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Conferenza stampa

Gian Piero Gasperini alla vigilia di Milan-Roma


Gian Piero Gasperini ha incontrato i media a Trigoria alla vigilia della trasferta con il Milan.

Ecco cosa ha detto il nostro allenatore.


Cosa ha aggiunto lei nel recupero, nella preparazione, nella tenuta atletica di Dybala?

"I problemi di Paulo sono sempre stati gli infortuni, soprattutto recentemente. Diversamente, lui ha tutte le qualità non solo tecniche, che sono riconosciute: sicuramente di tiro, ma non solo. Ma per quello che riguarda la resistenza, lui ha anche la tenuta fisica. 

Ha fibre di alto livello. Non riesci a raggiungere traguardi così importanti se anche dal punto atletico e fisico non hai delle qualità assolute. La continuità è dunque dettata dal fatto che, non essendoci infortuni di mezzo, lui riesce a giocare. Poi, sicuramente si sta allenando molto bene. 

Quindi, probabilmente prima c'erano dei momenti nei quali si doveva allenare meno perché aveva aveva sempre qualche problema. Adesso ha superato anche psicologicamente le sue difficoltà, crede di poter raggiungere nuovamente certa velocità, certi spunti, certa capacità di tirare anche un po' più forte. Però è tutta roba del suo bagaglio. Noi la stiamo tirando fuori al meglio.

Io vorrei che per lui fosse una stagione tra le più importanti. E c'è bisogno solamente di continuità. Poi oggi i calciatori possono giocare anche più avanti negli anni. Lui non è così vecchio, assolutamente. E per certi aspetti, è nel momento anche migliore della maturità calcistica. Quindi, deve avere dentro di sé la voglia di fare una stagione di quelle che ha fatto qualche anno fa".

Milan e Roma possono e stanno dimostrando di essere qualcosa in più di semplici outsider in quella corsa che vedeva solo Napoli e Inter tra le favorite? E cosa teme in particolare della squadra di Allegri?

"L'ho già detto l'altra volta: non partecipo a queste discussioni su scudetto, Champions... Ognuno giustamente è libero di trarre le proprie considerazioni, ma in questo momento io penso a come la Roma si rapporta a una squadra come il Milan: hanno avuto tutte e due un'ottima partenza. E altri obiettivi e discorsi li lascio tranquillamente agli altri. 

Poi, posso condividere un po' come tutti che l'Inter e il Napoli sono partite favorite e hanno sicuramente qualcosa in più. L'obiettivo nostro, veramente, è quello di misurarci. Ci siamo misurati anche con l'Inter, abbiamo visto che abbiamo fatto comunque un'ottima prestazione. Adesso ci andiamo a misurare a San Siro con il Milan, una squadra sicuramente di valore, che ha messo in rosa dei giocatori molto importanti quest'estate. Quindi, è una bella occasione quella di arrivare a San Siro a giocare questo tipo di partita".

Nel 2025, la Roma è la squadra che ha fatto più punti in campionato: 70, addirittura 8 in più del Napoli e 11 in più dell'Inter. Questo dato, abbinato al fatto che questa è una squadra che ha ampi margini di miglioramento davanti, che tipo di indicazioni le sta dando? E cosa può dare ancora di più questa Roma?

"In termini di punti è difficile che possa dare di più, no? Anche se poi quei punti hanno prodotto un sesto posto e adesso siamo solamente all'inizio. In termini di squadra, il lavoro quotidiano è la cosa più importante. E lì ritorniamo agli obiettivi: il mio obiettivo è veramente questo, è quello di cercare di migliorarsi, di coinvolgere sempre tutti i giocatori più possibile, e cercare di costruire un impianto, una squadra che, giocando e migliorando il proprio calcio, possa essere sempre più competitiva. 

Poi, se mi dite che può fare più punti, la vedo molto difficile. Magari può diventare ancora una squadra migliore. Speriamo che i punti che riusciremo a fare siano efficaci, magari più efficaci di quelli realizzati finora".

Il Milan ruota moltissimo intorno a Modric. Volevo capire se la soluzione Cristante trequartista, quindi, vicino al croato, può essere una cosa riproponibile.

