Ecco le parole del tecnico giallorosso in vista della sfida in casa del Milan.
Domani si chiude un mini ciclo: come ha visto la squadra? In cosa è migliorata di più?
“Sono migliorate tante cose e sono venuti dei risultati importanti. In alcune partite abbiamo dato continuità di prestazione in altre meno. Sono contento della crescita della manovra e della compattezza, ma dobbiamo migliorare nella continuità di rimanere corti nelle due fasi. Ci lavoreremo ancora”.
Montella lo ha definito un amico vero e le ha augurato il meglio. Che rapporto c’è tra voi?
“È veramente un fratello per me, per il passato e il vissuto, dai tempi dell’Empoli dove eravamo giovani, senza tante possibilità. Poi abbiamo mantenuto questo rapporto per gli anni. Nel calcio ho tanti amici e Vincenzo è come un fratello. Auguro il meglio anche a lui”.
Che immagine conserva dello Scudetto vinto con Montella nel 2001?
“Siamo stati in camera insieme per due anni, la sua capacità di essere scugnizzo e ironico lo contraddistingue e l’ha mantenuta anche da allenatore. La capacità di comunicare, anche con la battuta pronta, l’ha mantenuta ed è la sua forza anche da allenatore”.
Da allenatore ha una grande capacità di comunicazione e di sapere interagire nello spogliatoio. È molto bravo ad adattare e sfruttare le qualità dei propri calciatori, magari cambiando sistema di gioco, ma mantenendo sempre la stessa filosofia: giocare per far male agli avversari”.
Domani si affrontano due squadre che hanno fatto un percorso opposto: ha cambiato tanti giocatori il Milan, e l’allenatore la Roma.
“La partita dirà tanto. Questa partita non determinerà tutto ma sarà importante per rimanere agganciati ai primi posti. Per noi è cambiata idea di gioco, con il tempo, il lavoro e i risultati positivi c’è sempre maggiore convinzione e mi auguro che questo dia forza domani per affrontare una squadra che cambiato tanto ma con giocatori di spessore tecnico e psicologico”.
Come va il processo di crescita di Cengiz? Sarebbe pronto per giocare contro il Milan?
“Sarebbe sicuramente pronto. Inizia a parlare anche italiano ed è un aspetto importante. Ma di certo sa parlare una lingua: quella del calcio. I giovani cerco di caricarli relativamente di responsabilità. So di avere un’arma importante anche se non partisse dall’inizio”.
Negli ultimi 4 anni nella Roma c’è stata una grande incidenza di infortuni muscolari e al ginocchio: riesce a individuare una motivazione?
“È troppo ampio come discorso. Ne abbiamo avuti molti, i crociati si possono legare alle tante partite giocate. Non ci sono i campi pesanti qui a differenza di quando ero al Sassuolo. Sono cambiati i ritmi, il fatto che quando si va a Baku si facciano 4 ore di volo può creare problemi. È prematuro puntare il dito su qualcosa o su qualcuno. Chi vive all’interno sa che i piccoli infortuni capitano quando si cercano di alzare i ritmi. Per questo è importante anche la vita sana dei calciatori. Io devo essere bravo a portare una grande cultura del lavoro”.
Il Milan era indicata come una favorita, la Roma continua a essere snobbata: è più un fastidio o uno sprone?
“Per me è indifferente, quello che conta è il campo importante è il campo, i risultati e l’atteggiamento. Ben venga non partire favoriti, ma questo non ci toglie responsabilità. Tutti si aspettano molto da noi e ambire ad essere importanti passa anche per la partita di domani, una via fondamentale per ambire a qualcosa di più”.
Manolas ha detto che vincere a Milano sarebbe un segnale per il campionato. È d’accordo?
“Vincere significherebbe il titolo sui giornali sarebbe ‘La Roma c’è’. Ci rimetteremmo in corsa, è quello che noi vogliamo fare, è un’ambizione corretta. Il campo può dire questo o altro, ma lavoriamo per rimanere attaccati al vertice. Bisogna giocare con mentalità, senza presunzione, ma con consapevolezza di poter tornare con i tre punti, contro una squadra importante. È giusto puntare ai tre punti a Milano.”.
Nainggolan non convocato in nazionale: come giustifica ciò?
“Tecnicamente parlando, Radja è un top player europeo. Ogni allenatore fa le sue scelte in base al proprio sistema di gioco. Mi dispiace per lui, ma mi auguro che dia ancora qualcosa in più con la Roma. Io me lo tengo molto stretto, ve lo assicuro”.
A Roma si dice che ci sia poca pazienza con gli allenatori: ma poi a Milano e al Bayern vediamo quello succede.
“Pazienza? Dovreste porre questa domanda a voi stessi. Ancelotti è stato esonerato, me ne dispiace ed è già stato affibbiato a 4-5 panchine. È giusto voler vendere giornali ma a volte si esaspera troppo. Siamo a settembre, dopo 5 partite si è tutti un po’ frettolosi nei giudizi”.
Ha visto il gol di Totti nell’amichevole di ieri?
“Non l’ho visto ma la classe non muore mai. Anche a carte, è sempre il numero uno, un incente in tutto quello che fa”.
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