I tifosi hanno nominato Miralem Pjanic miglior giocatore romanista del 2015 ma, per De Martinis, il numero 1 è un altro…
Se Digne avesse vestito la maglia della Roma nella scorsa stagione, lo scudetto sarebbe probabilmente rimasto lo stesso fuori dalla portata dei giallorossi ma la lotta per il secondo posto si sarebbe quasi sicuramente conclusa molto prima. Sin dal suo arrivo in prestito dal PSG, il francese ha saputo dare il proprio contributo alla causa giallorossa. Su tutte, la memorabile prestazione offerta contro la Juventus, quando sembravano passate appena poche ore dal suo sbarco nella capitale.
Certo, Digne ha dovuto attraversare ilclassico periodo di assestamento ma ha già dimostrato tutto il suo potenziale nel ruolo di terzino sinistro, posizione in cui da tempo la Roma non disponeva di giocatori di questo calibro. Se Digne fosse una parte del corpo, sarebbecertamente un’appendice; era da tanto tempo che a Roma non si vedeva un giocatore così funzionale.
Il Ninja, come viene affettuosamente chiamato, sarebbe stato un pretendente alla palma di miglior giocatore della stagione2014-15. C’è un motivo se è diventato un punto fermo della squadra da quando è stato prelevato dal Cagliari ed è inutile ridurre il tutto all’infortunio patito da Kevin Strootman.
Nainggolan è un giocatore rapido, moderno e dinamico, dalle spiccate qualità difensive e con un innato fiuto nel capire quando inserirsi nell’area avversaria. È il sistema immunitario della squadra, respinge il pericolo quando questo si presenta e si spinge all’attacco quando si presenta l’occasione.
Fallo giocare terzino, fallo giocare ala, fallo giocare a centrocampo; basta che giochi. L’energia, la grinta e la voglia di Florenzi di correre e proporsi fanno sì che il giocatore romano sia sempre a disposizione del gruppo. Rappresenta quanto di meglio la società possa proporre, un giovane che arriva ad affermarsi in prima squadra, capitan futuro-futuro, in grado di realizzare reti pesanti in Champions League come di correre dalla Nonna sugli spalti per festeggiare i gol messi a segno in Serie A. Florenzi è il cuore della squadra.
Il bosniaco è ormai un giocatore giallorosso di lungo corso, tra i più importanti della formazione di Garcia, e in questa stagione si è affermato come uno specialista dei calci piazzati a livello europeo. Sembra quasi che possa gonfiare la rete ogni volta che si presenta sul punto di battuta. L’aspetto più inquietante è che il suo potenziale e il talento sono ancora così grezzi e così brillanti che la sua abilità di dettare il gioco durante le partite potrà solo migliorare. Pjanic è spesso e volentieri il cervello del gioco della Roma.
Da quando Walter Sabatini riveste il ruolo di Direttore Sportivo, la Roma ha potuto disporre di difensori centrali estremamente abili. Manolas non fa eccezione e non c’è da stupirsi se la squadra sembra più sicura quando c’è lui a dirigere il reparto arretrato.
Fisicamente rapido e pericoloso nel gioco aereo, Manolas fornisce la stabilità di cui il resto della squadra ha bisogno e si completa a meraviglia con il rientrante Leandro Castan. È la spina dorsale della squadra.
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