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La conferenza stampa di Ranieri in vista di Torino-Roma


Claudio Ranieri ha parlato in conferenza stampa in vista di Torino-Roma, giornata numero 38 di Serie A.

Ecco le parole del tecnico giallorosso.


Intanto, volevo ringraziarla per la comunicazione chiara e diretta di questa stagione. 

“Grazie a voi, mi avete rispettato, io rispetto sempre chi mi rispetta. È il gioco delle parti. Io faccio un mestiere, voi ne fate un altro. Stando da questa parte dico che il vostro mestiere è più difficile del mio, non so se voi pensate lo stesso dall’altra parte. Riempire ogni giorno pagine di giornali o fare delle dichiarazioni come fai tu mi sembra difficile. Io non ne sarei capace, sinceramente”.

Qual è il suo coinvolgimento emotivo su questa partita? È l’ultima di tante cose. E come ci arriva la squadra al match?

“Il mio coinvolgimento emotivo, l’ho sempre detto, sono concentrato sulla partita. Poi, magari, nelle giornate seguenti penserò a cosa mi è successo in questi giorni. Prima di tutto volevo ringraziare i tifosi della Roma. Io non mi aspettavo una cosa del genere l’altra sera. Mi aspettavo uno striscione, un “grazie mister” o qualcosa del genere. Non mi aspettavo una coreografia, una scenografia, li volevo ringraziare di vero cuore. Ci avviciniamo come ho sempre detto ai ragazzi, di mettere tutto fino all’ultimo secondo di ogni singola partita. Siamo entrati in Europa, non sappiamo in quale. Dobbiamo uscire dal campo consapevoli di aver dato il massimo. Poi un episodio può condannarti o farti sorridere, io sono soddisfatto. Dobbiamo dare tutto noi stessi. È bello vedere all’ultima giornata chi lotta per vincere il campionato, chi lotta per retrocedere, chi per entrare in Europa. Questo è stato un campionato molto interessante per tutti i tifosi italiani”.

Ha pensato alle 23 di domani? E cosa farà dopo? Inoltre, che voto dà a questa stagione?

“Io non do mai voti, i voti li dà la critica. Io ho dato tutto me stesso, come sempre ho fatto in tutti i club in cui sono stato chiamato. A volte è andato bene, a volte male. Non c’è mai nessuno che vince sempre. Devi provare anche l’amaro per apprezzare il dolce. Sul resto, vediamo cosa penserò alle 23. Fammici arrivare. Non sono bravo ad esternare a parole le mie emozioni, quello che sento dentro. A Cagliari lo scorso anno sapevo che era finito tutto ed ero contento, rilassato, è stata un’estate bella, serena, con i miei amici soliti. Penserò a questo, a stare bene tra i miei amici”.

Che clima c’era oggi a Trigoria? Poi volevo sapere le condizioni di Dovbyk e se Dybala e Pellegrini partiranno con voi domani?

“Penso che partiranno tutti, ancora non gliel’ho chiesto. Dovbyk ha fatto allenamento sotto il controllo di dottori, fisioterapisti e preparatori. Domani dovrebbero darmelo disponibile per l’ultimo allenamento. L’allenamento di oggi è stato bello, come sempre. Con grossa determinazione dei ragazzi. Questo mi rende sereno. Sappiamo di andare ad affrontare una squadra che vuol fare bene, vuol chiudere questo campionato al meglio. Il Torino ha ottimi giocatori, un bravissimo allenatore, giovane. Molto valido. E vorrà far bene. Dovremo sudarcela come tutti quelli che vogliono ottenere qualcosa in palio”.

Ripensando alla partita con il Milan, e ai cambi fatti dai rossoneri, è venuto il pensiero che la Roma debba lavorare molto per arrivare a quei livelli di rosa, anche se poi la partita l’ha vinta la Roma. Sono io ad essere esagerato?

“No, concordo pienamente. Però c’è da dire – quello che ho riferito ai ragazzi prima della gara con il Milan – penso che quella rossonera fosse la squadra tecnicamente più forte in Italia, ha i giocatori più forti, ma non sempre gioca tutta la partita da squadra. Va a fiammate con i suoi grandissimi campioni. Noi abbiamo fatto squadra, in un gioco di squadra come il calcio, questa è la cosa più importante in questo sport. Cercheremo di migliorare, abbiamo detto di voler costruire una grandissima Roma per far sognare i nostri tifosi. Abbiamo iniziato male, ma loro ci hanno dato il supporto, l’amore, la volontà di arrivare dove magari all’inizio non pensavamo. Questo è quello che dobbiamo continuare a fare”.

