“Faccio prima un bollettino sui calciatori disponibili. Oggi ci saranno tutti all’allenamento, anche quelli che hanno avuto dei rallentamenti in base a dei problemi in settimana, a parte Gyomber, Iago Falque e Uçan”.
L’orario delle 12:30 rappresenta una difficoltà?
“Di solito, dopo aver fatto un'analisi video, ogni giorno ci alleniamo all’incirca a mezzogiorno, quindi per noi è ottimale, perché coincide con l’ora del match di domani. È più insolito giocare alle 15 paradossalmente. Vi confesso che in Russia ho imparato tante cose e una di quelle viene da una trasferta che abbiamo fatto a Tomsk in Siberia, dove c’erano cinque ore di volo e quattro di fuso orario: la partita era a mezzogiorno ed era come se giocassimo alle nostre otto di mattina. Lì mi hanno insegnato che bisogna giocare a qualsiasi ora e a qualsiasi temperatura. Questo è un atteggiamento da prendere in considerazione anche per il nostro campionato. Ci sono delle necessità dovute alle tv e dobbiamo essere bravi sempre, a tutte le ore”.
La partita contro l’Atalanta presenta delle analogie rispetto a quella contro il Bologna?
“La partita rispetto a quella contro il Bologna può essere differente, l’Atalanta è quadrata e Reja è un allenatore bravo e pragmatico che sa sempre tirar fuori il meglio alla sua squadra. Ha attaccanti veloci che sanno puntare l’avversario, soprattutto grazie agli esterni che sanno fare anche un gioco offensivo. Sarà una partita giocata aperta”.
Cosa pensa della sperimentazione della moviola in campo per il prossimo anno?
“Finalmente, sono d’accordissimo: è giusto che le squadre abbiano ciò che hanno meritato durante la partita. Io ci metterei anche qualcosa in più: tipo il tempo effettivo, per tutelare la bellezza dello spettacolo. Aggiungerei anche le cinque sostituzioni, magari messe alla fine del primo tempo, ma se poi ci fosse il tempo effettivo ne puoi fare quante te ne pare secondo me, perché non spezzetti troppo il gioco. Nella sfida contro il Bologna Mirante ha fatto il 15 percento del possesso palla e in quel caso ovviamente c’è tanto spezzettamento. Quindi direi moviola, tempo effettivo e cinque sostituzioni: così si dà spettacolo, giocatori che non riescono a rendere possono essere sostituiti da altri, è bello vedere la forza della squadra nella sua interezza”.
Quanto incide l’Olimpico vuoto oppure l’assenza dei tifosi in trasferta domani? Domani a San Siro, per esempio, ci saranno sessanta mila spettatori.
“Inter-Napoli sarà una partita aperta, entrambe le squadre vogliono vincere: giocano un buon calcio, con individualità forti, sarà un risultato incerto. La lancetta non pende da nessuna parte. La cornice bella di pubblico è quella che abbiamo visto nel calcio internazionale, per esempio ad Anfield, stadi pieni: mi farebbe piacere sentir parlare tutti di questo aspetto. Ho tentato di dire qualcosa anche sbagliando sul motivo dell’assenza che colpisce l’Olimpico, perché non so bene la natura delle discussioni e ho tirato anche in ballo nomi in maniera errata: non conosco la dinamica di quello che è avvenuto. Dico solo che mi dispiace e che l’assenza del pubblico è una penalizzazione fortissima per squadre che hanno un seguito sentimentale come la Roma. Se avessimo uno stadio pieno, come ne vedo tanti guardando le partite europee, avremmo sicuramente qualcosa in più da proporre nella partita stessa. Sarebbe una spinta importantissima per la nostra squadra. Ma bisogna prendere atto di quella che è la situazione e non andare a creare degli alibi: noi le partite siccome abbiamo una squadra forte dobbiamo vincerle ugualmente, come i ragazzi hanno fatto spesso in questo scorcio di campionato”.
Dzeko e Totti domani sono entrambi utilizzabili?
“Dzeko è un calciatore forte, che ha avuto un momento di difficoltà domenica: aveva un risentimento muscolare, altrimenti lo avrei usato, cosa che farò probabilmente nella partita di domani se non avrà problemi oggi. Lo stesso vale per Francesco, dipende che partita sarà: è un altro calciatore forte che tengo in considerazione quanto Dzeko”.
Sorpreso sullo sconto a Higuain?
“Qui a Trigoria dobbiamo essere bravi a valutare attentamente certe situazioni. Se io avessi avuto un calciatore forte e squalificato avremmo ugualmente avuto l’imposizione di vincere contro qualsiasi avversario, senza far pesare troppo alla squadra l’assenza. Se loro hanno la possibilità di avere a disposizione uno come Higuain per noi non deve cambiare niente: è un giocatore del Napoli, noi siamo la Roma, giochiamo contro di loro ed è bene che possano utilizzare chi hanno a disposizione. Noi dobbiamo far vedere di essere al loro livello, anche più bravi, a prescindere da chi scenderà in campo. È una questione di convinzione delle proprie forze e sarebbe una debolezza sperare di vedere un’assenza: ci fa piacere vedere in campo un giocatore forte contro di noi”.
In estate sei entrato in contatto con De Laurentiis?
“Io ho parlato con tanti, come hanno fatto i miei calciatori. Però se rispondo a questo tipo di domanda, faccio lo stesso errore che non devono commettere i miei ragazzi in questo momento. Ci sono voci di amici, di nemici, sussurrate: qui conta quello che so io per quanto riguarda i discorsi di mercato. Quello che so io è che dobbiamo essere forti fino a giugno e una volta daremo un nome a tutti i tipi di voci: fino a giugno si rimane tutti qui e si pedala forte. Poi scegliamo noi sui calciatori e nel mio caso decide la Società. Tutte le voci, passate o future, hanno un significato. Per quanto mi riguarda, però, ora non ci sono voci: c’è il risultato della Roma e basta. Ora bisogna vincere le partire, senza creare alcun disturbo”.
Dopo due mesi si è rivisto in campo per 90 minuti De Rossi: come l’ha visto e come sta? L’anno prossimo farà parte della Roma?
“Ci sono tanti fattori da prendere in considerazione: in quel ruolo lì Keita ha fatto bene ogni volta che l’ho utilizzato. De Rossi sta rientrando in forma e ci sta facendo vedere quello che sa dare. Kevin sta tornando e ha bisogno di un po’ di tempo di gioco, dovrebbe iniziare a fare qualche match. Per me in quella posizione c’è una valutazione difficile da fare, ma si cerca sempre il bene della squadra e il risultato. Sul discorso di mercato già mi sono espresso: non parlo dell’anno prossimo, dobbiamo essere attenti a scorporare quelle voci che non riguardano il nostro obiettivo attuale, che dobbiamo portare a casa prima di giugno. A fine campionato risponderò a domande del genere”.
Con il Milan sono nove le squadre che in stagione hanno cambiato tecnico in corsa: si dà sempre meno tempo agli allenatori o il calcio sta cambiando?
“I numeri sono imbarazzanti se uno li prende. L’allenatore deve essere sempre pronto a subentrare o a sostituire. Mi dispiace che a Sinisa non gli sia stata data la possibilità di giocare una finale che si meritava, ma qui non so che discorsi sono stati fatti tra loro, sui metodi di lavoro. Mihajlovic rimane un allenatore di carattere e forte, che farà una bella carriera. Io, tornando ai nostri discorsi, sono un allenatore che non ha sentimento: sono senza anima, penso solo ai risultati della Roma, e vedo Sinisa nel suo modo di lavorare molto simile a me”.
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