Ecco cosa ha detto il nostro mister.
Voglio parlare un po' del reparto offensivo della Roma, anche in chiave futura: è di altissima classifica o andrà potenziata la cifra tecnica?
"Del mercato ne parleremo a fine campionato, non mi sembra questo il momento per farlo. I fatti parlano chiaro, per quanti gol abbiamo segnato e per quanti ne abbiamo sbagliati. Vedremo poi il da farsi".
Vuole aggiungere qualcosa sull'episodio di Bergamo? Vuole commentare le parole del presidente dell'AIA?
"Resto della mia idea. Non sto giudicando se fosse rigore, io parlo di uniformità di intenti, del protocollo VAR: il chiaro ed evidente errore. Ci sono stati episodi simili sia in Serie A, sia in Champions League, e il VAR non è intervenuto. Lo chiedo per sapere, per regolarmi su cosa dire ai miei calciatori. Mi pare giusto che il presidente prenda le difese, anche io davanti a tutti difenderei un mio giocatore a spada tratta, se lo attaccaste, ma poi in camera caritatis gli direi quello che penso.
Io discuto sul chiaro ed evidente errore, perché quello che è successo a noi è accaduto in altre occasioni, in Italia e in Champions League. E il VAR non è intervenuto. Solo questo. Ma con molta tranquillità: per conoscenza".
Una volta Mazzone le disse che, se non sali quei gradini dell'Olimpico, non puoi dire di aver fatto l'allenatore. Domenica sarà l'ultima volta. Lei li ha saliti tante volte: cosa le mancherà di più? E se dovesse parlare con un tecnico che ancora non ha mai allenato la Roma, qual è la sensazione? Dove sta questa differenza che le diceva Mazzone?
"La differenza è proprio perché siamo romani e romanisti, no? Magari un altro allenatore non ha quella sensazione che possiamo avere noi romanisti. Io ricordo quando da ragazzo ero nel settore giovanile della Roma e solo a vedere i calciatori che giocavano mi batteva il cuore forte. E mi chiedevo se un giorno sarei stato pure io lì in campo.
Per cui è logico che salire quegli scalini è una cosa che va oltre, no? Vedere lo stadio pieno - e quest'anno, ma anche gli altri anni, lo stadio pieno significa che la squadra cerca di dare il meglio e i tifosi, pur nelle difficoltà, ti stanno vicino - è una sensazione bellissima".
L'anno prossimo la Roma può essere costruita per lottare per lo Scudetto?
"Credo di averlo detto benissimo quando sono arrivato. Abbiamo due aperture di mercato dove saremo ristretti. Cercheremo di sbagliare il meno possibile. Poi vedremo, perché tante volte non vince la più forte: vince chi è riuscito a costruire un qualcosa. Avete visto, abbiamo giocato, credo, a viso aperto con una squadra, lunedì scorso, che è stata formata in nove anni. Allora mi verrebbe da dire che stiamo là. Invece no, dico che dobbiamo migliorare. Abbiamo iniziato a mettere le fondamenta. Piano piano costruiremo una squadra che sia un orgoglio per i tifosi".
A Bergamo abbiamo rivisto S aelemaekers per pochi minuti. Da cosa è derivata la scelta di escluderlo per così tante partite? E poi le volevo chiedere se è cambiato qualcosa anche per il futuro. Lei ci aveva detto che c'era una sorta di patto con il Milan per trattenerlo: è cambiato qualcosa nei piani?
"Di mercato non parlo. Per quanto riguarda me, vi devo dire che Soulé si è adattato bene su quella fascia, e che lui e Saelemaekers avevano creato una combinazione con Dybala meravigliosa, perché si inter-scambiavano la palla a 2000 all'ora e creavano dei problemi all'avversario. Mancandogli Dybala, ho visto che non era più lo stesso e allora ho cercato di cambiare. Ho cercato di dare un qualcosa in più. Alexis è sempre nella mia mente, perché è un giocatore importante".
Quanto è importante raggiungere dal punto di vista finanziario l'Europa, qualsiasi essa sia, la prossima stagione?
