Basterebbe questo per far comprendere come l’occasione e il personaggio meritino senz’altro celebrazioni di rilievo.Orlando (che l’avvocato Colalucci, ribattezzò il “Garrincha di Torpignattara”), però, per la Roma è stato molto di più.
A procurargli un provino per entrare nel Club, nel 1955, è Renato Del Moro, che crede ciecamente in lui. Acquistato il suo cartellino dalla società dilettantistica “Giovanissima”, Orlando compie tutta la trafila nelle giovanili, dalla Roma C, fino alle soglie della prima squadra.
Sul suo cammino incontra Guido Masetti, di cui dice: "Non è stato il tecnico che mi ha scoperto, perché quello lo devo a Del Moro, ma posso senz’altro dire che a Masetti devo il discorso determinante che mi fece realmente capire cosa dovevo fare per diventare un professionista nel mondo del calcio: 'O fai questo - mi disse - o è meglio che lasci perdere'. Questo discorso mi ha dato la determinazione, la forza e il coraggio di sormontare qualunque ostacolo. Masetti è stato un personaggio straordinario, determinante nella mia carriera". Proprio sotto la guida di Masetti, nel 1957 è eletto miglior giocatore del torneo giovanile di Sanremo. Con i ragazzi giallorossi c’è anche, al suo primo incarico, Giorgio Rossi.
Il suo debutto in serie A con la maglia giallorossa arriva contro l’Alessandria. Il giorno precedente, nella rifinitura svolta presso la pineta del Valco San Paolo, gli viene comunicato che Alcides Ghiggia non potrà essere in campo e che sostituirlo toccherà a lui. E’ il 4 maggio 1958: rilevando un Campione del mondo, quello che lo stesso Orlando ha definito “un fuoriclasse mostruoso”, si accende la sua meravigliosa e indimenticabile carriera romanista.
Il 2 dicembre 1962 arriva anche l’esordio in Nazionale nel match contro la Turchia e a fine gara gli verrà concesso, in virtù dei quattro gol segnati, di portare a casa il pallone della gara.
L’unico rimpianto? Quello di non aver segnato nella sua ultima gara in giallorosso in serie A, davanti al pubblico dell’Olimpico. Era il 31 maggio 1964 e quando aveva già superato il portiere del Catania Branduardi, Renato Rambaldelli, deviò il pallone sulla linea di porta che venne subito dopo infilato in rete da Manfredini. Ma al Garrincha di Torpignattara non è servito quell’ultimo acuto per rimanere nella storia della Roma e nei cuori giallorossi.
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