

Ogni riferimento a Tommaso Milanese è puramente voluto.

“Tommaso è un giocatore di calcio vero, oltre che un ragazzo brillante. Può giocare in vari ruoli, è un calciatore moderno”.

A proposito del ruolo, Milanese stesso ha dichiarato di sentirsi a suo agio come trequartista tra le linee. A Sofia, ma pure in precedenza, è stato utilizzato da Fonseca come centrocampista centrale. E lei lo schierò falso nove, addirittura.

“Vero, per 8 o 9 partite lo utilizzai come centravanti. Segnò anche tanti gol. In ogni caso, se lo vedo all’opera oggi, dico che il suo ruolo ideale è quello di mezzala di centrocampo in una linea mediana a tre, sa agire molto bene negli spazi”.

Anche Tripi ha giocato un paio di spezzoni in Europa League.

“Altro talento. Filippo è intelligente. Lo vedo come centrocampista davanti alla difesa. È un leader emotivo, un giovane adulto. Ha buona tecnica e formidabile senso tattico. Non ha grandissime qualità fisiche, ma può crescere”.

Calafiori?

“Non l’ho allenato io, giocava sotto età nell’under 17 con Baldini. Un altro molto forte. Ne vorrei citare un altro, se posso”.

Prego.

“Riccardo Ciervo. Esordirà a breve, sono sicuro, e farà grandi cose. Questa deve essere, a mio avviso, la forza della Roma del futuro”.

Investire sui giovani?

“Investire sui giovani, possibilmente del territorio cittadino e regionale. Roma ha un bacino enorme da cui attingere. Può raggiungere i risultati del Barcellona, che ha portato nella start line tantissimi elementi della Cantera. Poi, come detto, Trigoria è un ambiente ideale per lavorare”.

Lei la Roma l’ha vista anche vincere, il 17 giugno 2001. Era sul terreno di gioco dell’Olimpico, tra gli 11 titolari del Parma.

“Dico la verità, prima e dopo quel giorno non ho mai visto così tanta gente in vita mia ad assistere a un incontro di calcio. Vedevo sventolare talmente tante bandiere sugli spalti che le persone non si vedevano. C’era una tensione nei giocatori della Roma incredibile. Ma poi hanno vinto, con merito. Avevano troppi stimoli rispetto a noi. Noi segnammo il 3-1 con Di Vaio su un cross mio, peraltro. Ma era solo la rete della bandiera. Dopo la partita la città si colorò di giallo e rosso. Dopo la partita ricordo le strade invase da folle di persone felici”.

Nella stagione successiva, passò all’Atalanta.

“Era febbraio del 2002, fui ingaggiato l’ultimo giorno di mercato. L’Atalanta non era ancora quella di oggi, però era in via d’espansione. Lo scorso anno ho visitato Zingonia per il corso UEFA Pro di allenatore e ho notato l’evoluzione della società e del suo centro. Ma l’idea di base è rimasta la stessa, quella di forgiare talenti in casa, da tradizione dell’Atalanta. Non a caso, la prima cosa che feci all’epoca quando arrivai a Bergamo da giocatore fu quella di andare a vedere le partite del settore giovanile. Ricordavo le ripassate che prendevamo quando li affrontavamo…”.

Atalanta-Roma che gara sarà?

“Una partita figa. L’Atalanta viene da un’ottima prestazione con la Juventus. La Roma sta facendo un campionato buonissimo. Fonseca è un allenatore molto bravo. Si è adattato al campionato italiano, dimostrando intelligenza. Sistemando la difesa e lasciando concetti offensivi riconoscibili. Mi aspetto un match da over, tanti gol, con diverse sorprese anche dal punto di vista tattico. Si affrontano due modi non dico opposti di fare calcio, ma quasi”.

Nonostante giochino entrambe con una difesa a tre e un centrocampo a quattro.

“Vero, i numeri di partenza sono gli stessi, ma poi cambiano completamente i concetti di gioco”.

Da ex esterno sinistro, non le sarà sfuggito lo stato di grazia di Spinazzola.

“Posso dire di averlo visto molto giovane nel Siena. È un giocatore fantastico. Fonseca lo ha aiutato, lo ha rimesso nel ruolo di esterno sinistro con il supporto di una linea a tre dietro. Proprio come giocava con Gasperini all’Atalanta. Leonardo ha velocità ciclica devastante, tecnica ottima, è anche maturato. È più decisivo. Gli manca solo una cosa, la finalizzazione sotto porta, ma migliorerà con il tempo. Mi ricorda tanto Gianluca Zambrotta”.

"Spinazzola è fortissimo, mi ricorda Gianluca Zambrotta"

- Gianluca Falsini