"Sicuramente è importante, ma per me come allenatore è importante perché voglio arrivarci, perché penso a dove l'abbiamo presa, ai sacrifici che hanno fatto i ragazzi, alla voglia, alla determinazione, ai tifosi. Per tutto questo è super importante. Poi, dopo, penserò anche che è importante per la Società".
Con l'Atalanta è stata nel primo tempo una Roma di un tipo e nel secondo tempo si è abbassata molto. Volevo capire se è stata una sua scelta in prospettiva Milan, nel senso che il Milan è un'altra squadra, molto tecnica, molto pericolosa e se l'idea era quella di andarla ad affrontare magari con un po' di coraggio o se c'è il rischio che poi ogni tanto la Roma si abbassi, perché lo fa da sola e non perché glielo chiede l'allenatore.
"C'è da dire che, quando ci abbassiamo e se siamo attenti, è difficile che ci facciano gol. Abbiamo preso il gol di Lookman proprio perché, su una punizione, siamo rimasti aperti e gli abbiamo fatto battere la palla inspiegabilmente: nessuno era davanti alla palla, ma tutti e due erano aperti, per cui la palla ci è sfilata in mezzo ai due.
No, non è una questione mia che gli dico di abbassarsi: è anche la forza dell'avversario. Poi bisogna sempre vedere tatticamente la forza dell'Atalanta qual era: quella proprio delle ripartenze. Infatti, loro sono stati pericolosissimi sempre nelle ripartenze, ma così come siamo stati noi pericolosissimi, perché se noi avessimo fatto il rigore o i gol che si sono mangiati loro, e non ce li fossimo mangiati noi, staremmo riparlando della stessa partita fatta con l'Inter: Una grande Roma, ha attaccato, è stata lì, concentrata, che ha sbandato un poco ma che alla fine ha vinto. E qui invece diciamo che la Roma si è ribassata, si è messa dietro e ha preso gol".
Insieme, Hummels e Paredes hanno totalizzato 209 minuti in 9 partite? Come mai questa scelta?
"Cosa abbiamo fatto in quelle nove partite?"
Abbiamo vinto, a parte l'ultima.
"Grazie".
In futuro si cercherà di dare continuità al suo lavoro oppure verrà fatto un lavoro diverso, si punterà a fare più gol con una difesa più tattica, più fisica?
"Cercheremo di fare il meglio che possiamo fare seguendo anche la linea dei giocatori che abbiamo, senza stravolgere troppo".
Domenica è una partita importantissima anche perché sarà la sua numero 500 in Serie A e la sua ultima all'Olimpico? La Roma ha organizzato qualcosa per lei al termine della partita per salutare lo Stadio?
"Non lo so. Se lo hanno fatto, è giusto che non me lo dicano, ma non lo so. Sono 500 in Serie A, sono contento. Anni fa ne feci 1000 in totale a Londra, entrai nella Hall of Fame dei mille e neanche lo sapevo. Per cui, sono cose che rivedrò tra un mesetto. Spero di avere tempo per guardare quello che ho fatto (il mister ride, ndr)".
Ha parlato di ristrettezza sul mercato: i tifosi devono aspettarsi il sacrificio di qualche big?
"Onestamente, ne avete parlato voi e non ne abbiamo parlato noi in Società. Sapete che i mercati sono sempre aperti a mille situazioni. Noi cercheremo di fare del nostro meglio per dare ai tifosi una squadra competitiva, ma sono importanti lo zoccolo duro e la mentalità che abbiamo costruito quest'anno. Questa è una squadra seria, che si impegna: è una squadra che fa squadra. E noi non possiamo sbagliare i giocatori che arrivano".
Oggi è il compleanno di Edoardo Bove: le piacerebbe vedere un suo ritorno alla Roma?
"Già me l'avevano detto e gli devo mandare un messaggio di auguri".
Le piacerebbe vedere un suo ritorno alla Roma?
"Voi non lo sapete, ma io chiesi a José (Mourinho, ndr) di darmi Bove. Ma José mi disse: 'No, me lo tengo qua'. Sennò sarebbe venuto a Cagliari. Per cui tramite voi gli faccio i migliori auguri e gli auguro tutto ciò che desidera, perché è un ragazzo meraviglioso. Io non lo conosco, ma ho visto le sue interviste e basta poco per capire che tipo di intelligenza ha un giocatore, un uomo".