L'arrivo di Henrikh Mkhitaryan è stato il colpo a sorpresa che ha chiuso un mercato nel quale la Roma ha messo a disposizione di Paulo Fonseca dieci nuovi calciatori.
Probabilmente è l'operazione che stuzzica di più la fantasia dei tifosi: in questi giorni in molti hanno approfittato delle partite di qualificazione a Euro 2020 dell'Armenia per vedere "Miki" all’opera (ha detto lui che possiamo chiamarlo così, per semplificare).
Mkhitaryan è un trequartista di livello internazionale dal curriculum importante: ha giocato in club come lo Shakhtar Donetsk, il Borussia Dortmund, il Manchester United e l’Arsenal, e nella sua bacheca personale occupa un posto di rilievo l'Europa League vinta da protagonista nella stagione 2016-17. Ha lavorato con allenatori del calibro di José Mourinho, Jürgen Klopp, Thomas Tuchel e Arsène Wenger.
Ha un’eccellente visione di gioco, è ambidestro e può essere impiegato al centro o sulle due fasce: aggiunge imprevedibilità all'attacco della Roma e tante soluzioni. Abbiamo scelto tre azioni che mostrano altrettante qualità del nuovo acquisto giallorosso e non è stato facile visto che il repertorio è molto ricco: vediamo cosa può dare Mkhitaryan alla Roma di Fonseca.
La specialità di casa Mkhitaryan è sicuramente l'assist e della sua capacità naturale di essere una fonte di occasioni da gol Henrikh ha parlato anche nella prima intervista a Roma TV .
Se c’è la possibilità di dare la tua palla al tuo compagno per farlo segnare, è meglio farlo, piuttosto che essere egoista e cercare di fare tutto da solo
- Henrikh Mkhitaryan
Nel corso della sua carriera però il nuovo calciatore della Roma ha dimostrato di saper essere pericoloso direttamente e di segnare con regolarità: nelle sue 429 partite ufficiali con le maglie di Pyunik Yerevan, Metalurh Donetsk, Shakhtar, Borussia Dortmund, Manchester United e Arsenal, Mkhitaryan ha realizzato 134 reti. Il conto sale a 163 gol aggiungendo i 29 centri con la nazionale maggiore armena: nella rosa attuale della Roma, solo Edin Dzeko ha fatto meglio.
L'attaccante armeno sa sfruttare gli spazi e muoversi con intelligenza nell'area di rigore senza dare riferimenti. E sa quando è il momento di prendersi la responsabilità di chiudere l'azione.
Il suo primo gol ufficiale con la maglia del Manchester United ne è l'esempio: arriva l'8 dicembre 2016 nella partita di Europa League in casa dello Zorya Luhansk, una squadra ucraina.
Mkhitaryan gioca trequartista a sinistra nel 4-2-3-1 schierato da Mourinho: completano l'attacco Rooney al centro, Mata a destra e Ibrahimovic punta. "Miki" sblocca il risultato in apertura di secondo tempo con una splendida azione personale avviata da un duello a centrocampo vinto da Rojo.
Mkhitaryan recupera il pallone, lo controlla di destro e parte verso la porta, percorrendo in verticale lo spazio di campo tra la zona centrale e la fascia sinistra, mentre Rooney (che gli taglia la strada) e Ibrahimovic si allargano per attaccare ai lati i due centrali dello Zorya. In quel momento, l'attaccante armeno ha davanti a sé un rombo di quattro avversari.
"Miki" porta avanti il pallone con tocchi rapidissimi, tutti con l'esterno del piede, e ha una padronanza tecnica che gli permette di non farsi sorprendere da un rimbalzo irregolare. A tre metri dall'area, il centrale avversario esce e si stacca dalla linea senza avere copertura alle spalle.
È questione di un attimo: Mkhitaryan vede un varco tra i centrali e ci si butta dentro con coraggio tagliando in due la difesa. Si fa strada tra il difensore e il mediano che sta rientrando spostandosi la palla verso il dischetto di rigore, poi calcia in porta di interno destro sul secondo palo anticipando un altro difensore. È un gol bellissimo.
Tutto in cinque secondi e otto tocchi di palla, dal primo controllo al tiro: una dimostrazione di rapidità, tecnica, forza, senso del gol e personalità.
Mkhitaryan è un trequartista con una straordinaria visione di gioco, ma sa finalizzare l'azione come pochi. Negli ultimi due anni in Premier League ha sicuramente segnato meno rispetto a quello che può fare, ma in carriera il nuovo trequartista della Roma ha vissuto stagioni importanti sotto il profilo realizzativo. Nel 2015-16, l'ultima annata al Borussia Dortmund, di gol ne fece 23, di cui 11 in Bundesliga. Tre stagioni prima, allo Shakhtar Donetsk, segnò addirittura 25 volte solo nel campionato ucraino. Ha un feeling speciale con la porta avversaria e con l'Europa League, competizione che Henrikh vinse con il Manchester United proprio in quella stagione 2016-17: fu assoluto protagonista della fase a eliminazione diretta con cinque gol dal ritorno dei sedicesimi fino alla finale vinta contro l'Ajax.
