Quel ramo del lago di Como… è un bell’inizio ma anche un anagramma che per ogni romanista è il principio di un altro romanzo. Fatelo: ramo-Roma, lago-goal, Como resta Como e le preposizioni danno il la: Quel goal della Roma a Como…
La vita di ogni romanista è cambiata per sempre da quel momento, da quando Paulo Roberto Falcão ha dato il la giocando la sua prima partita nel campionato italiano. Era il 14 settembre del 1980. A Como.
La Roma vinse 1-0 per un’autorete nel primo tempo di Volpi. Minuto 25. Natale.
Dopo quell’esordio nulla fu come prima: intere generazioni di romanisti vennero educate all’arte da un calciatore sbarcato a Fiumicino, accanto al mare, direttamente dal sole, tanto era luce. Arrivarono le coppe in una città povera di vittorie, magliette bellissime, insieme antiche e nuove, vinaccia e porpora, indossate anche dai ragazzini sui sampietrini abituati da sempre a stracci e bandiere care e sgualcite.
Era una Roma che tornò colta e bella, era la città di un’altra società che credeva di avere ancora molto da sognare: la Roma stava dappertutto. Finire la rivoluzione del 1977 e vincere lo scudetto era la stessa cosa, soltanto che era molto più probabile il sovvertimento dell’ordine sociale rispetto al tricolore, d’altronde l’ultimo era stato vinto prima della Resistenza.
La DC sembrava meno solida della Juve di Trapattoni: nella vita civile non si arrivò a un momento così basso come col gol annullato a Turone a Torino. Un’ingiustizia che costrinse a crescere almeno quella generazione di romanisti.
Si aveva a che fare sempre con un’emozione. Andare allo stadio era un privilegio di tutti: l’Olimpico era il paese dei balocchi, ma nessuno era più pinocchio. Le favole non avevano bisogno di morale. Era il tempo del sogno.
La Roma era dappertutto. Era un fenomeno del pallone, della vita sociale, della musica, del cinema, un sottofondo quotidiano. Una compagna veramente. Se c’è stato un tempo in cui il popolo è stato al potere è stato quello, quando si arrivò a dire in uno stadio: ti amo.
Paulo Roberto Falcao è stato il principio estetico e pratico di tutto questo. C'è una Roma prima e una Roma dopo di lui. È stata la firma d'oro sulla nostra storia, il quinto punto cardinale in campo e fuori, il sole di notte che vedevi dalla Curva Sud. E sorgeva.
(liberamente tratto da “Il mare di Roma”)
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