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Sanchis: “Il discorso qualificazione non è ancora chiuso”

Sanchis: “Il discorso qualificazione non è ancora chiuso”

Una vita al Real e un palmarès da urlo: dall’alto della sua esperienza, Manuel Sanchís, bandiera del Madrid in attività dall’83 al 2001, ci ha confessato che l’accesso ai quarti per gli uomini di Spalletti non è ancora compromesso

Una vita al Real, un palmarès da urlo nel quale figurano due Champions League, la séptima e la octava delle merengues, alzate al cielo da capitano: dall’alto della sua esperienza, Manuel Sanchís, bandiera del Madrid in attività dall’83 al 2001, ci ha confessato che l’accesso ai quarti per gli uomini di Spalletti non è ancora compromesso.

“Lo 0-2 dell’andata è un ottimo risultato di partenza”, ha confessato l’ex difensore in un’intervista esclusiva a Roma TV. “Ma se al al Bernabéu la Roma dovesse segnare il primo gol, la qualificazione si complicherebbe, perché inizierebbero a riaffiorare i dubbi e la Roma si ritroverebbe a giocarsi le sue possibilità. Non considero il discorso qualificazione chiuso, magari lo fosse, ma ancora non lo è”.

Per Sanchis la squadra di Zidane non potrà permettersi passi falsi, anche perché davanti si troverà un gruppo che ha acquisito sempre più sicurezza.

“Chi adesso non può permettersi errori al Bernabéu è il Real Madrid, perché davanti avrà una squadra che sfrutterà eventuali errori. La Roma mi sembra che ultimamente stia crescendo come squadra. Sta acquisendo molta solidità difensiva e a partire da lì sta ottenendo buoni risultati e sta dando la sensazione di essere una squadra forte”.

Un giallorosso particolarmente apprezzato dall’ex capitano delle merengues è Mohamed Salah.

“È un giocatore che sarà importante negli anni a venire: ha talento e molta personalità, mi piace vederlo in televisione. Come per qualsiasi calciatore, credo che abbia bisogno che la squadra funzioni bene affinché lui possa elevare il suo livello. Questo succede anche a Cristiano”.

Non è mancata una menzione particolare per Francesco Totti.

“Il giocatore della Roma che mi è sempre piaciuto è l’icona, il leader. Attualmente sta giocando poco, ha 39 anni, io mi sono ritirato a 36 anni ed è un’età in cui già si fa fatica. Se penso a cosa possa significare giocare per ulteriori tre anni, non posso fare a meno di pensare che sia un suo grande merito. Io davanti a lui mi tolgo il cappello”.