Queste sono state le parole del mister.
A proposito dell’attacco vorrei parlare dell’attitudine di entrare in area di rigore: sta un po’ mancando questa cosa di entrare in area con cattiveria. È allenabile?
“È allenabile. Ed essendo allenabile, dobbiamo allenarci. Dobbiamo giocare di reparto in attacco così come in difesa, giocando sulle posizioni, sui movimenti, sugli smarcamenti, dobbiamo andare dentro l’area, dobbiamo andare a chiudere, bisogna fare molte cose. Come si ha un'organizzazione difensiva, la si può avere anche nel gioco di attacco. Soprattutto adesso.
Dobbiamo continuare a lavorare, stiamo recuperando i giocatori. Abbiamo recuperato Dybala, stiamo recuperando anche Bailey. Abbiamo tutti i giocatori di attacco, dobbiamo dare una svolta in positivo anche in quel senso”.
Volevo tornare sul concetto espresso da lei giovedì sera, sull’esame di coscienza che dovrebbero fare gli attaccanti, sul fatto che siano un po’ mosci.
“Io ho detto questo? Io ho detto mosci?”.
Mosci è derivato dalle parole di Dybala. Intendevo l’esame di coscienza che si dovrebbe fare sull’attacco.
“Non so se ho usato il termine coscienza, comunque – in tutti i modi – al di là delle parole, l’intendimento è quello di lavorare tecnicamente e tatticamente sulla squadra e sul gioco. Se ho usato coscienza era una parola sbagliata, ma era riferito al fatto di lavorare sui movimenti, sugli smarcamenti, sull’andare ad occupare gli spazi, sull’andare in profondità, sul giocare in zona più pericolose, che non è sicuramente fuori dall’area di rigore, non è quella zona centrale fuori dall’area, molto comoda per ricevere palla, ma per gli attaccanti è determinante la prossimità dell’area, vicino all’area, dentro l’area, sulla riga di fondo, sono quelle le zone in cui vai a creare i presupposti per fare gol o far fare gol. Tutto il resto è preparazione. In quel senso lì, ma mai usata la parola moscio”.
Sull’aspetto della concentrazione a inizio partita si può lavorare?
“Le cause possono essere diverse. Ci sono dei periodi così, a volte andavamo in vantaggio noi. Ma è un dato di fatto: a Firenze siamo riusciti a ribaltarla, ma nelle ultime due partite abbiamo preso due brutti gol. Con l’Inter abbiamo avuto la reazione che dovevamo avere, mentre l’altra sera dovevamo dare di più anche se la reazione della squadra c’è stata. La squadra ha finito, come contro l’Inter, con un secondo tempo positivo. A dimostrazione che sul piano atletico stiamo bene”.
Al di là delle difficoltà dei due centravanti, ho l’impressione che la Roma faccia meglio con un riferimento davanti, mentre quando ha Dybala falso nove stenta di più. E poi ho una curiosità: cosa è successo con Ferguson? Era partito molto bene.
“Ferguson ha partecipato a 9 partite ufficiali su 10. L’unica in cui non ha giocato è stata quella a Firenze. Parla il campo, sul resto si può dire tutto e il contrario di tutto. Lui in campo ha dimostrato sempre di dare delle risposte, anche se in questo momento le risposte non sono positive.
Se devo dire la verità, per la prima volta in questa stagione ieri l’ho visto fare un allenamento giusto. È un ragazzo di 21 anni, che arriva da campionati in cui aveva giocato poco, non straordinari, quindi va anche aspettato.
È in un altro campionato, in un altro Paese, in un’altra dimensione. Ragazzi così giovani possono avere dei periodi molto bassi di rendimento. Ma bisogna essere pronti a dargli fiducia. Poi se mi chiede spiegazioni, non si può spiegare sempre tutto. Dunque, si aspetta, si lavora, le risposte sono quelle del campo. Sul fatto di giocare con un riferimento offensivo, io non penso che il centravanti debba essere per forza alto e grosso, si può giocare in tanti modi.
L’importante è trovare efficacia, non è necessario giocare con un centravanti di statura, di fisicità. Per me contano più altre cose, di tecnica, di velocità, di abilità a scambiare, a triangolare. Poi se hai un giocatore che là davanti ti risolve i problemi, la strada è molto più corta”.
A me era sembrato che la considerazione di Dybala di giovedì l’avesse un po’ infastidita. Ne avete poi parlato?
“Beh, riportata lì sul momento, io non l’avevo sentita, abbastanza, anche perché non la ritenevo vera, giusta. Parlando con i ragazzi nello spogliatoio, soprattutto a fine partita, le parole non sono sempre esattamente quelle. La parola moscio non esiste, la parola sottovalutazione dell’avversario in questa squadra non esiste perché non lo merita questo gruppo. Paulo non voleva dire questo.
Su questo gruppo possiamo dire tante cose, possiamo ammettere dei limiti, e dobbiamo accettarli, ma sotto il profilo comportamentale è un gruppo forte, sano e su quell’aspetto lì non si giustificano le sconfitte con l’atteggiamento. L’atteggiamento non sarà mai sbagliato, non può essere sbagliato, altrimenti quello sì, sarebbe un problema”.
