Serie A, Domenica, 15 DIC, 18:00 CET
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La conferenza stampa di Luciano Spalletti alla vigilia di Roma-Fiorentina

La conferenza stampa di Luciano Spalletti

Ecco le parole di Luciano Spalletti nella conferenza stampa della vigilia di Roma-Fiorentina

Cosa teme di più della Fiorentina?

“Quello che fa da 3-4 anni a questa parte più quello che ci ha aggiunto Paulo Sousa. Leggevo l’intervista a Badelj questa mattina: ha dichiarato che hanno creato un’opera d’arte e questa è la verità. Hanno creato un calcio moderno e spettacolare, una squadra solida, tosta e convinta di poter avere delle possibilità importanti. Prendendo in esame il gruppetto di squadre di cui la Fiorentina fa parte, sono stati i più bravi a lavorare”.

Pjanic e Nainggolan saranno a diposizione?

“Pjanic e Ninaggolan sono a disposizione. Iago Falque ha un po’ di febbre e oggi probabilmente non sarà dell’allenamento. De Rossi continua il suo recupero e non sarà convocato”.

Dzeko più sì o no domani?

“Secondo me ci sono delle cose che devo ancora pensare e questa volta mi devo prendere tutto il tempo. È un calciatore che ha fatto bene quando è entrato a Empoli, si è allenato bene ma anche tutta la squadra ha fatto altrettanto bene. Oggi non so rispondere”.

La Fiorentina e la Roma secondo lei si somigliano?

“Si somigliano perché entrambe tentano di comandare il gioco, avendo molti palleggiatori tra i centrocampisti e la qualità di saper leggere le situazioni. Loro sono bravi a far tutto, a saper interpretare il gioco degli altri, con l’elasticità di far girare palla a tre e difendere a quattro. Riescono a creare insidie e a prendere vantaggio a seconda di come si sistemano agli altri. In questa partita dovremo essere più bravi di sempre. Se loro sono convinti di aver fatto un’opera d’arte, io devo dire ai miei ragazzi che hanno fatto un capolavoro, nel ribaltare la situazione, nel prendere conoscenza di cose nuove, nell’essere convinti e nell’avere la solidità mentale di pensare che si possa stare qui a lottare fino in fondo, senza essere influenzati da un risultato o da una prestazione”.

Come si risolve la questione dell’Olimpico semi vuoto? Non è una questione di risultati…

“Anche per me e siccome mi sono già espresso più volte, spero nel buonsenso di tutti quelli che gestiscono questa situazione che si è venuta a trovare. Noi a Empoli ci siamo sentiti molto comodi dentro l’abbraccio durato 95 minuti con il nostro pubblico e probabilmente è servito per reagire al gol del pareggio: ho visto la squadra essere sicura con l’atteggiamento giusto. In questo tutti quelli che erano presenti a Empoli hanno contribuito”.

Secondo lei Kalinic e Dzeko sono simili o diversi?

“Dzeko e Kalinic sono un po’ diversi. Kalinic è uno dei più bravi ad attaccare lo spazio dietro il centrale. Attacca bene dietro la linea difensiva ed è bravo sotto porta. Sa qual è il suo obiettivo e non si lascia trascinare in attenzioni che non sono importanti. Dzeko ha altrettante qualità, però gli piace più la palla addosso con la sua fisicità. Gli piace fare la rotazione verso il secondo palo e attendere il passante, Kalinic invece è più da taglio sul primo palo. Dzeko è arrivato con il blasone delle sue qualità, su Kalinic sono stati bravi a intuire che ce le aveva. Hanno avuto fiducia in lui e lui l’ha ripagata.

spalletti

Per Burdisso nel mondo Roma non c’era molta predisposizione ad allenarsi: è un’ambiente difficile o ideale per fare calcio?