Si sente di dire che chi sostituirà lei in panchina avrà la stessa sua empatia con l’ambiente e i tifosi?

“Io non penso a come lo accoglierà. Penso che quando andrà via, i tifosi saranno dispiaciuti. Questo è quello che vorrei… Mi avete fatto i complimenti per la comunicazione, che vi aspettavate? (ride, ndr)”.

Quanto cambierebbe la prospettiva societaria l’eventuale qualificazione in Champions League?

“Solo domande inerenti alla partita… Prima pensiamo a giocare. Un saggio allenatore diceva: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Noi abbiamo un gatto a nove code che scappa da tutte le parti. Prima chiudiamo il sacco e poi vediamo”.

Quella fatta nell’intervista a Repubblica sull’annuncio del prossimo allenatore è solo una battuta? Altri 40 giorni così non ce li meritiamo, mister…

“(Ranieri ride, ndr) Era una battuta”.

La scelta dei tre centrocampisti contro il Milan era per lo stato di forma dei giocatori o per altro?

“No, è sempre un cocktail di mille sensazioni. L’allenatore, io soprattutto, va a sensazione. È quello che mi dicono i ragazzi in campo con il loro atteggiamento. Ho sempre pensato di mettere in campo la squadra che mi potesse far vincere. E poi ho sempre detto a loro, si gioca in 16, ci sono 5 cambi, fatevi trovare pronti. È chiaro che il cambio di Dybala è costato parecchio perché Dybala ci dava riferimento e sapeva tenere palla. Nelle situazioni difficili i ragazzi davano palla a lui. E lui ci tirava fuori dai guai. Senza di lui abbiamo un pochino sofferto. Così ho cercato di correre ai ripari con scelte da parte mia, logiche. Possono essere sembrate particolari, strane, a me piace studiare l’avversario, metterlo in difficoltà, gli altri fanno sicuramente lo stesso con noi. Per questo devo tenere tutti sul chi vive e vincere la partita. Senza pensare a mettere questo o quello o fare ragionamenti sul fatto “questo sono tre partite che non gioca, lo devo mettere”. Ho sempre cercato di mettere chi durante gli allenamenti mi faceva capire certe cose. Ad inizio settimana ho in mente una formazione, alla fine ce ne ho un’altra differente, magari per due o tre uomini. A volte per uno. Per questo quando vi dico che scelgo il sabato sera o la domenica, è la verità”.

Lasciando il rapporto con i tifosi che è stato ricucito da novembre con il suo avvento, ha c’entrato tutti gli obiettivi che si era prefissato da allenatore e da dirigente?

“Sono molto soddisfatto di quello che sono riuscito a fare nell’arco di questi mesi. Sono molto soddisfatto. C’è ancora tanto da lavorare, tanto da lavorare insieme. Ma la strada tracciata mi piace, mi dà soddisfazione”.

Lei ha riproposto Paredes contro il Milan. È possibile rivederlo nello stesso ruolo contro il Torino? E l’esultanza che ha fatto baciando la maglia, pensa che possa essere un’indicazione per il futuro dell’argentino?

“Il suo futuro dipenderà da due persone. Da lui e dal prossimo allenatore. Dire se gioca, darei un vantaggio all’allenatore avversario, sono molto bravi, ti vengono a prendere a uomo, devo valutare bene”.

Che atteggiamento si aspetta dal Torino? E se ha pensato un regalo da fare alla squadra in caso di qualificazione in Champions.

“Io, un regalo? So’ loro che dovrebbero farlo a me… (ride, ndr). Sul Torino, ripeto, è una buonissima squadra. Nelle ultime 5 partite in casa ha fatto 2 vittorie, 2 pari e una sconfitta. Ci sarà da lottare fino all’ultimo secondo della partita. Questo è quello che ho detto ai ragazzi. E penso che lo abbiano recepito perché ho detto loro sempre la verità, per ogni partita. Il Torino farà la sua gagliarda partita. Per dna è una squadra che lotta sempre, sempre. E mi è sempre piaciuta. Io giocavo contro Pulici e Graziani era uno spettacolo vederli, così come Claudio Sala. Anche se perdevamo, io ero nel Catanzaro”.

A prescindere dalla qualificazione, in estate c’è da aspettarsi una rivoluzione o di ripartire da questa squadra?

“Vediamo. Io credo che di rivoluzioni non possiamo farne e non dobbiamo farne. Se questa squadra, come avete scritto voi, è prima nel girone di ritorno, gli va data fiducia. Ma ovviamente c’è da migliorare”.