Gioca nella Roma da 20 anni, ha segnato 300 gol, eppure Francesco Totti non riscuote ancora il rispetto che merita al di là della Manica. Sarebbe l’ora di mostrargli un po’ d’affetto prima che sia troppo tardi…
“Quel Totti non mi sta per niente simpatico , non so perché se ne parli così tanto”. E questa forse non è la peggior uscita di Ron Atkinson, ma sicuramente è la meno saggia. Detto ciò, forse la testa di Big Ron era da un’altra parte, dato che questo memorabile fuori onda durante la Coppa del Mondo 2002 si concluse con: “Ci sono dei panini? Sto morendo di fame”.
Ciononostante, l’ex allenatore di Manchester United e Aston Villa fa parte di un nutrito gruppo di esponenti del calcio inglese che professa un marcato scetticismo nei confronti di Francesco Totti.
Facendo un salto in avanti di quasi dieci anni, Terry Venables, Glenn Hoddle e Graeme Souness – che dell’odio nei confronti di Totti ne ha fatto quasi un vanto personale – non esternarono tanti complimenti nei confronti dell’attaccante della Roma che aveva appena segnato il gol della vittoria in una partita della fase a gruppi della Champions League 2010 contro il Bayern Monaco.
“Non è mai stato un gran lavoratore – disse un pungente Souness –. Sì, ha talento, ma sapete benissimo cosa penso di lui”.
E Hoddle non si tirò di certo indietro: “No, non è un gran fenomeno, sennò se ne sarebbe già andato da un’altra parte. Qualcuno se lo sarebbe portato via”.
“Glenn ha ragione – concluse Venables – è sempre stato un giocatore velleitario”.
Il pubblico calcistico inglese ha sempre espresso giudizi avventati su Totti, perlopiù basati su qualche prestazione: un quarto di finale di Champions League visto qua, una partita di Coppa del Mondo vista là, ecc. Si tratta di un rebus che non abbiamo voglia di risolvere. Sono quattro i titoli importanti – uno Scudetto, due Coppe Italia e una Coppa del Mondo – di cui ci burliamo.
È tutta una questione di conoscenza sommaria del soggetto. Quasi tutti gli inglesi sono al corrente solamente della gran longevità del 39enne e i suoi 26 anni di fila passati nella Roma da quando ha cominciato a giocarci a 13 anni nel 1989. Non ha mai lasciato il club con cui ha iniziato e per questo motivo non ha mai superato i quarti di Champions League e non è mai andato oltre il quinto posto nelle votazioni per il Pallone d’Oro.
Nel continente, Totti è considerato un paradigma della fedeltà. In un’amichevole estiva contro il Barcellona, Lionel Messi ha chiesto al capitano giallorosso la sua maglia e una foto che poi ha caricato su Instagram con questa didascalia: “Un grande! Che fenomeno!”. Il post ha ottenuto 1,8 milioni di like.
Le dure e fredde statistiche avvalorano la validità della tesi europea su quella britannica. Soltanto Silvio Piola (in un calcio di altri tempi e pieno di gol) ha segnato più reti in Serie A rispetto a Totti. Il capitano della Roma è stato cinque volte Calciatore italiano dell’anno, ha vinto la Scarpa d’Oro europea nel 2007 come capocannoniere in tutto il continente. È Campione del Mondo.
Alla fine di questa stagione Totti avrà quasi 40 anni e mentre la carriera del Re di Roma si avvia verso il sipario, Four Four Two ha chiesto agli allenatori, ex compagni di squadra e ai tifosi perché questo Gladiatore del calcio europeo sia così osannato ovunque e non compreso e maltrattato in Inghilterra.
Perché Totti è così importante? Cos’è che lo spinge? Come ha fatto a rimanere così tanto tempo nella Città Eterna? Riuscirà a segnare i 30 gol che lo dividono dal record storico della Serie A detenuto da Piola?
- FourFourTwo
“Vai, metti il ragazzino”. Vujadin Boskov spostò lo sguardo da Sinisa Mihajlovic, il gran centrocampista che diede il consiglio al suo allenatore, a un 16enne biondo che sedeva qualche posto più in là nella panchina della Roma. I Giallorossi erano in vantaggio per 2-0 a cinque minuti dalla fine contro il Brescia, in una stagione deludente ma ancora lontana dalla fine nel marzo del 1993.
“Scaldati, così entri subito” disse Boskov al ragazzo che sedeva accanto al promettente attaccante 22enne Roberto Muzzi, ma, nonostante questo, Totti rimase seduto. “Ehi – gli fece Muzzi – guarda che sta dicendo a te, muoviti”.
Più avanti, quel giovanotto ricordò così cosa avvenne: “Mi alzai, mi scaldai per una decina di secondi e poi andai in campo. Toccai il pallone solo un paio di volte, ma ero troppo emozionato e felice”.
Francesco Totti realizzò il suo sogno d’infanzia – cosa che poi avrebbe ripetuto per più di altre 750 volte – giocare nella prima squadra della Roma.
“Si è fatto valere sin da subito. Per lui è sempre sembrato tutto facile, non si può sottovalutare il suo contributo al calcio italiano. È il miglior giocatore che abbiamo mai avuto”.
- Giuseppe Giannini
Questo è un estratto dalla versione britannica di FourFourTwo, che ha dedicato uno speciale e la copertina dell'ultimo numero a Francesco Totti. Per leggere la versione integrale dell'articolo scaricate a questi link la rivista per iOS o in formato pdf.
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