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Mourinho: "Partita di alto livello, il risultato è giusto"


L'analisi dell'allenatore romanista dopo il pareggio allo Stadio Olimpico con il Napoli

Dopo il ko in Norvegia, la Roma reagisce e stoppa la corsa di un Napoli che aveva vinto le prime otto partite di campionato.

Mister Mourinho ha commentato così il match.

Che partita ha visto: pareggio positivo?

“Per me è stata una grande partita. È la sensazione che ho avuto, magari diversa dalla vostra. Con la pressione della gara, ho avuto l’impressione di un match di alto livello. Lo 0-0 mi sembra bene, l’1-0 per noi sarebbe stato bene e l’1-0 per loro sarebbe stato bene. La partita è stata veramente dura per tutti, dura per noi e dura per loro”.

“Secondo me, l’incontro è stato di alto livello, intenso, di grande concentrazione. Non dico con paura, no, ma con rispetto. C’è stato un grande sforzo difensivo e di altri giocatori per chiudere le possibilità di contropiede e le transizioni dirette. Secondo me, è stata una partita di alto livello”.

Per quanto riguarda la fase difensiva, siete stati quasi perfetti: cosa ha cambiato?

“I due terzini stanno migliorando, le coperture in diagonale a centrocampo di Veretout e Cristante sono state fatte molto bene: uno si sente più confortato nell’uscire a pressare più alto perché l’altro gli dà una copertura molto buona. In questa partita, ovviamente, per come giocano loro, era importante che Zaniolo e Mkhitaryan chiudessero gli spazi interni e potessero aiutare lì”.

“E anche oggi, per la posizione di Fabian Ruiz che è molto importante nel loro motore offensivo, Pellegrini si è abbassato un po’ di più e invece di un 4-4-2 difensivo oggi Abraham entrava di più tra i centrali, lasciando entrare i centrali con la palla a centrocampo nella direzione dove loro non cercavano di pressare. La partita è stata molto, molto intensa, ho visto gente stanca, però è la stanchezza che mi piace, è la stanchezza di gente che ha lavorato tanto”.

“È stata una partita con tanta transizione: loro giocano molto, molto diretti con Osimhen, e poi la gente arriva, a quando noi abbassiamo il blocco e Insigne comincia a venire dentro, lì è molto importante che Veretout e Cristante chiudano. È stata una partita dura. Noi abbiamo avuto le nostre occasioni e loro le loro. E magari è stata quasi una gara unica: due allenatori con i cartellini rossi”.

Lei perché è stato espulso?

“Non lo so, perché chiedevo la palla per me e non ero contento della decisione. Niente di speciale, non ho invitato l’arbitro a fare una passeggiata. È stata una partita dove sia io che Spalletti abbiamo ricevuto il rosso, ma non posso dire che il direttore di gara abbia arbitrato male. Ho avuto la sensazione che abbia diretto in maniera positiva, equilibrata. Ha partecipato a una partita dove nessuno va a casa 'felice-felice', ma tutti con la sensazione che il risultato sia giusto”.

Se voleva una reazione, l’ha avuta. Fino alla fine avete cercato di vincere: è stato bello.

“Quando si fa una partita sbagliata come la nostra, quella seguente è molto, molto difficile dal punto di vista emozionale. Hai un peso completamente diverso. E giocare contro il Napoli non è facile”.

“E noi abbiamo giocato, abbiamo cercato di vincere. E come avevo detto ieri in conferenza stampa, ovviamente è anche un tipo di gara dove devi anche essere umile e riconoscere il peso dell’avversario. Credo che sia stato così per entrambe le squadre. Penso che loro volessero vincere e anche noi. La verità è che è un pareggio per 0-0 e lo spettacolo non sarà stato fantastico, però in panchina la sensazione è stata di una partita che ha stancato anche me”.

Ci spiega la scelta di non portare nemmeno in panchina cinque dei giocatori impegnati in Norvegia?

“Adesso mi mette in una situazione difficile. Sono cose di spogliatoio, sono messaggi di spogliatoio, sono prestazioni negative che anche con una panchina più fragile, piena di ragazzini, è un messaggio importante per me. Ci sono partite e partite. Sarà capitato anche a voi di tornare a casa dopo non averne giocata qualcuna bene, però quella gara rimane nella mia storia ed è difficile per me perdonare”.

Conta di recuperarli?

“Certamente, conto di recuperarli. Non hanno una croce sulla faccia ed è finita per loro. Assolutamente no”.

Le è piaciuta di più la Roma contro la Juventus o questa?

“Sono state due partite diverse. Abbiamo dominato di più contro la Juve, abbiamo avuto più controllo della palla. Non abbiamo giocato in transizione, anche perché la Juve sull’1-0 abbassa il gioco e non ti pressa così alto come il Napoli oggi. Dal punto di vista della gestione della palla, oggi siamo stati più una squadra di transizione, con minore capacità di costruire dietro come a Torino. Contro la Juve mi è piaciuta molto la personalità e la capacità di dominare il gioco, anche in fase di costruzione da basso, con tranquillità”.

“E oggi mi è piaciuta l’organizzazione, il modo in cui abbiamo controllato– per modo di dire, perché controllare Osimhen non è facile – l’uscita in profondità di quel ragazzo. Entrambe le partite mi sono piaciute, per ragioni differenti e mi danno la sensazione che la nostra squadra – 11, 12, 13, 14 giocatori – mi piace veramente. C’è materiale umano per lavorare e per imparare. Però abbiamo giocato contro due delle tre, quattro squadre più forti d’Italia. Abbiamo preso un solo punto, ma la sensazione è che contro di esse abbiamo giocato faccia a faccia”.


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