
Ecco le parole del tecnico giallorosso.
Su Dybala, vorrei capire se ha innalzato la tenuta atletica e se può giocare dal primo minuto. A proposito di Wesley, invece, che tipo di gestione ci sarà?
“Dybala ha lavorato bene in queste due settimane, sta bene, è in crescita. A Pisa ha fatto 45 minuti molto buoni. Non so se ha ancora 90 minuti, non li ha mai giocatori, però sicuramente è in un buon momento. Wesley ha avuto questo problema, ma che si è rivelato niente di importante. Ha giocato la prima partita con il Brasile, ha saltato la seconda, aveva un po’ di affaticamento, ma dal punto di vista muscolare sembra non ci sia alcun tipo di problema. Ieri si è allenato normalmente, oggi dopo l’ultimo allenamento decidiamo”.
Ha parlato con Pellegrini? E in che condizioni sta? Può giocare mediano come lo abbiamo visto?
“Pellegrini è rimasto. Per me va bene, è un giocatore in più. Sotto l’aspetto tecnico indubbiamente è un giocatore di qualità importanti. Ha ripreso, ha iniziato ad allenarsi con più intensità, anche se non ha la condizione dei giocatori che sono qua da due mesi, però sarà a disposizione. Ha bisogno di crescere la condizione, aumentare i giri del suo motore, tecnicamente non si discute, ma il calcio è fatto anche di altri componenti. Avrà tutta la possibilità di diventarci molto utile durante il campionato”.
Mediano più trequartista?
“Per me è un centrocampista, non è un attaccante. Poi può giocare più avanti o più indietro, un giocatore di qualità importanti come detto. A parte Dybala, per qualità di piede, penso che sia il migliore o giù di lì, quindi per me deve giocare da centrocampista con tutti i crismi necessari per giocare in quella zona”.
Come si conciliano le esigenze economiche del club e quelle sportive di una squadra che punta a vincere qualcosa nei prossimi tre anni? E che promesse ha avuto dai Friedkin?
“Non ci sono promesse, c’è del lavoro da svolgere. C’è la necessità di lavorare bene, sotto tutti gli aspetti. La situazione è abbastanza chiara, dobbiamo cercare di migliorare sia la situazione economica del Club, sia quella tecnica. Io penso sempre che la base importante sia quella tecnica perché innalzando quella recuperi su tutto il resto, quindi per me è prioritaria sempre. Poi dopo non ho più la necessità di parlare di mercato, c’è stato tutto giugno, luglio e agosto, ora c’è la partita domani con il Torino. Fino a dicembre/gennaio non serve a niente parlare di quello che è stato fatto o non fatto. Ci sono 25-30 partite da giocare, è questo quello su cui bisogna mettere attenzione. Del mercato se ne parla quando è ora”.
Ha avuto la possibilità di parlare con Dovbyk? Cosa si aspetta da lui?
“Io mi aspetto tantissimo da tutti, da tutti i giocatori che sono rimasti qua, quindi da Pellegrini, da Dovbyk, ma anche tutti i 21 che ci sono. È importante la Roma, la stagione che bisogna fare. Non posso parlare di questioni individuali, personali, ognuno deve fare il meglio possibile. Dovbyk, come tutti gli altri, ci ho parlato. Gli ho chiesto quali sono le sue caratteristiche migliori, lui mi ha detto dentro l’area, la forza, la profondità. Benissimo, partiamo da queste tre. Devo vederle tutte, devo vederle di livello. Sono convinto che farà bene. Sull’impegno non ho mai avuto dubbi su nessuno, dunque dobbiamo fare bene, delle ottime partite. Grande spirito, grande mentalità, non solo per se stessi, ma per la Roma, ottenere risultati, spingere. Conta questo adesso, il resto sono tutte supposizioni. Le prestazioni in campo sono quelle che hanno valore”.
Ci sono diversi giocatori che ancora devono vedere il campo. C’è uno zoccolo duro della squadra?
“Sì, assolutamente, lo zoccolo duro è quello, lo zoccolo duro è fondamentale, importante. Poi le gerarchie possono essere cambiate durante le partite, nella stagione, tutti devono essere pronti, chi è più indietro o perché è arrivato da pochissimo. Ci sono alcuni giocatori che hanno fatto i primi allenamenti questa settimana, altri che sono qui da due mesi. È normale che sia così, non ho preclusioni per nessuno, non regalo niente a nessuno. Devo far vedere 11 giocatori più i 5 che entrano e questo è quello che consente il regolamento. Ci sono gli allenamenti, tante partite con le coppe, dove ci sarà l’opportunità, che andrà guadagnata. Chi parte più avanti dovrà difendere la sua posizione, questa è la dinamica delle squadre, quello che aiuta a dare qualcosa in più per non sentirsi né appagati, né tagliati fuori. Tagliati fuori nessuno, ho sempre fatto giocatore tutti quanti, tutti hanno avuto la loro chance”.
