
Stefano ci ha scritto per raccontarci della sorpresa che ha organizzato per suo nonno Luciano, classe 1940: riportarlo allo stadio Olimpico dopo oltre quarant’anni di assenza. Un gesto semplice e immenso allo stesso tempo: condividere di nuovo la Roma dal vivo, sugli spalti dell’Olimpico, dove generazioni di romanisti si sono date appuntamento per una vita intera.
“Me l’ha trasmessa mio padre questa passione, un romanista d’altri tempi. Noi da piccoli andavamo raramente allo stadio ma ogni volta era una gioia incredibile. I miei idoli in gioventù furono Falcao per la sua classe, Rocca perché nonostante non stesse più bene con il ginocchio non si tirò mai indietro e non posso dimenticarmi di Bruno Conti, che ha fatto le fortune anche della Nazionale”.
Perché la Roma si tramanda. È un filo che lega padri e figli, nonni e nipoti. Un amore che resiste al tempo e alle vicissitudini, che resta lì, silenzioso ma presente, pronto a riaccendersi ogni volta che la squadra scende in campo. A raccontarci le origini di questo profondo romanismo radicato in tutta la famiglia è suo figlio Fabio.
“I nostri nonni erano testaccini, ricordo come la Roma venisse sempre messa al primo posto in casa nostra, nostro nonno andava sempre a vedere le partite a Campo Testaccio, e questa passione si è tramandata di generazione in generazione in famiglia. Per citare un episodio particolare, mio fratello Aldo ha giocato nella Primavera della Lazio e mio papà quando andava a vedere le sue partite, non riuscendo a incitare la squadra per la quale giocava, gridava “Forza Aldo!”, così andava a finire che tutti gli altri genitori lo guardavano male”.
La sera del 23 agosto, insieme ai nipoti e al figlio, Luciano è tornato a sedersi in mezzo alla sua gente. Ha rivisto i colori, ha sentito il boato, ha cantato. E la Roma gli ha regalato una vittoria da ricordare, che ci ha raccontato così.
“L’emozione più grande è stata vedere lo stadio pieno, colmo di bandiere e soprattutto di tante persone felici semplicemente di esserci. Poi devo dire che l’ingresso in campo della squadra e il momento del gol sono stati indimenticabili. In ogni caso si è già vista la mano del mister, secondo me sarà importante che sia i giocatori che i tifosi remino sempre dalla sua parte per vivere una stagione speciale”.
Alla fine, dalle sue parole emerge tutta la sorpresa e la gioia di una giornata che resterà impressa nella memoria di tutta la famiglia. Un’emozione che Luciano ha voluto affidare a un pensiero speciale per suo nipote.
“Questa sorpresa non me l’aspettavo, per me tornare allo stadio è stato come fare un tuffo nel passato e non smetterò mai di ringraziare mio nipote per questo, gli voglio un bene dell’anima”.
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