Dybala gioca?
“Può giocare, fisicamente è a posto. L’altra sera ha fatto bene. Lui ha una buona resistenza, per quello che vedo. Ha una buona tenuta come tutti i giocatori di livello. L’unico problema è che stia bene, senza guai fisici. Anche lui deve iniziare a pestare l’aria, a fare gol, assist, queste sono le cose importanti perché lui è un attaccante, non serve che giochi a centrocampo. Può aiutare la squadra nel disimpegno dell’azione, ma è essenzialmente un attaccante. È un giocatore che vale tanto quando tira in porta, fa gli assist, crea pericoli. E lui adesso sta bene, sta molto bene, questa è una cosa che mi fa ben sperare”.
Che risposte ha avuto dal cambio di ruolo o di posizioni di alcuni giocatori? Si è avuta l’impressione che questi spostamenti avessero creato un po’ di confusione e generato errori individuali.
“Non sono d’accordo, assolutamente. Nei tanti cambiamenti bisogna considerare tante partite. Alla fine chi ha giocato? Ziolkowski mezzora l’altra sera? Per il resto hanno sempre giocato Celik, Hermoso, Ndicka, però stiamo giocando tanto, ogni tanto degli spezzoni entra qualcuno. Wesley ha giocato a sinistra molto bene, Celik a destra anche. Tutti questi cambiamenti non li vedo. Il brasiliano ha fatto due ottime partite.
L’unica cosa che importante, che bisogna valutare è questa, la prestazione. Ripeto, giocando tanto qualche spostamento ci può stare, ma questo è l’effetto dei cinque cambi. Non possiamo essere così rigidi, esce uno e entra l’altro nel suo ruolo”.
Lei molto spesso ha detto che alcune scelte di formazione sono dettate da situazioni di emergenza. In questo momento ci troviamo realmente in una situazione di emergenza per far giocare Dybala falso nove e tenere in panchina dei titolari?
“Chi sono, scusi, i titolari?”.
Ad esempio il cambio naturale a sinistra, Rensch.
“E che c’entra con Dybala?”.
No, le sto dicendo dei cambi di formazione in generale, come lei adesso ha detto le caselline.
“Mah ragazzi, dai. Cioè mi parla in attacco di Dybala falso nove, di Rensch… Va bene, prego”.
Dunque, vede il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto della sua squadra e dei risultati ottenuti?
“Lei è contenta?”.
Io sì.
“Beh, si figuri io allora… (ride, ndr). Stiamo battagliando, stiamo battagliando. Questo è un campionato tosto. Ha visto ieri la prima in classifica contro una neo promossa? Questo è un campionato in cui bisogna mettersi convinti che non è facile avere grande continuità di risultati. Ogni partita del nostro campionato è molto difficile. Io non ho tempo di abbattermi per una partita persa, anche se mi dà molto fastidio. Non ci posso pensare perché siamo lì, tutto il resto vabbé, possiamo dire tutto e il contrario di tutto.
Ma noi dobbiamo guardare a noi stessi, migliorare noi stessi. In questo momento la difficoltà principale è fare gol, soprattutto in casa. Dobbiamo risolvere e lavorare su quella. Non c’entra il nove, il falso nove, conta chi gioca e va dentro. Chi sa calciare, chi sa stoppare, chi sa triangolare e chi va a fare gol. Ci sono esempi di squadre che hanno fatto con centravanti, con lo spazio, senza centravanti. Se hai la possibilità, accorci la strada, altrimenti devi percorrere quella strada”.
Sta cercando un attaccante per gennaio?
“Non credo che a gennaio ci siano cose fantastiche, per quella che è la mia esperienza. L’importante sono le caratteristiche, quello sì. Però non è la questione di gennaio, in questo momento nemmeno ci sto pensando. Voglio solo migliorare una situazione che ci sta penalizzando, che ci fa apparire anche peggio di quello che siamo.
Effettivamente la sconfitta dell’altra sera in Europa League brucia, fa male perché abbiamo perso contro una squadra con cui non dovevamo perdere, in casa. L’unico obiettivo, giocando ogni tre giorni, è migliorarci, anche attraverso esperimenti, delle prove, perché tanti giocatori sono stati fuori. Dybala è da due domeniche, Bailey da una. Bisogna mandarli in campo e vedere che succede, in allenamento non facciamo in tempo. L’unica cosa è alzare l’efficacia attraverso gli allenamenti”.
Come ha visto dal punto di vista del morale Dovbyk e Ziolkowski?
“I fischi quando si perde ci stanno. Per il giocatore e tutti quanti. Il giorno dopo si riparte, cercando di prendere gli applausi. Un giocatore con la maglia della Roma va sostenuto. Da parte mia va sostenuto chiunque, va spinto chiunque, va portato avanti chiunque. È il giocatore che deve reagire ad una prestazione non andata bene e lavorare.
L’obiettivo è sempre e solo uno, cercare di crescere e migliorarci. Rispetto ad altre squadre, in questo momento abbiamo dei margini per fare delle buone cose, anche perché peggio di così è difficile. Possiamo solo migliorare”.