Un ostacolo certamente arduo per i giallorossi, che dopo l’1-0 firmato da Capaldo alla Red Bull Arena di Klessheim avranno a disposizione un solo risultato per proseguire il proprio percorso europeo.
La squadra austriaca risponde storicamente presente negli appuntamenti che contano: il Salisburgo ha infatti superato cinque degli ultimi sei doppi confronti a eliminazione diretta nelle principali competizioni europee (qualificazioni escluse) dopo aver vinto la gara d’andata, trovando l’eliminazione solo contro l’Anderlecht nel primo turno della Coppa UEFA 1997-98 nel parziale.
Il suolo italiano tuttavia risulta particolarmente indigesto per i campioni d’Austria in carica, che non hanno vinto nessuna delle ultime cinque gare in trasferta disputate contro squadre del nostro Paese in competizioni europee: il bilancio è di due pareggi e tre sconfitte, con l’ultimo successo ottenuto proprio all’Olimpico nel 2009 contro la Lazio.
Sarà proprio lo stadio a rappresentare un decisivo fattore di spinta per i giallorossi, imbattuti nelle ultime 13 sfide casalinghe nei principali tornei UEFA (escluse le qualificazioni): dopo l’ininfluente sconfitta interna per 0-1 contro il Villarreal in Europa League nel febbraio 2017, infatti, sono arrivate 11 vittorie e due pareggi.
La gara di andata tra Roma e Salisburgo ha confermato alcuni degli aspetti chiave dell’approccio tattico sviluppato in questi mesi dai campioni d’Austria.
Il dato relativo alle conclusioni è rimasto alto, soprattutto per quanto riguarda i tiri da fuori area: gli uomini di Jaissle ne hanno registrati in tutto otto - quarto dato più alto dell’andata dei playoff di Europa League dietro ai 10 di Barcellona e Rennes e ai nove dello Sporting CP – indirizzandone tuttavia appena due nello specchio della porta difesa da Rui Patricio.
Come sempre, è anche molto alta la linea del fuorigioco (35.3m), un aspetto attorno al quale la Roma ha tuttavia lavorato molto bene registrando un solo offside nell’arco del match.
Meno asfissiante del solito, invece, l’atteggiamento degli austriaci in fase di recupero palla (medio, 38.9m). La qualità offensiva proposta dagli uomini di José Mourinho ha infatti spinto gli avversari a gestire molto più del solito la partita tramite il giropalla, alzando la propria media in fase di possesso dal 39% registrato comlessivamente in Champions League – quarto peggior dato della fase a gironi – al 55% della gara di andata in questi play-off di Europa League.
L’estrema attenzione destinata dalla difesa della Roma agli attaccanti del Salisburgo nella gara di andata (appena un tiro a testa per Okafor, Fernando e Adamu) ha permesso ad altri protagonisti ben più inattesi di mettersi in mostra.
A salire in cattedra più di tutti è stato Nicolas Seiwald, centrocampista appena 21enne in grado di creare ben sei occasioni da gol – secondo miglior dato per una singola partita nella competizione dietro alle sette registrate rispettivamente da Christian Gunter, Bruno Fernandes e Kady nella fase a gironi - record per un giocatore del club austriaco in una partita delle maggiori competizioni europee (escluse le qualificazioni) da Andreas Ulmer contro il Lipsia nel novembre 2018, sempre in Europa League.
L’austriaco ha anche effettuato in tutto 16 passaggi nella trequarti avversaria, meno solo di Luka Sucic (21) tra i suoi.
Attenzione anche alla regia precisa ed equilibrata di Lucas Gourna-Douath, giocatore che alla Red Bull Arena una settimana fa ha toccato più palloni (78) ed effettuato più passaggi (65 di cui 54 a buon fine).
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