Ancora un'azione veloce, in verticale, la situazione di gioco nella quale Mkhitaryan riesce a esprimere il massimo del suo potenziale tecnico. È uno sviluppo che potremo vedere di frequente anche durante la stagione della Roma, quando gli avversari cercheranno di impedire la costruzione dal basso e per la squadra di Fonseca potrà diventare un'opzione la ricerca della sponda di Dzeko per sfruttare le seconde palle.
In questa occasione c’è un rinvio lungo di Cech a cercare Aubameyang, che da solo tiene impegnati tre difensori e allunga il Watford.
Sulla respinta del terzino arriva per primo Mkhitaryan, all'altezza della linea del centrocampo: l'armeno controlla di sinistro e con il destro parte in diagonale con un ampio spazio centrale davanti a sé. Nel frattempo, Aubameyang avanza tagliando verso il centro mentre Iwobi e Özil, alla sinistra di Mkhitaryan, attaccano il Watford cercando allargare le distanze tra i difensori.
"Miki" è velocissimo: arriva a dieci metri dall'area di rigore indisturbato e deve rallentare per alzare la testa e aspettare il movimento alle spalle dei difensori dell'attaccante. Nessun avversario esce a contrastarlo e Mkhitaryan vede un filtrante splendido per Aubameyang che può saltare il portiere in uscita e segnare il 2-0.
Lucidità nelle scelte e saper leggere l'azione velocemente sono alcune tra le migliori qualità di Mkhitaryan, caratteristiche che aiuteranno la Roma a essere più efficace soprattutto ora che Perotti è fuori per infortunio.
Pensiamo, per esempio, a una partita come il Derby: pur dovendo gestire momenti difficili, la squadra di Fonseca ha avuto le occasioni in contropiede per raddoppiare e con un rifinitore esperto in campo avrebbe potuto sfruttarle meglio.
Un giocatore capace di gestire meglio il gioco nei mezzi spazi, quei corridoi ideali del campo che separano le fasce dal centro, e nelle quali i trequartisti della Roma si posizionano costantemente per ricevere la palla. Nella stagione 2015-16 al Borussia Dortmund, in un contesto tattico che aveva molti punti in comune con l'impianto di gioco di Fonseca, Mkhitaryan disputò la sua stagione migliore con numeri da top player: 23 gol e 22 assist in tutte le competizioni giocate con il club, una media di 7,22 dribbling ogni 90 minuti con il 55,3 per cento di successo; miglior giocatore della Bundesliga per passaggi smarcanti (148), passaggi chiave (44) e attacchi in profondità (78, dati WyScout).
Questa azione è stata in ballottaggio con l'assist geniale al volo per il gol decisivo di Kagawa in un Wolfsburg-Borussia Dortmund della stagione 2015-16 (disponibile in questo video) e alla fine ha prevalso.
È stato facile innamorarsi della palla di esterno destro che Mkhitaryan serve a Rashford perché è un passaggio sorprendente che fino a una frazione di secondo prima del lancio non può esistere per chi guarda la partita in tv.
Lo United è sotto di un gol in questa sfida particolarmente sofferta di FA Cup e al 27', dopo una punizione degli avversari, ha l'occasione per una ripartenza.
Mkhitaryan riceve palla da Romero appena fuori dalla propria area di rigore ed è bravo a non farsela subito portare via vanificando con una bella giocata l'intervento di un avversario.
A quel punto, quando ormai sta per arrivare a centrocampo, sembra che "Miki" si sia andato a infilare in un vicolo cieco e sia costretto a fermarsi e aspettare rinforzi.
Henrikh alza la testa, vede l'attacco simultaneo alla profondità dei due attaccanti compagni di squadra e d'esterno spara una palla a effetto che filtra nello spazio lasciato dai due centrali, dove Rashford va come un fulmine per l'1-1.
Visione di gioco e creatività, due caratteristiche di Mkhitaryan che aggiungono qualità all'attacco della Roma e che lo rendono perfetto per dialogare con Dzeko. Pur essendo un giocatore estremamente portato per un calcio in verticale, “Miki” è in grado anche di esprimersi in un contesto più ragionato e dare imprevedibilità alla manovra con le sue accelerazioni e i suoi spunti. Ora ha l'occasione per dimostrarlo anche in Italia.