“Sono quattro o cinque partite che dipende tutto da noi e ne siamo consapevoli: lo abbiamo dimostrato a Milano e con la Juve che vogliamo andare avanti e ora non si può abbassare la testa”.
Su la testa, mancano solo due partite: Radja Nainggolan suona la carica in vista delle ultime due sfide di campionato. La bella vittoria contro la Juventus è un ricordo ancora fresco, ma ora bisogna solo pensare all’epilogo della stagione.
“Non si può pensare che Chievo sia una passeggiata. Lo stesso vale per l’ultima in casa col Genoa: è una squadra che si deve salvare e se non vince la prossima farà di tutto per prender punti qua. Saranno due partite complicate”, ha dichiarato il numero 4 giallorosso a Roma Radio.
“Non stavo al massimo contro la Juventus, ma quella partita mi ha stimolato tanto: volevo esserci a tutti i costi e diciamo che è andata bene. La vittoria del Napoli ci ha obbligato a dover fare soltanto un risultato. Ci siamo preparati bene. Venivamo da una bella vittoria a Milano e penso che contro la Juve abbiamo fatto più o meno la stesa partita: tutti bassi e siamo ripartiti bene in diverse occasioni. Bisognava credere nel successo, che alla fine è arrivato. Penso sia stata meritata come vittoria”.
Cosa significa come vittoria questa per te? C’è la consapevolezza che dopo 36 giornate siete a soli quattro punti da una squadra come la Juve?
“Loro hanno perso punti nelle ultimi giornate anche perché erano molto comodi. Ora sono più concentrati su altre cose, visto che sulla carta hanno il Crotone in casa. Ora si giocano la Coppa Italia e poi la Finale di Champions, forse in questo periodo sono tati più concentrati su altri obiettivi. Alla fine, però, Roma-Juve è una partita importante e nessuno voleva fare brutte figure: né loro, né noi. Noi abbiamo dimostrato che meritavamo questa vittoria: il resto non ci riguarda”.
Dopo questo percorso in campionato c’è più rammarico o più soddisfazione?
“Siamo a quattro punti dalla Juve, siamo usciti dall’Europa League con episodi che potevano andare diversamente, mentre nel caso della Coppa Italia è stata colpa nostra. Il rammarico c’è perché siamo una squadra forte. Forse abbiamo sbagliato delle partite che pensavamo fossero troppo semplici da vincere. Ma alla fine del percorso, ora che siamo a quattro punti, possiamo dire che siamo dietro una squadra che gioca la Finale di Champions: magari tanta gente non vede che hanno eliminato il Barcellona e altre avversarie importanti. Siamo a quattro punti e se la vedi da questo punto di vista puoi ritenerti soddisfatto”.
Oltre alla grinta e al cuore hai dimostrato che sei migliorato di anno in anno nel tuo ruolo. Ormai quella posizione la senti tua oppure è stato l’allenatore a creartela su misura?
“Le cose che si vedono in partita sono quelle che proviamo: è quello che chiede il mister, è il suo stile di gioco. Mi ha messo in questo ruolo, che ricorda quello di Perrotta. Mi mette in quella posizione per pressare più alti e far iniziare male l’azione all’altra squadra e da quel punto di vista è stata una scelta buona, mi sto divertendo. Fare gol è sempre stato bello ed è una soddisfazione personale, ma per me la cosa importante è la vittoria: si deve pedalare e dare una mano a tutti”.
Questo contenuto è fornito da una terza parte. A causa delle tue scelte riguardo la policy dei cookie
sul nostro sito, questo contenuto esterno non può essere visualizzato.
Se vuoi vederlo modifica le tue impostazioni sui cookie premendo uno dei due tasti seguenti.
Confermo di aver preso visione della privacy policy.
© 2018/2024 Soccer S.r.l. – P.IVA 09305501000 - tutti i diritti riservati. I nomi AS Roma, i loghi e le immagini sono marchi registrati o non registrati di Soccer S.r.l. Tutti gli altri marchi possono essere di proprietà dei rispettivi titolari.