Con Baroni nelle ultime stagioni ha avuto sempre qualche difficoltà. Se l’è spiegato?
“Sono belle statistiche, mi consola che siamo sempre finiti davanti in campionato. Effettivamente non è facile da spiegare, ma ritengo che Baroni sia un ottimo allenatore. Il suo percorso è sempre stato di livello. Poi sulla casistica in particolare cerchiamo di smentirla subito domani così accorciamo le distanze”.
Cosa si aspetta dal Torino? E sulla partita l’obiettivo è di arrivare al risultato il prima possibile?
“Penso che dobbiamo giocare 90 minuti più recuperi. Le gare inizialmente sono molto equilibrate, difficili. Dobbiamo aspettarci di giocare 95 minuti sempre con la migliore attenzione, condizione, il campionato italiano è sempre equilibrato, quest’anno più che mai. Abbiamo visto nelle prime due partite, pur facendo ottime gare le abbiamo sofferte fino alla fine, quindi questa è la percezione che dobbiamo avere della gara”.
Tolto Gollini, due giocatori lei aveva all’Atalanta e sono Cristante e Mancini. Sono migliorati rispetto a quando li ha avuti lei? E su Cristante cos’ha di speciale, dato che gioca sempre con tutti gli allenatori?
“Intanto, sono due giocatori che ho avuto qualche anno fa, che hanno fatto un’ottima carriera, quando sono stati presi dall’Atalanta erano giovani, ma emergenti. In questi anni hanno dato un contributo importante alla Roma. Li ho ritrovati bene. Mancini è tornato in Nazionale, Cristante è molto vicino. È chiaro che siamo avvantaggiati, mi conoscono, hanno giocato con me, ma fino a questo momento con me tutti hanno dimostrato massima disponibilità”.
Nell’amichevole con il Roma City ha ripreso qualche volta Ghilardi. Le chiedo, il ruolo di Hermoso a destra è sempre una soluzione di emergenza? E Ghilardi può essere pronto per giocare?
“Non ricordo di aver ripreso Ghilardi così tante volte, ma durante le partite delle indicazioni ci possono stare. Lui è un giocatore nuovo, le indicazioni non vanno confuse con dei rimproveri, magari lui è un giocatore giovane, che ha bisogno di essere seguito un po’ di più, ha meno esperienza di un Hermoso sicuramente. È un ragazzo dell’Under 21, ha giocato un campionato con il Verona, credo che in questo momento rispetto a chi sta giocando, ha bisogno di un po’ più di tempo, ma è sicuramente tra i giovani che ci auguriamo possano crescere bene”.
Domani per lei saranno 100 giorni da allenatore della Roma. In cosa ha trovato questo Club al di sopra delle sue aspettative e in cosa al di sotto?
“Il Club in questo momento ha un grande centro sportivo, da Champions. Un pubblico da Champions. Uno spirito di squadra in queste due partite di alto livello. Tutto il resto lo possiamo lavorare insieme e crescere insieme”.
Sulla destra al posto di Wesley vede Rensch o Celik?
“Le soluzioni sono quelle. Ci puoi mettere El Shaarawy, ci puoi mettere Soulé che lo scorso anno ha giocato in quel ruolo. Abbiamo più soluzioni, poi ci penso stanotte quando avrò deciso”.
Cosa significherebbe per lei vincere anche domani e fare tre su tre come altri grandi allenatori del passato?
“Per me è importante ribadire le prime due partite, avremmo tre punti in più, sarebbero molto utili. Ma siamo all’inizio del campionato, in questo momento conta come ti proponi, che atteggiamento hai, devi costruire il campionato. Due, tre, cinque partite non sono sufficienti per mettere obiettivi. Io dico sempre 10 partite, ma le idee chiare ce l’hai alla fine del girone di andata, quando conosci meglio la tua squadra e gli avversari, quanto si sono rinforzati, cresciuti e migliorati. Quando li avrai incontrati tutti potrai tracciare degli obiettivi”.