“Ieri è stata una giornata diversa: rivedere lo stadio mi ha fatto venire in mente tante cose e il mio cuore ha iniziato a battere forte”, ha raccontato l’ex calciatore brasiliano. “La Roma fa parte della mia storia e qui ho passato tre anni bellissimi. Avevo parlato per telefono con Giannini, Pruzzo, Chierico, Desideri e già mi ero emozionato”.
La sua commozione al momento della sua investitura formale a membro della Hall of Fame non verranno dimenticate facilmente dai tifosi giallorossi, così come le sue giocate con la maglia della Roma dal 1983 al 1986.
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“Tre anni non sono tre giorni: sono tanti. Nella mia vita cerco di ricordare solo le cose belle e qui a Roma ho vissuto tanti bei momenti. Giocavo in una grande squadra, con dei grandi uomini come compagni, con una Curva immensa, sempre vicina alla squadra”.
Ecco le parole di Cerezo sul suo rapporto con Roma e i romani.
“Già quando arrivai in aeroporto rimasi a bocca aperta: duemila persone e io non capivo niente. Conoscevo poco dell’Europa, i suoi costumi, come si vive, come si mangia ma ho trovato i romani molto simili ai brasiliani. Se perdevamo la domenica ci mandavano a quel paese, ma poi ci offrivano il caffè”.
Su Paulo Roberto Falcao.
“Paulo è uno che va conosciuto per capirlo bene. È molto diverso da me, forse è per questo che andavamo così d’accordo. Se io andavo a destra, lui andava a sinistra. Ma sicuramente tutti e due arrivavamo al risultato. È un grande amico”.
Sul presidente Dino Viola.
“Mi ha dato la grande opportunità di venire a giocare in Europa quando avevo 28 anni. Sono venuto qui in una grande squadra, una grande società. Voleva bene anche a Trigoria, veniva a spegnere le luci e a controllare i campi”.
Su Nils Liedholm.
“Il Barone era furbo, il più furbo che abbia mai conosciuto. Sapeva gestire il gruppo, riusciva ad avere attorno dei grandi calciatori perché sapeva vivere con i calciatori. Se non giocavi bene il sabato o la domenica, lui il lunedì veniva da te e ti diceva: ‘Bravo Cerezo, hai giocato bene, ma questa settimana ci alleniamo un po’ di più’. Come Tele Santana, lui voleva un calcio tutto rivolto verso la porta avversaria”.
Infine, sul perché di tanto amore da parte dei tifosi giallorossi per lui, Cerezo ha risposto: “In campo sono sempre stato uno che ha corso e ha dato tanto. Forse per la mia allegria: senza allegria non riesci a divertirti”.
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