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    De Rossi: “Questa vittoria ci dà un’iniezione di fiducia”


    All’ultimo respiro, la Roma agguanta a Udine tre punti preziosissimi in chiave Champions.

    Nel post-partita, mister De Rossi ha commentato così il risultato.


    È stata una Roma d’attacco: nessuno si aspettava una squadra del genere. Com’è nato lo studio della partita impostato in questo modo? 

    “È stato un misto di tattica e di logica. Di tattica, perché dalla parte di Spina avevamo trovato abbastanza spazio nella partita che era stata sospesa: lì giocava Evan, che però essendo un centrale aveva avuto meno slancio, e abbiamo voluto mettere un giocatore di spinta. 

    E poi, appunto, è stato meno tattico e più logico: ho cercato di tenere in campo più calciatori possibili che potessero fare gol anche senza un gioco corale ma con un tiro da fuori, un colpo di testa su calcio d’angolo, una giocata individuale. Ho levato calciatori che sono per me titolarissimi, come Paredes, e ho messo gente come Bryan e Lollo (Pellegrini, ndr), che potevano segnare su un calcio d’angolo o su una punizione. 

    E quanto ad Angelino, l’ho messo perché potesse crossare per i due attaccanti”.

    Abbiamo scoperto un’esultanza un po’ diversa di De Rossi.

    “Mi sto vergognando, mi stanno prendendo in giro tutti. Ma sono proprio contento. Al di là del fatto che è stato importante per la classifica, lo è stato per il morale, perché dopo la sconfitta con il Bologna eravamo un po’ giù di morale. 

    E questo ci dà invece una bella iniezione di fiducia, di felicità. E sono contento per i giocatori, perché si sono comportanti in maniera fantastica. C’è gente che è venuta qui sapendo che non avrebbe giocato nemmeno un minuto: ha sostenuto il viaggio, ha festeggiato a fine partita, erano tutti contenti. 

    Sono entrati in campo a festeggiare sapendo che non sarebbero stati neanche sostituiti, perché i cinque che pensavo di far entrare in questi 20 minuti già li avevo avvisati, perché così hanno continuato il riscaldamento e c’è stata una partecipazione incredibile. Anche quando giocavo, questo tipo di cose mi commuovevano. E da allenatore, mi toccano ancora di più. È proprio bello.

    E poi sono un po’ contento anche perché questa partita era stata al centro delle polemiche, sulla data della ripresa. 

    Mi spiace per uno stadio che ci ha trattato così bene, come quello di Udine, ma penso che noi siamo la prima squadra del calcio italiano che va a giocarsi una semifinale europea contro una squadra imbattuta, campione di Germania, e la propria federazione le dà un giorno in meno per prepararla. Andremo a Napoli con due soli giorni di preparazione, mentre loro hanno fatto una settimana di ritiro. Ma la risposta ricevuta dai miei giocatori stasera mi fanno stare tranquillo. Abbiamo una squadra di uomini meravigliosi”.

    Questa vittoria, questa adrenalina, cambia qualcosa nella preparazione della trasferta con il Napoli?

    “No. Cambia l’umore, cambia la classifica, che non è una cosa da poco. Però, a noi cambia poco: abbiamo già iniziato a studiare il Napoli, perché questi 20 minuti con con l’Udinese tatticamente non andavano preparati un granché, quindi avevamo tempo di guardare all’immediata futuro.

    Sappiamo che è una squadra fortissima, che l’anno scorso bene o male con gli stessi interpreti aveva ammazzato il campionato. È una delle più forti, assieme all’Inter e forse al Milan. Li reputo fortissimi come individualità. Sappiamo che sarà molto difficile.

    La prepareremo come abbiamo preparato le altre, sperando di azzeccare io più mosse rispetto alla sfida con il Bologna. Sarà sicuramente una partita di alto tasso tecnico”.

    Hai raggiunto Mourinho: 29 punti in 13 partite. Ma Mourinho ha impiegato 20 partite per fare i tuoi stessi punti. Sorprende questo dato. Lo vuoi commentare? Qual è stato il segreto?

    “Guardo tutto, tranne la gara di chi fa più punti tra me e il mister. È evidente che stiamo facendo molto bene. È evidente ma non a tutti, ogni tanto qualcuno se lo dimentica. Stiamo facendo molti punti, stiamo facendo tanto bene e abbiamo riaperto un discorso che, quando siamo arrivati, sembrava chiuso: non tanto per i punti dal quarto posto – cinque o sei – ma per quante squadre avevamo davanti e a quante squadre avremmo dovuto recuperare tanti punti.

    I ragazzi stanno facendo un lavoro incredibile. Non penso che, se fosse rimasto il mister, non avrebbero recuperato tutti questi punti. Ce l’avrebbero fatta comunque, perché parte tutto da loro, perché sono giocatori con un cuore enorme, e i campioni con un cuore enorme, anche nei momenti in cui le cose non girano, e fai pochi punti, con l’orgoglio dei campioni si tirano fuori da quelle situazioni.

    Credo, quindi, che avrebbero tirato fuori la testa da quella situazione brutta anche senza di me”.