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    In auto dalla Danimarca per tifare Roma: l'incredibile storia di Jonas


    La rappresentazione plastica dell'irrazionale amore per la Roma è il signor Jonas Stuart. Danese, 50 anni, prende la macchina per seguire la Roma da Aarhus

    Non lo avremmo mai saputo se un tifoso romanista, Luca Di Resta, non avesse raccontato la sua storia su Twitter.

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    Grazie a Luca, abbiamo quindi intervistato Jonas. E quella che state per leggere è la sua incredibile testimonianza d'amore per la Roma.


    Ci parla un po' di lei? Dove vive e cosa fa nella vita?

    "Sono originario di Copenaghen, ma adesso vivo ad Aarhus, la seconda città più grande della Danimarca. Ad Aarhus si respira calcio: è sede di un grande club che, per qualche motivo, non riesce mai ad esprimere il suo enorme potenziale.

    Nell'ambito del calcio danese, io tifo però per il Broendby, anche se non oso indossare la maglia della mia squadra ad Aarhus.

    Ho 50 anni, ma nella maggior parte del mio tempo libero mi comporto come se ne avessi 25: esco e cerco di vedere più calcio possibile. Da 22 anni lavoro nel settore delle tecnologie mediche per la cardiologia, in un contesto internazionale".

    Hai guidato per migliaia di chilometri per seguire l’AS Roma contro l’Empoli: è vero? Era già successo in passato?

    "È vero. L’anno scorso ho acquistato un appartamento nei pressi di Frosinone, in modo da avvicinarmi il più possibile alla mia amata Roma e all’AS Roma (e ai leggendari piatti a base di pasta che si servono in quella zona, ovviamente). Per questo ho deciso di recarmi nel mio appartamento, ma non sarei partito questa settimana se non avessi avuto l’opportunità di vedere anche la partita contro l’Atalanta.

    All’inizio, la app di calcio che utilizzo mi diceva che il match contro l’Empoli sarebbe stato in calendario sabato scorso. Per questo, avevo programmato di partire in auto dalla Danimarca nella mattinata di sabato. Ma quando ho capito che invece si sarebbe giocato di lunedì, ho cambiato i miei programmi. Volevo assolutamente vedere la Roma a Empoli. Ho guidato a lungo, sì, ma ne è valsa la pena".

    Che cosa hai provato nel vedere la partita dal settore ospiti?

    "È stato molto emozionante. Ho incontrato un gruppo di romanisti di Genova nel parcheggio, e mi hanno accolto come se fossi stato uno di loro da sempre. Mi si è sciolto il cuore. Anche se avevo un biglietto per la tribuna dei tifosi di casa, sono subito tornato in macchina e ho indossato la mia maglia della Roma, sperando che la accettassero ovunque fosse il mio posto a sedere.

    I tifosi della Roma sono straordinari. Amo la loro dedizione, amo i loro cori, ma amo soprattutto il fatto che è come se fossimo una grande famiglia! Nel frattempo si era sparsa la voce sulla mia storia, e moltissimi romanisti sono venuti a salutarmi e a farmi domande. Un’autentica famiglia. Puro amore".

    Che cosa ha pensato quando Dybala ha sbloccato il risultato?

    "(Ride, ndr) Non ho neppure visto il gol. Alcuni ragazzi che si trovavano qualche fila davanti a me hanno cominciato a sventolare una grande, bellissima bandiera giallorossa, per questo credo che molti di noi se lo siano perso. Ma sapevamo che stava succedendo qualcosa, e all’improvviso siamo stati travolti da un impeto di esaltazione e sana follia.

    Non sto scherzando: abbiamo tutti iniziato a saltare, a gridare e ad abbracciarci. È incredibile che nessuno si sia lesionato il crociato. Che sollievo, ci serviva tantissimo quel primo gol".

    Per quale motivo tifa Roma?

    "Quando ero piccolo, ogni anno i miei genitori portavano me e mia sorella in vacanza a Roma. Da allora, Roma è stata la 'mia' città. Durante l’adolescenza, ho cominciato a interessarmi di calcio come la maggior parte dei ragazzini danesi dell’epoca, e mi sono sentito naturalmente attratto dall’AS Roma.

