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    Dybala: “Era tanto che volevo portare il pallone a casa”


    Paulo Dybala ha parlato a Dazn al termine di Roma-Torino, giornata numero 26 di Serie A.

    Ecco le parole dell'attaccante giallorosso, protagonista di giornata con una tripletta.


    Serata da incorniciare, quanto ti mancava portarti a casa il pallone anche con questa maglia?

    “Tanto, era un po’ che lo volevo, come contro il Cagliari, quando il mister mi ha tolto prima della fine, oggi non l’ho cercato così tanto ma è venuto e sono felice”.

    Cosa c’era in quell’abbraccio con De Rossi dopo il secondo gol?

    “Era un momento difficile della partita, il Torino ti mette in difficoltà, ti fa giocare in modo diverso, avevano pareggiato subito e la partita poteva prendere qualsiasi direzione. Mi è venuto di calciare ed è venuto il gol, ho corso verso la panchina e il primo che era lì era lui”.

    La corsa verso la curva invece? Che emozione ti sta dando questa gente?

    “È uguale, ho calciato, sono caduto, ero già lì e sono andato verso i tifosi. Approfitto per ringraziarli, anche oggi, di lunedì alle 6 di pomeriggio lo stadio era pieno di nuovo”.

    Oltre a lottare per l’obiettivo del quarto posto è possibile ripetere il cammino in Europa League?

    “Vogliamo sempre vincere, io voglio vincere trofei ovunque io sia. Il percorso è ancora lungo, troveremo tante squadre difficili in campionato, ne abbiamo una difficile in Europa League ma sappiamo i nostri obiettivi, non possiamo nasconderli e lavoreremo per andarli a prendere”.

    È difficile pensare a una Roma senza Paulo Dybala: resterai a lungo?

    “Quando sono arrivato ho detto che mi sembrava di aver già vissuto in un’altra vita in questa città. Ma non quando sono venuto a viverci, ma dal primo giorno in cui sono arrivato in Italia. Quello che succederà in futuro non lo so. So che mi sto godendo ogni momento con questa squadra, con questi compagni perché sono meravigliosi”.

    Azmoun a fine partita voleva prendere il tuo pallone…

    “È difficile, i palloni vanno tutti a casa di mia madre, se non glielo porto si arrabbierà con me”.