Come sempre il tecnico ha iniziato dall’aggiornamento sullo stato degli infortunati.
“Mario Rui ha bisogno di un altro po’ di tempo per recuperare. Vermalen ha ancora dei passaggi da fare prima di poter fare una scaletta. Su Peres e Perotti, siamo fiduciosi per Empoli: tutto procede bene. A Seck manca ancora una settimana. Rudiger ha fatto bene l’ultimo allenamento e viene con noi”.
Ci sono quattro squadre raccolte in quattro punti in vetta: è un campionato più equilibrato rispetto alle aspettative?
“È ancora presto per dirlo, ma per ora fa vedere che c’è un equilibrio che non può che far bene. Ci saranno dei duelli di alta classifica come Milan-Juventus. Se il Milan non avesse avuto i punti che ha ora, magari lo stadio non sarebbe stato così pieno. È per questo che noi facciamo spesso richiamo allo stadio pieno: l’Olimpico pieno fa viaggiare anche sulle ali dell’entusiasmo, l’ho vissuto così. Essere molte squadre in pochi punti rende il campionato più bello, spero che si continui così”.
Quali sono le difficoltà della sfida con il Sassuolo di Di Francesco?
“Sono proprio queste le difficoltà: Sassuolo e Di Francesco. È una società forte, che prende giovani da far crescere, cosa che non tutti possono fare. Hanno attaccanti veloci e tanti bravi in rosa. Di Francesco cambiandoli spesso ha fatto vedere che si fida di tutti. La sorsa stagione la vittoria a Sassuolo forse è stata il crocevia per fare quello che poi abbiamo fatto, anche facendo scelte difficili”.
Nel 2005-06 Di Francesco era il team manager della Roma con lei: ci racconta qualche aneddoto?
“Era già un allenatore, uno di campo. Si parlava con lui come se fosse uno dello staff. Stava studiando da allenatore. Ora sta facendo vedere la sua personalità e il suo saper toccare i tasti giusti. Ha un po’ modificato il suo interpretare il ruolo da ex calciatore ad allenatore. Sa già far male agli avversari”.
Il Sassuolo punta molto sui giovani e alcuni di questi vengono proprio dalla Roma: c’è qualcuno di questi che avrebbe voluto alla Roma?
“Sono venuti a prendere diversi nostri giovani, che anche secondo me erano forti. Quest’anno nel mercato mi sono trovato di fronte ad altre situazioni nelle quali io come idea scelgo un titolare e un altro giocatore. Questo può richiedere di andare a giocare altrove, per sua spinta professionale. Non tutti hanno la testa per mettersi in competizione e a disposizione per sfruttare anche i 5 minuti che gli vengono concessi. Iago Falque per esempio: lui voleva andare a giocare e sta dimostrando di aver fatto bene. Ljajic è un altro che se non gioca con continuità perde un po’ di qualità. La cessione di alcuni ragazzi come Ricci pone davanti alla domanda: lo si manda a giocare o le teniamo come riserva? Magari ti fa pentire, ma nel frattempo sviluppa una qualità che poi ti ritorna. Diventa difficile indovinarle tutte”.
Strootman e Juan Jesus sono pronti per il ritorno in campo?
“Juan Jesus ha un risentimento al polpaccio ma ha la possibilità di partire dall’inizio. Strootman gioca. Rispetto alla partita precedente lo facciamo giocare per vedere fino a che punto arriva. Secondo me un’ora può farla ai suoi livelli”.
Iturbe e Gerson potrebbero andare via per essere valorizzati come Pellegrini del Sassuolo?
“Sono valutazioni che si fanno sui giocatori che arrivano a dicembre avendo giocato poco. Si fa un check up. Ecco perché Allegri ha suggerito di farlo a novembre e secondo me è un’idea corretta, ma quello che ora è fondamentale è la partita di domani”.
Non ritiene che le 20 vittorie in 28 partite finora siano sufficienti per la sua riconferma?
“La penna sul mio contratto ce l’hanno i miei calciatori. Se fanno bene è perché li ho allenati bene, e vice versa. Abbiamo necessità di vincere. Roma ha bisogno di vincere. Roma è forte, è bella. Quando arrivi a Roma abitui l’anima alla bellezza e tornare indietro è difficile. Noi abbiamo consumato un po’ di tempo e dobbiamo cercare di vincere. Vincere non è solo vincere un titolo, ma anche mandare un messaggio forte di essere professionali, professionisti”.
È più sorpreso dal rendimento buono del Milan o da quello negativo dell’Inter?
“Tutte e due destano attenzione. Il lavoro di Montella è eccezionale. Nell’altro caso, non avendo lavorato nell’Inter non conosco la situazione. Da amante del calcio, dall’Inter mi attendo di più. De Boer è molto serio, professionale, dedicato. Anche loro hanno un nome scomodo da portarsi sul cuore”.
Quanto manca a Rudiger per poter pensare di schierarlo?
“Siamo vicini, il ragazzo è sano, è un leoncino. Non ha ancora i 90 minuti ma nella partita con la Primavera ha mostrato il suo solito impeto. Farlo iniziare domani sarebbe un rischio”.
Che margini di miglioramento può avere la Roma con tutti i difensori a disposizione?
“Tanti, non perché quelli che mancano siano migliori, ma è giusto creare una concorrenza, qualcuno che se più bravo ti faccia le scarpe. Anche in allenamento, provare contro due difese più forti alza il livello. Averli tutti sarebbe un vantaggio enorme”.
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