    A 17 anni, ho assistito alla mia prima partita da solo, contro il volere dei miei genitori. Era un Roma-Lecce del 1989. Stiamo parlando di Giannini, Voeller, Conti e così via. Da quel giorno, la Roma mi ha conquistato. Ma per qualche anno, per via dei figli e della famiglia in generale, ho dovuto sospendere le mie visite a Roma".

    Quando si è innamorato della Roma? C’è una correlazione tra la passione per i colori giallorossi e le storiche partite giocate dalla Roma contro il Broendby negli Anni 90?

    "No, il Broendby è sempre stato, ed è ancora, nel mio cuore. Ha uno straordinario gruppo di tifosi, e vedo tutte le partite possibili. La mia 'voglia' di Roma è cresciuta di pari passo: le due società condividono alcuni valori e la stessa passione, avrebbero tranquillamente potuto essere due club gemellati.

    Le partite tra Roma e Broendby le ho vissute con sentimenti contrastanti, avrei tanto voluto che entrambe le squadre potessero vincere...".

    Qual è il coro dell’AS Roma che ama di più?

    "Ovviamente l'inno 'Roma, Roma, Roma'. È stupendo! Lo è soprattutto la parte in cui i tifosi cantano a capella, senza le note in sottofondo… Mio Dio, ho i brividi.

    Ora che sono proprietario di un appartamento nella Regione Lazio (una parola difficile da pronunciare per me) sto apprendendo la lingua, e voglio imparare tutte le canzoni che cantiamo sugli spalti".

    Che cosa significa la Curva Sud per lei?

    "Significa tantissimo, anche se non ho la possibilità di frequentarla. Devo capire come posso avere l’opportunità di andarci, spero di riuscirci. Spesso mi chiedo se sia meglio andare nel settore in cui i tifosi si divertono di più e farne parte, oppure se sia più bello ammirare la Sud da lontano. Adoro entrambe le situazioni. Finora, mi è piaciuto moltissimo osservare i ragazzi della Curva da lontano: forza Curva Sud!".

    Qual è l’ex giocatore della Roma che preferisci?

    "Sta scherzando? La risposta è scontata (Totti, ndr). Ero sugli spalti mentre lui pian piano si trasformava in un’icona. Ma visto che la risposta è scontata, non riesco neppure ad esprimere quello che Daniele De Rossi ha significato per me. Magari lo si notava meno in campo, ma forse è stato più importante… lascio a voi il giudizio".

    Quale degli attuali giocatori della Roma ama di più?

    "Sarebbe facile scegliere Dybala. Probabilmente, in questo momento è il nostro giocatore più importante, come lo è stato Tammy lo scorso anno. Ma ho una predilezione per Chris Smalling. Ha superato i suoi problemi fisici e ha dimostrato di essere un mostro a livello difensivo.

    Come lei sa, impedire all’avversario di segnare è importante come segnare un gol? Sì, dico Smalling, uno che ha sempre voglia di guardare avanti e di migliorarsi".

    Che cosa si aspetta dalla partita di questa domenica contro l’Atalanta?

    "Sarà dura. Non sai mai cosa aspettarti dall’Atalanta. Mi attendo che i nostri ragazzi, quando scenderanno in campo, siano consapevoli dell’importanza dei tre punti.

    Le racconto una storia divertente su questa partita: ho programmato questo viaggio per vedere più partite dell’AS Roma possibili. All’improvviso, sul mio feed di Facebook è comparsa la notizia che i biglietti erano esauriti!

    Ho subito consultato la biglietteria online e ho trovato 8 posti in un settore e 5 nell’altro. Poco dopo ho controllato di nuovo il settore in cui c’erano 8 posti, e già non erano più disponibili. Sono stato preso dal panico, ho verificato se i 5 posti rimasti nell’altro settore fossero ancora disponibili e sono riuscito ad acquistare un tagliando!

    Un autentico colpo di fortuna: quando ho acquistato il mio biglietto, erano rimasti 3 posti in tutto lo Stadio Olimpico! Non vedo l'ora che arrivi domenica. Non vedo l'ora di tornare di nuovo all'Olimpico. A casa nostra. Nella nostra famiglia".

    "I romanisti sono straordinari. Amo la loro dedizione, amo i loro cori, ma amo soprattutto il fatto che è come se fossimo una grande famiglia"

    - Jonas Stuart