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Cosa è successo dopo la finale di Coppa UEFA del 1991


Cosa è successo in questi 32 anni? Cosa è stato dopo quello struggente Roma-Inter, finale di ritorno di Coppa UEFA?

È capitato tanto, ma una finale di questa competizione europea la Roma non l’ha più giocata, UEFA o Europa League che sia. Accadrà di nuovo a Budapest, il 31 maggio 2023.

Contro il Siviglia. E sarà di nuovo in campo neutro, dopo il precedente – l’unico ufficiale – del 2020 a Duisburg nell’ottavo di Europa League in un match senza ritorno post lockdown.

32 anni dopo, insomma, da quel 22 maggio 1991. Se si vuole specificare il periodo in giorni, ne sono trascorsi 11.697. Un arco temporale in cui è cambiato tanto, è mutato tutto.

E come potrebbe essere altrimenti? Chi era appena nato, probabile che oggi sia un uomo sposato con figli. Chi aveva 7-8 anni, vive i primi 40, o giù di lì con consapevolezze decisamente diverse. E chi era papà all’epoca, oggi è nonno. È il ciclo della vita. E questo si ripete continuamente perché c’è sempre un’altra stagione.


Un altro mondo e un'altra Roma

Dalla Lira si è passati all’Euro con l’intermezzo dell’ECU come valuta spendibile in Borsa. Si sono alternati cinque presidenti della Repubblica, legislature di centro, destra e sinistra, fino all’affermazione di una presidente del Consiglio. Da Giulio Andreotti a Giorgia Meloni. Tre papi: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI a Papa Francesco. Pure una pandemia, evento pressoché inedito per gli abitanti in vita di questo pianeta.

Del segno dei tempi se ne potrebbero scrivere mille altre. Contestualizzando alla storia della Roma, dal 1991, è stato vinto uno scudetto, alzate tre Coppa Italia, 2 Supercoppa Italiana e conquistato il primo trofeo UEFA del nostro corso, la Conference League. Si sono vissuti gli anni di Francesco Totti e Daniele De Rossi. Rispettivamente, primo e secondo calciatore con più presenze di sempre con la maglia giallorossa. L’epopea dei due capitani. Del 10 e del 16. 



Porte scorrevoli e le onde del destino

Lo stesso Totti che in quel 22 maggio 1991 era a bordocampo all’Olimpico in tuta di rappresentanza come raccattapalle. Non ancora quindicenne, biondissimo, lo si nota in qualche fotogramma d’archivio RAI dalle parti della panchina di Ottavio Bianchi.   

E a proposito di simboli, figli di Roma, bandiere, Lorenzo Pellegrini può diventare il primo capitano romanista a guidare la squadra in due finali europee. Pellegrini che nel 1991 non era ancora nato e che nacque solo tre mesi esatti dopo da Roma-Slavia Praga 3-1, quarto di finale di ritorno di Coppa UEFA. 19 marzo e 19 giugno 1996.

Il gol di Jiri Vavra nei tempi supplementari, che significò qualificazione per i cechi. Segnò sul più bello, quando la Roma conduceva per 3-0 dopo aver ribaltato il 2-0 d’andata. Al giorno d’oggi, con il regolamento annullato dei gol in trasferta, avrebbe portato ai calci di rigore. Vavra, che in un’intervista del 2017 lamenta pure il fatto di essere ricordato solo per quel gol segnato…

Tre anni prima c’era stata la beffarda eliminazione a Dortmund nel 1993. Poi, le sconfitte controverse contro Atletico Madrid (1999) e Liverpool (2001). E ancora, le rimonte riuscite a metà contro Villarreal (2004), Middlesbrough (2006) e Lione (2017). Episodi, porte scorrevoli chiuse che, nel caso fossero state aperte, avrebbero portato la Roma chissà dove. 

E invece, le onde del destino hanno determinato un altro percorso. Fino ad oggi. Gli anni di José Mourinho allenatore. La finale (vinta) di Tirana di un anno fa di Conference, che ha regalato a questa città un tumulto emotivo fortissimo. Nuove sensazioni, giovani emozioni che si esprimono purissime anche a distanza di 365 giorni. Già, è successo di nuovo. Seconda finale europea consecutiva. Mai era successo dal 1927. 



127 partite dal 1991

Stavolta, sarà l’ultimo atto di Europa League. Dopo un percorso di 14 partite, sempre di rincorsa con il secondo posto nel girone, il playoff in più e le due rimonte in casa nostra, con “60mila giocatori”, contro Salisburgo e Feyenoord. L’unica squadra delle quattro semifinaliste (noi) che aveva iniziato il percorso in questo torneo. Ma cosa è successo in questi ultimi 32 anni in Coppa UEFA/Europa League? Si può spiegare con qualche cifra.

62 partite di Coppa UEFA. La prima nel 1992 contro il Wacker Innsbruck. L’ultima contro il Middlesbrough nel 2006. Mai andati oltre i quarti di finale. 32 squadre affrontate. Aldair Nascimento Santos il giocatore con più presenze, 36. Marco Delvecchio il marcatore più prolifico, 11 reti.

E quando il trofeo ha cambiato denominazione, diventando Europa League, è andata così. 65 partite disputate. La prima nel 2009 contro il Gent. L’ultima contro il Bayer Leverkusen nel 2023. Una semifinale nel 2021 contro il Manchester United. 30 squadre affrontate. Bryan Cristante l’uomo con più presenze, 32. Edin Dzeko il marcatore più prolifico, 17 gol.

Dunque, 127 gare complessive dal 1991. Gioie, dolori e quella voglia matta mai sopita di tornare dove stavolta sarà la Roma. A Budapest, 31 maggio, in finale di Europa League. O Coppa UEFA.