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Si abbona subito dopo la finale di Budapest: l'atto di fede di Fabrizio


Un atto di fede. Può essere definito così il gesto di un tifoso, che immediatamente dopo la finale di Budapest ha deciso di rinnovare l'abbonamento in Tribuna Tevere.  

La scelta di abbonarsi è una dichiarazione d'amore. L'hanno già fatta oltre 36 mila i romanisti. Sentendosi parte della nostra grande famiglia, si sono abbonati per evitare la caccia al posto in un Olimpico sempre sold-out, ma anche per pagare molto meno rispetto al biglietto della singola partita e per assicurarsi una prelazione per le Coppe. 

Venerdì 9 giugno partirà la vendita libera. Ma Fabrizio Vicari, 61 anni di cui 49 appresso alla Roma, non ha badato al calendario. Non ha avuto bisogno di tempo per smaltire la delusione. E così, ha fatto registrare un record: è stato il primo romanista ad abbonarsi dopo Siviglia-Roma. Orario esatto dell'emissione: 00:13 del 1° giugno. Lo abbiamo intervistato. 


Quanto tempo dopo l’ultimo rigore ha deciso di abbonarsi?

"Pochi minuti. Il tempo di chiamare gli amici a Budapest. Mi hanno ricordato che bisognava rispondere nel solo modo possibile per un vecchio tifoso: esserci".

Cosa l’ha spinta ad abbonarsi in un momento certamente non facile per ogni romanista?

"È stato il mio modo di ringraziare il Club per aver portato i nostri colori in finale. Io sarò con te, Roma mia, anche e soprattutto nei momenti più difficili".

Si abbonerà anche alle Coppe?

"Te credo! (testuale, ndr)".

Qual è stata la sua prima partita allo Stadio Olimpico?

"Un Roma-Juventus che finì 3-2, il gol decisivo lo segnò Prati. Era il 1974".

Il claim della campagna abbonamenti 23-24 è “Io sono la Roma”: per lei, cosa rappresenta l’abbonamento?

"Il mio piccolo contributo e la gioia di esserci ancora".

Agostino Di Bartolomei diceva che "ci sono i tifosi e ci sono i tifosi della Roma": in cosa siamo differenti, noi romanisti?

"Canzoni, canti, striscioni, i colori della nostra città e poi la fede. È dunque di una religione che si parla? No, è l'amore per una magia che unisce persone diverse. Donne e uomini che credono in questa magia, perché essa ti regala un comune senso di appartenenza, un segno distintivo unico e appagante. Cantare, soffrire, piangere e sorridere: di questo è fatto il tifoso romanista. Quello che conosce a memoria questa strofa di Mai sola mai, perché in questa strofa lui si riconosce: A te che non sarai mai sola, perché non hai lasciato mai me".