"È riproponibile per noi, per il nostro tipo di gioco, per il nostro tipo di partita. Non so se giocheremo così, se giocheremo con un tridente diverso. Per quanto riguarda Modric, è un giocatore straordinario che sa occupare diverse zone del campo e quindi non è facilmente limitabile. Però noi dobbiamo pensare essenzialmente al nostro tipo di gara".  

Spesso parliamo dei numeri degli attaccanti, però andando a guardare il rendimento dei centrocampisti, con l'Atalanta quasi tutti avevano cinque, sei gol lo scorso anno. Ecco, quest'anno Cristante ha segnato, gli altri ancora danno poco dal punto di vista offensivo. È una sua richiesta, quella di buttarsi dentro meno l'area di rigore, oppure si può fare un salto di qualità con i gol dei centrocampisti? E poi le chiedo in particolare un giudizio su El Anayoui, che sta utilizzando sempre di più.

"El Aynaoui sta crescendo, sta facendo bene, come tanti altri giocatori che mi sembra che ultimamente stiano migliorando il loro inserimento. È un giocatore che è arrivato quest'anno e sono rarissimi i calciatori che arrivano da fuori, da altri campionati, e spaccano: altri hanno bisogno di un po' più di tempo. 

Comunque, la Roma non ha segnato tantissimo fino ad adesso, anche se il suo livello di pericolosità sta aumentando, sta crescendo, però ha segnato con diversi giocatori: è un segnale di coralità in questo senso, di capacità di trovare il gol magari anche con caratteristiche diverse. 

Riguardo ai centrocampisti, a parte Cristante al momento non abbiamo ancora fatto gol, però speriamo di farli presto. Sicuramente una squadra che realizza di più porta a segnare anche più giocatori. Quella (l'Atalanta di Gasperini, ndr) era una squadra dove segnavano in tanti, perché segnava tanto, e quindi i gol erano più distribuiti". 

In queste 13 partite abbiamo visto tante squadre diverse: questa cosa come va interpretata? Questa è una squadra ancora alla ricerca di sé stessa, della sua migliore versione, oppure è semplicemente una squadra che ha tante soluzioni e che magari sarà così fino alla fine della stagione?

 "A me sembra che centrocampo e difesa siano molto simili in tutte le partite, non vedo tutta questa diversità. La difesa è quella, il centrocampo è quello, gli esterni sono quelli... Quanto al fatto che Wesley abbia giocato qualche volta a sinistra: ha sempre giocato esterno, non è mai andato a fare il centravanti o il difensore centrale. 

Cristante è quello che ha giocato più partite insieme a El Aynaoui. I difensori sono quelli. Davanti abbiamo avuto un po' di varietà in più, quello sì, perché davanti siamo alla ricerca... Siamo anche parecchi: è una rosa molto folta questa. Forse non ho mai avuto una rosa così così folta numericamente. 

Davanti abbiamo, come dicevo prima, stiamo cercando più soluzioni, ma anche perché all'inizio Dybala non c'era e Bailey neanche. Sono stati fuori a lungo e quindi non facevano parte della squadra, del reparto offensivo. Dybala l'abbiamo visto bene ma da due settimane, mentre Bailey stiamo ancora cercando di recuperarlo. Chi ha dato continuità è stato Soulé: ha giocato praticamente sempre. 

Quindi tutta questa variazione non me la ricordo. Anzi, uno dei miei obiettivi iniziali era quello proprio di dare una solidità, una continuità a un nucleo di squadra, e poi piano piano inserire gli altri. È quello che sta avvenendo di partita in partita.

Però siamo anche messi bene in classifica e abbiamo bisogno anche di risultati: non ho tanta voglia di fare turnover e tanta voglia di fare cambi. Diverso è durante la partita, perché in partita hai cinque sostituzioni e io le uso quasi sempre. Non mi sono mai piaciute le cinque sostituzioni, perché è un altro calcio dopo il Covid. Però le ho sempre utilizzate. Mi sono adattato e le ho sempre utilizzate. 

Non mi piacciono perché non c'è più calo: prima a un certo punto c'erano squadre che in alcuni elementi calavano, e se tu eri più forte venivi fuori. Adesso cambi mezza squadra, è una roba eccessiva, è basket. Il calcio era anche una questione di selezione e secondo me le partite erano anche più belle. Però le regole sono queste e, pur non piacendomi le cinque sostituzioni, le uso tutte, praticamente sempre: è difficile che finisca con quattro sostituzioni". 