“Io con Burdisso purtroppo ci sono stato poco, più o meno una settimana. Ho tentato di essere bravo ma in una settimana non penso di essere riuscito a dimostrargli tutto. Mi piacerebbe ritrovarlo, è un grande campione e sicuramente mi avrebbe restituito quanto io avessi provato a dargli. Sull’ambiente io la penso sempre così: è l’ambiente ideale per lavorare. Nella vita ci sono persone che non fanno, persone che fanno e persone che si accodano a quelle che fanno e per stare a un buon livello cercano di mantenerlo il più basso possibile. Qui le cose si sanno fare, quelli che non hanno idee, quelli che non vogliono andare avanti, quelli che hanno paura degli altri, quelli che non vogliono migliorarsi, devono andare via: noi dobbiamo migliorare. Potevo anche stare fermo ma sono tornato. Sono stato fortunato nella mia vita, posso scegliere cosa fare e sono padrone del mio tempo. Se sono tornato qui è perché si lavora bene e mi piace lavorarci. Vi faremo vedere che è così: i ragazzi hanno imboccato la giusta strada. Se ci prestano per una settimana Burdisso, viene ad allenarsi con noi e gli facciamo vedere come lavoriamo. Tutti sono professionisti nel ruolo che occupano. Vogliamo dare il massimo, chi ha possibilità di dare 10, deve arrivare a 12. Bisogna cercare di arrivare a toccare le stelle”.

Ha avuto modo di parlare con Pallotta?

“Ho parlato con Pallotta, l’ho salutato e mi è sembrato contento, carico di entusiasmo, libero di far valere tutte le grandi qualità che ha. È venuto a parlare prima della riunione tecnica e ha parlato ai calciatori, ha visto l’allenamento, è stato con noi nello spogliatoio. Ha grande entusiasmo e voglia di fare: è in sintonia con quanto detto finora. Se vuole ancora migliorare ha ragione: bisogna sempre avere il coraggio di osare. Lui è bravo a trovare stimoli e incentivi”.

Dzeko può dare una soluzione in più per neutralizzare il pressing alto della Fiorentina?

“Loro verranno a pressarci, sapranno poi cambiare atteggiamento in base ai nostri tentativi di stare in campo. A Firenze per svariati mesi si sono chiesti se la Fiorentina giocasse a tre, a quattro a cinque: qui c’è la bravura dell’allenatore, abile a cambiare la squadra dentro le situazioni di gioco. Hanno flessibilità e intercambiabilità. Hanno due mediani bravissimi davanti la difesa, Badelj, Vecino. Poi hanno Borja Valero, Bernardeschi, Kalinic, Tello, Ilicic… Ne hanno tanti e riescono a fare un buon prodotto, con la qualità dei calciatori e del tecnico. La palla lunga per Dzeko è una soluzione adottabile, l’abbiamo fatto anche ad Empoli, lo terremo presente e domani vedremo cosa verrà fuori”.

Da quando è qui si esposto su molti argomenti: vorrebbe più vicinanza da parte della società?

“L’altro giorno abbiamo fatto la foto: c’erano una trentina di collaboratori miei, un’altra trentina di calciatori, più i fotografi: sono tutti con me. Mi aiutano, mi indicano le soluzioni, sono in buonissima compagnia di tantissime persone. Abbiamo più di una squadra nella Roma e quella in campo beneficia anche del lavoro di tutte le squadre. Tutte le altre squadre sono qui a preparare le cose dalla mattina alla sera: io sono con loro e loro con me. Io prendo decisioni che riguardano la mia area: voglio fare solo quello che è il mio lavoro, e lì qualcosa la voglio dire perché poi il risultato dipende da me”.

Terrà conto del fatto che la Roma ha avuto due giorni di riposo in più rispetto alla Fiorentina?

“Noi tra tre quattro giorni andremo a giocare contro il Real che ha giocato ieri ma non andrò a dire ai miei calciatori che sono più stanchi: rientrerebbe nella questione degli alibi. Le partite vanno giocate quando si deve, e noi dobbiamo farci trovare pronti. In quei novanta minuti dobbiamo esprimere tutto e non possiamo portare dentro la partita che ci siamo riposati un giorno di meno. Fa parte della solidità mentale. Martedì dovremo vincere la partita se vogliamo passare, non ci sono altri pensieri”.

Bernardeschi ed El Shaarawy stanno avendo un’evoluzione simile?

“Bernardeschi ed El Shaarawy sono simili, hanno grandissime potenzialità. In tutte le cose ci sono una partenza e una fine: è il percorso che conta. Se si ha voglia di analizzare quello che si fa, ogni contrasto, ogni duello con l’avversario: se le reazioni sono quelle giuste allora si potrà giungere all’arrivo migliorando tutte le qualità della partenza. Entrambi stanno utilizzando il proprio percorso per arrivare in fondo migliori di come sono partiti”.