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    De Rossi: “Abbiamo avuto coraggio e forza di difendere”


    La Roma si aggiudica il primo round dei quarti di Europa League. I giallorossi passano 1-0 con un gol (di nuovo) di Mancini.

    Ecco cosa ha detto mister De Rossi nel post partita.


    Si è ripetuto l’assist di Dybala per Mancini, e rispetto al Derby si sono aggiunte delle intuizioni tattiche: El Shaarawy schierato a destra, Smalling che ha ipnotizzato Giroud. Quali elementi le sono piaciuti di più? 

    “Tutti quelli che hai citato tu, ma forse la gestione del pallone, che per 65, 70 minuti è stata molto buona. Abbiamo tenuto bene palla, ma non tanto per tenerla quanto per portare loro fuori e per poi uscire nelle zone che sapevamo essere sguarnite. 

    Sappiamo poi che, quando loro vengono forte, abbiamo bisogno di andare in verticale e oggi abbiamo visto forse la migliore prestazione di Romelu da quando sono qui: ci ha aiutato, ha fatto salire la squadra, ha fatto bene le sponde. 

    A volte lodiamo gli attaccanti se segnano, ma oggi Romelu ha fatto una partita che vorrei vedere sempre da lui. Ne avevamo parlato oggi, e volevo questo”.

    Sta crescendo sempre di più la personalità, perché non è facile mettere in pratica questo palleggio a San Siro.

    “Abbiamo avuto un paio di partite nelle quali l’avevamo fatto meno bene, in maniera un po’ più lenta a Lecce, più compassata, e invece ci aveva attaccato bene la Fiorentina. Siamo tornati a palleggiare bene nel Derby, come andava fatto. E oggi ancora di più.

    A volte si pensa che più l’avversario sia forte, e più sia difficile tenere la palla. Invece, in alcuni casi può essere il contrario, perché a volte fa paura l’atmosfera, ma a volte dei grandi giocatori in fase offensiva un po’ di spazio te lo lasciano dietro, quindi bisogna avere il piede ben fermo, che non tremi”.

    Oggi c’è stato più carattere, più coraggio, più palleggio, più tecnica: cosa ti ha esaltato maggiormente?

    “Un po’ tutto. Sia il coraggio di tenere la palla, sia il coraggio e la forza di difendere negli ultimi minuti, perché è il calcio è anche questo. Soprattutto quando vieni a giocare contro squadre così forti, devi anche avere l’atteggiamento da provinciale negli ultimi dieci, quindici minuti: la squadra deve sapere fare tutto. 

    A loro avevo detto questo, dopo Lecce: non accetto più neanche un centimetro in meno di quello che è stato l’atteggiamento al Derby. Poi, possiamo perdere, possiamo sbagliare i passaggi, posso sbagliare io, ma l’atteggiamento al Derby non lo possiamo avere solo al Derby e solo a Milano. Quindi, se a Udine vedrò un atteggiamento meno feroce, meno attento, e meno da squadra vera, vorrà dire che avrò ancora tanta strada da fare, e i miei giocatori ancora non avranno capito qual è l’atteggiamento che serve per giocare a calcio sempre. Soprattutto, quando le partite sono così importanti. 

    Queste sfide con delle squadre blasonate si preparano da sole, ma partite così vanno fatte anche su campi più piccoli. E a Lecce c’ero rimasto male, perché avevamo giocato una brutta partita”.

    Con la mossa di El Shaarawy a destra avete bloccato la loro fascia sinistra. Siete stati bravissimi anche nel bloccare i soliti triangoli che il Milan crea a sinistra, anche con gli scambi di marcatura. E Cristante ha dato una grandissima mano da quella parte. Quanto sta migliorando la sua squadra senza palla? E ci parlava dei problemi che aveva avuto nel difendere sui cross: ora la Roma sembra nettamente migliorata. Ci spiega questo percorso?

    “Il percorso è innanzitutto di studio, anche se non c’è neanche bisogno di studiare più di tanto il Milan, riguardo ai campioni che ha sulla fascia sinistra. Il Milan ha campioni un po’ dappertutto, ma quella è un po’ la catena che li ha portati a dominare, sia quando hanno vinto lo Scudetto, sia negli ultimi anni. E pensavo fosse giusto fare un po’ di più.

    Di solito, lì abbiamo Paulo e Bryan che fa un grande lavoro. Ma arrivare in corsa, e in rincorsa, su Theo Hernandez sarebbe stato un po’ troppo per Bryan. Quindi, abbiamo cercato di fare questa scelta. Mi fa piacere che abbiate citate Bryan, perché era sempre lì vicino, pronto al raddoppio, e ha preso Reijnders, che è un altro grande calciatore.

    A volte, i giocatori hanno delle fisse mentali: pensano di non poter giocare in un ruolo. Io ho detto a Stephan che volevo farlo giocare a destra e la sua risposta, la sua reazione di body language, è stata super positiva. Quindi, ero tranquillo da quel punto di vista. Poi, sono stati bravi loro in campo”.

    Si è visto il miglior De Rossi della stagione: sei orgoglioso di avere preparato una partita e avere visto poi i risultati in campo? O è stata più importante, per la rinascita di questa la Roma, la fiducia in alcuni giocatori. Mi viene in mente Celik, che prima veniva considerato pochissimo e oggi ha annullato Leao.

    “I giocatori che sono in fiducia li vedi anche dall’atteggiamento in allenamento, che poi li porta ad avere lo stesso atteggiamento anche in campo. È una catena, è tutto molto legato tra l’aspetto mentale e quello tecnico-tattico. 

    Prima della partita gli avevo detto che ero tranquillo, che mi fidavo di loro, e che ero veramente orgoglioso dell’atteggiamento che hanno in campo, e della personalità che mostrano. Anche i più blasonati. Perché sanno anche lottare”.