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    Gaetano Anzalone, il presidente pioniere


    Era un imprenditore edile. Forse, per questo fu così bravo a gettare le fondamenta della Roma più grande di sempre. Oggi, 90 anni fa, nasceva Gaetano Anzalone.

    Il presidente fu un pioniere. Nei suoi otto anni alla guida del Club importò nell'AS Roma concetti all'epoca estranei, come marketing e merchandising, realizzò il centro sportivo di Trigoria. E costruì l'ossatura dello Scudetto 1982-83.


    La genesi del Lupetto

    Anzalone ha quasi 41 anni quando rileva, nel 1971, la proprietà dell'AS Roma dall'imprenditore Alvaro Marchini. Intuisce quasi subito che bisogna trovare delle soluzioni per incrementare il fatturato della Società. Nel 1974 decide quindi di affidarsi al creativo Piero Gratton per lanciare una nuova identità grafica, che potesse veicolare la vendita dei prodotti AS Roma.

    Galeotto era stato l'incontro tra Gratton e Gilberto Viti, storico dirigente giallorosso, agli Europei di atletica leggera, che si erano tenuti proprio nel '74 a Roma e di cui Piero aveva curato l'immagine.

    Gratton, milanese per nascita ma romano d'adozione e romanista per Dna, disegna il logotipo della società con “AS” in giallorosso e “Roma” in nero.

    Nel 1978 il genio di Piero partorisce una splendida icona romanista: il Lupetto. Oltre che per tantissimi anni sui diari scolastici dei tifosi giallorossi, il nuovo marchio compare dalla stagione 1978-79 sulle maglie giallorosse.

    Ma Gratton non si ferma qui. Piero disegna anche le celebri maglie "ghiacciolo", prodotte dalla ditta Pouchain. Le nuove divise fanno il loro esordio 17 dicembre 1978. È un debutto fortunatissimo: la Roma batte 1-0 la Juventus con un gol di Di Bartolomei.

    Anche Anzalone però non si ferma qui. Il restyling del Club segue una strategia precisa. Il presidente lancia quindi i Roma Shop: i tifosi romanisti hanno l'opportunità di acquistare i prodotti del Club. Sono nati gli antesignani degli attuali AS Roma Store.

    Marketing e merchandising: la rivoluzione è compiuta.

    La Casa della Roma

    Anzalone ha anche un'altra intuizione: alla Roma serve un centro sportivo. Occorre una casa. Il presidente acquista trenta ettari di terreno a Trigoria da un suo predecessore, il conte Marini Dettina, e nel dicembre 1974 annuncia che i lavori sarebbero partiti ad aprile 1975.

    La realizzazione della cittadella è di fatto l'ultimo atto della presidenza Anzalone, che aveva ceduto la Società a Dino Viola nel maggio 1979. Il centro sportivo viene inaugurato il 23 luglio dello stesso anno, nonostante fosse ancora incompleto. Sarà proprio l'Ingegner Viola a ultimare i lavori. Tanto che bisognerà attendere il 9 gennaio 1980 per assistere alla prima seduta di allenamento. A dirigerla sarà il "Barone" Nils Liedholm.

    Raccontò nel 2012 Anzalone al nostro sito: "Trigoria fu un mio orgoglio. L’investimento, allora, fu di due miliardi di lire, pensate quanto può valere oggi".

    Sarà poi l'Ingegner Viola a dedicarlo alla memoria di Fulvio Bernardini, nel 1984.

    All'alba dello Scudetto

    Questa foto è forse la sintesi della presidenza Anzalone. Un sorridente Di Bartolomei versa da bere per brindare al primo raduno della stagione 1978-79. Alla sua destra c'è il presidente, alla sua sinistra c'è Santarini. E accanto a Santarini c'è Pruzzo.

    La Roma che conquista il tricolore 82-83 ha origine dal lavoro compiuto da Anzalone. Sotto la sua presidenza vengono posti dei tasselli fondamentali: il primo ingaggio di Liedholm, l'esordio di Conti e Di Bartolomei e l'acquisto di Pruzzo.

    Per citare un altro passaggio dell'intervista di Anzalone ad asroma.com: "Roberto (Pruzzo, ndr) lo presi pagandolo abbastanza. Lo volevano tutti quell’estate, riuscimmo a portarlo noi. La Juventus, addirittura, mi offrì un sacco di soldi, ma io non glielo diedi. Facevo il mercato per rinforzare la Roma, non per rinforzare gli altri".

    A parte un torneo Anglo-Italiano nel 1972, Gaetano Anzalone non ha vinto nulla. Ma è l'uomo che ha posto le basi per una Roma moderna. Per una Roma campione. Anzi, per citare uno striscione dei tifosi romanisti esposto in Sassuolo-Roma dopo la sua morte, avvenuta il 18 maggio 2018, Anzalone non fu semplicemente un uomo: fu un "galantuomo".

    Un indimenticato galantuomo.