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Opta Focus – L’Inter è in calo, ma crea molte occasioni


Dopo la sosta per le nazionali, il campionato della Roma riprende la corsa facendo tappa a San Siro.

Dopo la sosta per le nazionali, il campionato della Roma riprende la corsa facendo tappa a San Siro, dove oggi alle 18 andrà in scena il big match dell’ottava di Serie A, contro l’Inter di Simone Inzaghi.

Di fronte si trovano due squadre che hanno subito una battuta di arresto nell’ultimo turno (i nerazzurri sono stati sconfitti per 3-1 sul campo dell’Udinese, Roma ko con l’Atalanta) e sono chiamate al pronto riscatto per evitare di perdere ulteriore contatto dal vertice della classifica.

Con una novità nel canovaccio, però: dopo 10 partite in cui è stata costretta a inseguire, la squadra di José Mourinho (relegato per l’occasione in tribuna, causa squalifica) questa volta scatterà ai blocchi di partenza guardando i nerazzurri dall’alto verso il basso nel tabellone a inizio giornata: 13 punti in cassaforte per la Roma, +1 sui nerazzurri.

Una circostanza che non si verificava dal 26 febbraio 2017 – partita vinta poi per 3-1 dalla Roma, con Luciano Spalletti in panchina (doppietta di Nainggolan e rete di Perotti) – e che coincide anche con l’ultimo successo dei giallorossi contro il club nerazzurro nella competizione. Un margine da difendere a denti stretti, visto che i numeri raccontano anche un’altra storia.

La Roma, infatti, è la squadra contro la quale l’Inter ha vinto più match (75 su 178) e segnato più gol (290) nella massima serie. Una tendenza negativa da invertire per gli uomini del tecnico portoghese, chiamati anche a interrompere un’imbattibilità dell’Inter che contro i giallorossi in Serie A resiste da ben 10 partite (4 vittorie e 6 pareggi nel parziale): soltanto tra il 1935 e il 1941, i nerazzurri hanno messo in fila più match senza incappare in alcuna sconfitta (12 in quel caso) contro la squadra della Capitale. Tre punti cercasi!


Inter: tanto gioco, ma poca concretezza

A fare un paragone tra le prime sette partite di questa Serie A e le prime sette della scorsa stagione, è lampante il calo nerazzurro. L’Inter, infatti, è una delle due squadre che hanno segnato meno gol a questo punto del torneo rispetto al 2021-22: -9 (come il Verona), ovvero 13 contro le 22 dell’ultimo campionato.

Una mancanza di cinismo e concretezza sotto porta, quella della squadra milanese, nonostante il quasi persistente dominio del gioco: dopo il Napoli (102), la formazione nerazzurra è la seconda con più sequenze su azione di almeno 10 passaggi (82) in questo campionato e nonostante sia terza per Expected goals (modello che valuta i gol attesi secondo la qualità dei tiri effettuati), con un valore di 12.4, alle spalle di Napoli e Roma (prima con 14.6).

Questa, però, non è l’unica difficoltà registrata dalla squadra di Simone Inzaghi. Un altro tasto dolente è il non riuscire a saltare l’uomo con più continuità, come testimoniato dalla bassa percentuale di dribbling riusciti rispetto all’enorme mole tentata: soltanto il 35%, ovvero 33 portati a termine a fronte dei 95 ingaggiati, che mettono l’Inter al penultimo posto in questa classifica, dietro soltanto allo Spezia di Luca Gotti, fanalino di coda con il 34% (34/101).

Forse, alla causa nerazzurra, manca l’apporto di Ivan Perisic che nelle prime sette partite dello scorso torneo poteva vantare una percentuale di dribbling riusciti del 55% (6/11), contro quella del 45% del miglior “dribblatore” nerazzurro di questo torneo, Nicolò Barella, tra coloro che ne hanno tentati almeno 10.


Barella il faro, Dzeko l’ex da non sottovalutare

Alla “Scala del calcio” non potrà non rubare la scena Nicolò Barella, che ha già strappato il primato di unico centrocampista del campionato in corso con più di un gol (2) e più di un assist (2) all’attivo.

Attenzione al metronomo di Simone Inzaghi, particolarmente abile con i suoi strappi a lanciarsi negli spazi per concludere o apparecchiare la tavola ai compagni di squadra con passaggi vincenti, quelli stessi che dall’inizio della scorsa stagione lo hanno issato al secondo posto nella graduatoria dei giocatori che ne hanno dispensati di più nel massimo torneo: 14, meglio di lui nel periodo soltanto Sergej Milinkovic-Savic, primo a quota 16.

E, come la legge del calcio impone, attenti anche all’ex di turno, Edin Dzeko. Proprio lui: il bosniaco che ha lasciato il segno nella Capitale, diventando il terzo miglior marcatore nella storia della Roma in tutte le competizioni, con 119 reti – dopo Roberto Pruzzo (138) e Francesco Totti (307). Ma quello che conta ora è il presente.

Il presente dice che l’ex attaccante dei giallorossi (99 reti al momento) potrebbe diventare il terzo calciatore più anziano a raggiungere i 100 gol nella storia della Serie A (36 anni, 198 giorni il 1 ottobre), alle spalle soltanto di Goran Pandev (37 anni e 268 giorni il 21/04/2021) e Sergio Pellissier (37 anni e 243 giorni l’11/12/2016).

Tutto qui? No: dall’esordio nel 2015-16 con la Roma, Edin Dzeko è anche lo straniero che ha firmato più marcature (appunto 99, in generale meno solo delle 160 di Ciro Immobile e delle 100 di Andrea Belotti) in Serie A.