Volevo parlarle degli attaccanti: Dovbyk ha fatto quel bel gol con il Parma, e sull'infortunio di Ferguson volevo sapere se c'erano delle novità. E come ha visto Bailey in settimana?

"Dovbyk è in crescita, e questo non è che l'abbiamo detto la partita con il Parma, ma già da qualche settimana. Se sta bene fisicamente, anche sotto l'aspetto tecnico fa di più. È stato un bel gol. ha avuto occasioni con l'Inter, ha avuto occasioni con la Fiorentina, ha avuto occasioni col Lille. Quando incominci a creare occasioni, timbri anche. Ed è un buon segnale. 

Ferguson ha questa distorsione alla caviglia, che ti costringe magari a saltare una settimana o due. 

Bailey l'abbiamo accelerato un po'. Per me ha fatto una buona prestazione contro il Sassuolo, almeno nella prima parte della gara e questo m'ha spinto a portarlo in panchina. Non pensavo di farlo entrare così presto. Evidentemente, lui arriva da diversi mesi di inattività e magari dopo tanto tempo, dopo la partita con il Sassuolo, ha fatto fatica a recuperare. Magari ha bisogno di più recupero tra una gara e l'altra, ma è solo una questione di condizione. Il giocatore è perfettamente guarito, quindi adesso si tratta solamente di trovare la condizione, di spingere, di giocare degli spezzoni e di recuperare bene tra una partita e l'altra. È solo una questione di condizione perché è fermo da parecchio tempo". 

Sia lei che Allegri avete un'esperienza longeva in Serie A. Quanto aiuta questa in termini di magari lucidità durante i momenti più delicati delle partite?

"Speriamo che aiuti sempre. Se hai molte partite alle spalle, sicuramente hai una grande esperienza. L'esperienza conta, però questo è un campionato diverso dagli altri e ogni partita è una lettura diversa, perché dentro alla stessa partita ci sono più partite: ci sono delle gare dove parti anche con delle idee, poi bisogna vedere se eh, se quelle idee si riflettono in campo. 

E poi le partite cambiano. Sono molto equilibrate. Se dice tutti gli anni, ma quest'anno è veramente un campionato più equilibrato degli altri anni, dove le squadre anche medio-basse di classifica sono in grado di creare problemi a tutte, e di strappare punti. 

E quindi c'è una partita il primo tempo, una partita il secondo tempo, una partita nei finali di gara... Sono molto equilibrate e gli episodi sono quelli che cambiano. Quindi devi essere sempre molto attento a fare le letture giuste".

Ho avuto l'impressione che, quando la Roma cambia sistema di gioco, come nel secondo tempo di mercoledì, Soulé forse è quello che risente di più di questo cambiamento. Magari è semplicemente stanco, però volevo sapere da lei se fisicamente sta bene.

"Sì. perché penso che stia facendo bene: è quello che sta giocando di più. E si spende molto a dover giocare sempre in attacco, a dover sempre dribblare, saltare l'avversario... Anche per questo qualche volta esce. Ma non è che chi esce, esce per demerito: mai. Le sue prestazioni sono sempre di livello. E quindi è quello che ha più continuità e sono molto soddisfatto di questo".

Io volevo concentrarmi su Pellegrini. Dopo il gol del derby si parlava magari di una seconda vita in giallorosso. Poi, a parte la partita contro l'Hellas Verona, dove ha fatto 90 minuti, parte titolare in due occasioni, esce al 55' e poi ha spezzoni di partita nel finale fino alle panchine con Viktoria Plzen e nell'ultima partita. Come mai questa gestione di Pellegrini?

"Ma se sta giocando sempre? Qual è il problema? Ancora ritorniamo sulla questione titolare, riserva, titolare, riserva. Parliamo di quelli che giocano: ci sono 25 giocatori, 11 giocano e 14 stanno fuori.

Pellegrini entra, gioca, sta facendo bene, ha avuto forse un po' di calo fisiologico ed è ripartito. Contro il Sassuolo ha fatto un secondo tempo molto buono, qual è il problema? Ragazzi, prendete il buono che c'è, no?"

Volevo sapere se si aspettava qualcosa in più dopo il gol nel Derby.

"A lei chi non piace? Chi vuole togliere?".

No, per carità.

"Le ho fatto una domanda: chi vuole togliere? Pellegrini sta giocando. E sta giocando anche bene".